I ragazzi ritrovati

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Il buio persisteva ma sentì qualcosa, un liquido, appena sopra il suo sopracciglio sinistro, poi le sfuggì un colpo di tosse.

Udì un gemito infantile, quindi provò ad aprire gli occhi lentamente.

All'inizio riusciva solo a vedere gli zampilli di luce di un'affare rotondo che non riusciva a distinguere, in preda al bruciore li chiuse velocemente.

Sentì sbattere qualcosa sul pavimento, forse le ginocchia di qualcuno che si stava per alzare, e sentì la stessa vocina femminile e acuta (ma dolce) di prima dire piano "Brian! Si è mossa, penso che sia sveglia" esitò, poi Happy sentì altri passi e si decise ad aprire gli occhi.

Quasi non le lacrimarono, distolse lo sguardo dalla lanterna circolare posizionata su quello che sembrava un soffitto di legno arcaico, spalancò gli occhi a constatare che due paia di gambe, uno coperto da dei pantaloni neri adornati riccamente con delle catenine e dei bracciali dorati dal sapore antico e l'altro molto esile e ossuto, roseo.

Tossì nuovamente, e cominciò a rendersi conto di quanto il posto in cui era distesa fosse scomodo.

"Mi dispiace" disse una voce maschile ma giovane, estremamente melodiosa e gentile "Non siamo provvisti di materiali più comodi"

Happy alzò lo sguardo e finalmente i suoi occhi si abituarono alla luce: Una ragazzina e un ragazzo stavano fermi appena a un metro da lei, la ragazza era  palesemente giovanissima, aveva uno sguardo preoccupato che brillava nei suoi grandi occhi verde erba, portava un paio di occhiali sottili dello stesso colore, a donare un'aria ulteriormente più graziosa al suo volto c'erano i suoi capelli rossicci, pieni di boccoli, che le arrivavano sino al mento.

"Come stai? Avevi alcune ferite belle grosse, ha detto Richard, ma non dovrebbe più fare male" disse lei, evitando spudoratamente il contatto visivo con Happy, che invece la guardava interrogativa. La cosa più bizzarra della piccola era che da appena sotto gli occhi, sino al collo, anche in alcune parti del naso e delle labbra, scendeva come un liquido oramai solidificato color blu scuro, quasi nero, somigliavano quasi a...Lacrime.

"Richard?" Chiese Happy, ignorando la questione per adesso.

"Il tuo amico è con lui, ha ferite ben più gravi, poteva morire" Disse l'altro con aria grave.

Il ragazzo davanti a lei era probabilmente poco più alto di Happy, sembrava avere circa quindici anni. I suoi tratti del viso erano dolci e quasi effemminati, aveva delle labbra come dipinte di un rosa straordinario, i suoi occhi dorati non avevano paura di guardarla nei suoi di occhi, aveva la pelle olivastra. Avvolse il braccio destro nella spalla della ragazzina che gli arrivava circa al mento. I suoi capelli corvini erano acconciati in uno chignon e tenuti insieme con dei nastri dello stesso colore dei suoi occhi, dei nastri doppi e spessi gli pendevano fino alle orecche da entrambi i lati della testa.

Udendo le parole del ragazzo Happy scattò a sedere, cominciando a realizzare, lo guardò fisso "Oliver? Dove lo avete portato? Chi siete?" Il panico, il timore per il suo unico amico cominciava a farsi strada lungo il suo corpo.

La più piccola sembrò essere quasi spaventata dal suo comportamento, sussultò e si avvicinò all'altro, che continuava a stringerle le spalle con fare amichevole.

"Che maleducati, non ci siamo presentati" sorrise il ragazzo, inclinando leggermente la testa di lato, ma non era la risposta più urgente a cui Happy aveva intenzione di trovare una risposta "Dov'è Oliver?"

"Oliver è il tuo amico?"

"Sì, cosa ne avete fatto?"

"Non hai bisogno di preoccuparti, è ferito e uno di noi si sta occupando di lui"

"Chi siete?"

"Ci chiamano i ragazzi ritrovati" Rispose lui, lasciando cadere al vento il suo sorriso confortante, una trappola in cui Happy, e lo sapeva già, non sarebbe caduta "I pochi che sanno della nostra esistenza, almeno. Chiamano me il marionettista, ma le persone non sono mie marionette, quindi chiamami Brian e lei" Brian rivolse lo sguardo alla ragazzina, che accennò un sorriso gentile "lei è Amelia"

Happy aveva soltanto un pensiero fisso, Oliver. Lo ricordava, aveva visto il suo terrore e aveva udito le sue grida, aveva visto il sangue che aveva scambiato per suo, e che al suo si era mescolato.

"Devo vederlo" Provò ad alzarsi, ma la sua caviglia doleva terribilmente, lanciò un urlo soffocato, Brian si portò la mano alla fronte.

"Oh no, Richard dice che la tua caviglia è rotta, sua sorella sta cercando le erbe per curarla" disse Amelia, sinceramente preoccupata, continuava ad agitare quasi maniacalmente le braccia.

"Mi dispiace" disse improvvisamente la piccola "Deve essere stato terribile, ma Richard dice che se la caverà, anche se potrebbe avere una convalescenza un pò lunga"

Richard? Continuavano a nominarlo, a dire che era con Oliver. Ma chi era adesso questo Richard?

"Ma insomma, si può sapere chi è questo Richard?"

"È uno dei ragazzi ritrovati" rispose Brian "Solitamente è lui a curarci quando, beh, succede qualcosa di inaspettato e che ha conseguenze inaspettate, è successo lo stesso anche a te. Non è vero, Happy?"

Com-Come faceva a sapere il suo nome?

"Come fai a sapere come mi chiamo?"

"Brian è un'Ihmisia!" Disse Amelia con fare entusiasta.

"Un...Che?" Si informò Happy, rivolgendosi all'interessato

Brian fece un gesto noncurante con la mano "non è necessario conoscere certe cose, per ora, devi riposare" disse, sorridendo gentile.

"Io non so se posso fidarmi...Non so neanche chi siete, e siete tutti così giovani! Dove sono i vostri genitori?"

Improvvisamente Amelia abbassò lo sguardo, assumendo con velocità impressionante quella che sembrava essere un'espressione triste e pensierosa, Brian intervenne "Non abbiamo genitori" disse semplicemente, sforzandosi di non mostrare tristezza, Happy intuì che quel pensiero era rivolto alla ragazza accanto a lui, per non abbatterla ancora di più.

Sembrava così gentile, eppure tutta questa faccenda era solo così bizzarra. Dei bambini, o appena più, che vivevano da soli, in quelle che sembravano capanne di legno rudimentali, che avevano anche un dottore che molto probabilmente aveva la loro stessa età.

Happy cominciò a sentire la testa pulsarle, emise un debole gemito.

"Devi riposarti" ripetè Brian "Te lo prometto, quando sarà il momento ti spiegherò in quale situazione ti trovi, ci troviamo. Non hai bisogno e non devi arrovellarti in questo modo"

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