Sangue d'argento

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Il luogo dell'incidente era impressionante.

Molto più di quanto Happy pensava che fosse.

Lei, Brian e Amelia erano corsi sul posto e Zarah era lì ad aspettarli, il suo solito ghigno allegro era scomparso.

Fissava ora loro, ora qualcosa che entrò nel campo visivo della ragazza solo appena fu arrivata a pochi metri da essa.

Trasalì alla vista della statua che l'auto (di cui tra l'altro non vi era traccia sul posto, particolare che Happy notò solo dopo) aveva urtato accidentalmente. La stessa statua che posava, col suo sguardo perso, sopra la frana che aveva impedito loro il passaggio, causando l'incidente.

Era rotta, I suoi pezzi argentei che brillavano sotto la luce della luna apparsa da poco nel cielo buio, ma il suo volto, che Happy avrebbe riconosciuto ovunque, era intatto, e sembrava posare il suo sguardo proprio su di lei...

Un'altro dei singhiozzi di Amelia la scosse.

Avevano tutti una tale espressione da funerale.

È solo una statua.

Forse è solo una statua...

"Che facciamo, quindi?" Chiese Zarah, rivolgendosi a Brian, che sospirò pesantemente

"Non lo so. Dobbiamo trovare chi l'ha liberato. È l'unico modo per sigillarlo di nuovo" rispose, sembrava non credere neanche lui alle proprie parole.

"Ma chi può averlo liberato?"

Brian rivolse il suo sguardo verso Happy, ma nessuno parve farci caso più di tanto, tranne Happy stessa.

"Andate a dormire" disse lui, non lasciando andare neanche per un secondo la sua indole pacata e gentile "Andate, e non pensateci troppo. Domani vedremo cosa fare, va bene?"

"S-sì" risposero all'unisono Amelia e Zarah, dileguandosi insieme per poi separarsi nella strada per andare alle due capanne.

"Brian, che succede?" Chiese Happy, non appena furono rimasti da soli.

"Happiness, devi rispondere a questa domanda, e devi essere sincera. Se menti, lo vedrò" disse il ragazzo, ora la sua voce suonava stranamente minacciosa.

Happy annuì debolmente.

Come faceva a sapere il suo nome completo?

Ah, è vero.

"Happiness, quando avete fatto quell'incidente, tu e il tuo amico, avete visto una statua come quella?" Indicò i frammenti argentati a terra "È importante" ripetè.

Happy non sapeva bene cosa pensare.

Liberare? Era stata lei a liberare questo "lui" per il quale tutti sembravano essere tristi?

"Beh, sì" si confuse mentre Brian la guardava, con uno sguardo compassionevole, sospirò.

"Va a dormire anche tu" ordinò, ma ora con tono più gentile "se sogni qualcosa di strano, o senti dei rumori sospetti fuori dalla tenda fammelo sapere, ok? Tu dormi in quella di destra, quella con la porta rotonda. Insieme a me e ad Amelia"

Happy annuì di nuovo. Sogni, rumori strani? Cosa stava succedendo? Tornò in sé e si diresse, insieme a Brian, alla tenda. I due non si dissero una parola per il resto della strada.

Si gettò in quell'ammucchio di coperte poste là solo per non farla dormire a terra, fallendo miseramente e risultando terribilmente scomode.

Per la prima volta a Happy capitò di pensare ai suoi genitori.

Stava abbandonando gatto e cane da soli nella stessa casa. Abbandonando...Li stava abbandonando? E se, contrariamente a quello che la ragazza pensava, si fossero preoccupati per lei? Se avessero pianto per lei?

Chiuse gli occhi, tentando di addormentarsi tra il dolore alla caviglia e i pensieri tormentosi che le passavano per la mente ma udì qualcosa.

Era così bello...Aprì leggermente un'occhio per avere un piccolo quadro della situazione.

Amelia stava piangendo e singhiozzando silenziosamente ma incontrollabilmente macchiando diverse parti del pavimento di stoffa della tenda, era lì distesa, incapace di addormentarsi, ma ascoltava con un sorriso tirato Brian, alla sua destra, inginocchiato accanto a lei, che cantava una bellissima ninna nanna, con voce melodiosa e perfettamente intonata, mentre le lacrime, da ciò che sembrava, cominciavano a smettere di colare dagli occhi della ragazza.

"Il giorno è passato ormai
La notte arriva ed è ora di dormire.
Dolci sogni regalerà
A questa dolce fanciulla.
Sogna, sogna i mostri là nell'orizzonte
Che al tuo cospetto si addolciranno.
Perché, mia dolce fanciulla
Il giorno è passato, ormai
Ha lasciato spazio alla notte e ora è tempo di dormire"

Happy non fece molto caso alle parole, erano semplici ma sembravano dette con tale sincerità.

La ragazza richiuse gli occhi, e lentamente, tra le note cantate da Brian...fu ora per lei di dormire.

Il sogno che fece fu bizzarro, alquanto bizzarro.

Era giorno, e lei stava visitando il bosco, non era da sola, era con Oliver e i due stavano giocando a nascondino.

Happy si era nascosta, ridacchiando, dietro un grosso pino dalle foglie verde chiaro.

A un tratto, quando Oliver fu abbastanza vicino al suo nascondiglio, Happy si spostò nella betulla vicina, che era fin troppo sottile per nasconderla interamente, ridacchiò di nuovo.

"Happy! Vieni fuori! Avanti! È mezz'ora che ti cerco..." Oliver sembrava cominciare a perdere la pazienza, mentre controllava dietro ogni albero con frustrazione evidente.

Poi, improvvisamente, cominciò a sentirsi a disagio; Osservata, quasi seguita, mentre si spostava ora con panico sempre crescente da un'albero all'altro.

Si sentì sfiorare una spalla da una mano delicata, non la mano di Oliver. Trattenne il fiato.

Non riusciva a muoversi, riusciva a malapena a respirare, mentre il suo cuore tamburellava forte nel suo petto.

Poi a un tratto sentì il suo corpo liberarsi, si voltò di scatto e nel farlo ruppe accidentalmente quella cosa...

La statua, quella che aveva incontrato durante l'incidente, quella per cui tutti erano tris-...No, ora Happy capiva non erano tristi, erano spaventati.

Sussultò quando i frammenti schizzarono per terra.

Sentì un'urlo...L'urlo familiare di Oliver, e poi dei passi che venivano verso di lei, passi frenetici, in corsa.

Poi tutto si oscurò, e si mise a sedere, pallida e finalmente sveglia, nella tenda che ospitava lei e due dei ragazzi ritrovati.

I ragazzi ritrovatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora