Capitolo tre

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Il venerdì successivo, era pomeriggio quando Peter era in camera sua, lavorando sugli spara ragnatele, quando sentì la porta del suo appartamento aprirsi, con Mary Jane che entrava. Lei aveva delle chiavi dell'appartamento di Peter che usava quando era talmente concentrato su qualcosa che neanche sentiva bussare, come in questo caso.
"Oh" Peter si rese conto che doveva non averla sentita suonare alla porta "scusami, sto lavorando sugli spara ragnatele" disse, continuando a non muoversi dalla sedia.
Mary Jane ridacchiò vedendo che continuava a non muoversi e andò lei da lui, trovandolo tutto impegnato con fluido delle ragnatele, spara ragnatele e cacciaviti. "Cosa stai facendo?" Gli chiese, dandogli un bacio sulla guancia per salutarlo.
"Stavo rendendo un po' più resistenti le ragnatele" spiegò Peter, mentre metteva via gli attrezzi in una cassetta che ripose nell'armadio, dove teneva tutto l'occorrente da Spider-Man, come gli attrezzi per aggiustare gli spara ragnatele, il costume quelle rare volte che non lo aveva addosso e la macchina da cucito "ultimamente sembra che ci sia il ritorno dei super criminali tutti insieme: ho combattuto contro Rhino, che a quanto pare è di nuovo scappato dalla polizia, ho visto di nuovo Avvoltoio, pare ci sia lo Scorpione in giro, ma non l'ho ancora beccato. Voglio essere preparato". Mentre spiegava, metteva a posto la cassetta e rimetteva con cura sulla scrivania il suo computer, probabilmente l'unica cosa più costosa di quell'appartamento. "Oh, ho anche aggiunto una cosa molto carina" disse sorridendo prima di mettere sul polso uno dei due spara ragnatele. Mirò sul soffitto e premette su un pulsante piccolino di un puntatore laser che aveva aggiunto da cui comparve una piccola luce rossa, che sul soffitto andò a proiettare una piccola forma che ricordava la sua maschera.
"Okay" rispose Mary Jane, guardando la cosa con perplessità "a che ti serve?"

"Pew! Pew pew!" Fece il verso mentre sparava a intermittenza con il puntatore laser la maschera negli occhi di un criminale che aveva attaccato al muro grazie alle ragnatele.
"Andiamo, mi hai già catturato, smettila!"
Esclamò frustrato il ladro, chiudendo gli occhi, infastiditi dalla luce.
"Ma no, è divertente!" Esclamò Peter ridendo "pew!"
"Fai Spider-Man da anni e sei ancora un bambino!"
"No, vedi, sono di nuovo un bambino, non ancora. Sai, devo divertirmi in tutto ciò che faccio, vengo da un periodo difficile e..."
"Okay, non mi interessa la storia della tua vita! Non puoi lasciarmi alla polizia e basta?"
"Okay, okay, pubblico difficile stasera. Vedo che non apprezzi il mio meraviglioso umorismo e le mie meravigliose doti dialettiche. È un problema tuo, sappilo". Detto ciò, per sicurezza lanciò qualche ragnatela su mani e gambe per bloccarlo più a lungo per poi andare via, non prima di averlo infastidito un'ultima volta con la luce negli occhi. 'E Mary Jane che diceva che era inutile' pensò, mentre tornava a casa sua oscillando, proprio dove lei era rimasta a dormire 'è la cosa più divertente del mondo'.
La sera successiva, Mary Jane aveva portato Peter ad uno degli eventi di beneficenza che ogni tanto la sua agenzia organizzava. Si trattava di eventi piuttosto eleganti dove ognuno poteva portare qualche persona con sé, nel corso della serata c'era da bere e da mangiare e alla fine c'era la raccolta fondi.
Mary Jane stava conversando con alcuni colleghi e colleghe, mentre Peter era fermo come un tronco mentre reggeva un bicchiere di vino. Questi erano quei momenti in cui avrebbe voluto che l'alcol avesse un po' di effetto su di lui. Lei era totalmente a suo agio con le persone, la guardava mentre conversava senza alcuna difficoltà, ridendo, mentre lui era lì, come un pezzo di legno. Pensò di consolarsi con il cibo e guardò verso i tavoli, ma vide che c'erano solo tartine grandi quanto le sue unghie con strane salse sopra. Sospirò, sperando che Flash e Liz arrivassero presto, sapendo che Mary Jane non potesse passare molto tempo con lui. Per fortuna, li vide arrivare dopo poco, mentre fissava con insistenza la porta.
"Oh, ecco i miei salvatori" disse Peter con un sorriso.
"Da quanto stavi fissando quella porta?" Chiese Liz, ridacchiando.
"Da davvero troppo tempo" ammise lui.
"Uuh, vino gratis!" Esclamò Flash contento avvicinandosi al tavolo, seguito da Peter e Liz. "Vedo che Mary Jane ti ha bidonato, stasera" aggiunse ridacchiando.
"Beh, sì, giustamente è qui con colleghi. Menomale che ci siete voi due".
"Queste sono quelle occasioni in cui voi due non vi vestite come se aveste ancora diciotto anni". Osservò Liz, guardandoli sorridendo.
"Ehi, io devo risultare cool nel caso i miei studenti mi vedano fuori scuola" ribatté Flash "Peter... Peter è così".
"Prima nessuno capisce il mio umorismo, poi nessuno capisce il mio grandioso stile..." Disse Peter scuotendo la testa con gli occhi al cielo, anche se stava ridendo. Guardò poi verso Mary Jane. Sorrise, sempre così bella e così energica. Improvvisamente, però, si sentì travolto da un'ondata di tristezza dovuta a insicurezza. Lui andava davvero bene per lei? In quei momenti gli sembrava che lei fosse troppo per lui, così estroversa, bella, radiosa. Cosa c'entrava lui, con lei? Si schiarì la voce. "Fa... Caldo qui, no? Esco un attimo, ma torno subito" annunciò ai suoi amici prima di allontanarsi prima che potessero dire qualsiasi cosa.
Dopo essersi recato fuori, Peter sospirò. Si sentiva stupido a pensare certe cose, sapeva quanto lei lo amasse, ma certe volte davvero non riusciva a capire perché. Era sempre stato paranoico, specie nei momenti della sua vita come questi in cui andava tutto troppo bene.
"Ehi, tutto bene?" Sentì dalla voce di Mary Jane. Si era già accorta della sua assenza? Era appena uscito.
"Sì, scusami. Fa caldo, dentro". Lei lo guardò sollevando un sopracciglio, non credendogli. "Okay, okay". Peter sospirò. "Niente, è che... Non so, a volte, in momenti come questi, penso che tu sia troppo, per me. Neanche so cosa trovi in me".
"Peter, nessuno è troppo per te. Sei la persona più coraggiosa, forte..."
"Andiamo, sai a cosa mi riferisco" la interruppe lui "non siamo troppo diversi? Insomma, tu sei così aperta, estroversa, incanti chiunque, io sono praticamente una lastra di ghiaccio".
Lei lo guardò scuotendo la testa e sorridendo. "Pensi che a me pesi il fatto che tu sia timido? Innanzitutto, credo che la cosa ti renda adorabile. Amo quanto sia facile metterti in imbarazzo. E amo vedere quanto, nonostante tutto, tu sia così aperto con me e le persone a cui tieni. E poi, siamo uguali sulle cose veramente importanti. Certo, mi so mischiare bene in qualsiasi ambiente, ma non sono certo un'aristocratica. Sono stata principalmente cresciuta da mia zia. Ho anch'io ricevuto tanta cattiveria da persone vicine a me. Mi piace poi pensare di poter essere buona anche solo la metà di quanto lo sei tu".
"Ehi, stai scherzando? Ti ricordo che mi hai salvato la vita, e prima che tu dica che non è vero, sì, lo è".
"Effettivamente stavo per dire che non è vero" ammise lei fingendo un broncio, ma poi gli sorrise "che c'è, ti ho convinto?"
Peter annuì. "Sì. Scusami, sono un idiota. È che a volte sono paranoico, lo sai. Ti vedo in contesti così, sempre così radiante e mi sembra di essere una persona triste?"
"Scherzi? Sei così divertente, così coinvolgente quando parli".
"Oddio, grazie! È esattamente ciò che ho detto a un criminale stanotte!"
Mary Jane rise e gli prese il volto fra le mani, lasciandogli un bacio sulla punta del naso. "Io ho dovuto imparare molto da te, lo sai?" Peter la guardò con sguardo interrogativo. "Tu avevi già conosciuto l'amore, io no. Ho dovuto imparare da te cosa si prova ad amare, cosa si prova ad essere amati. Tu mi hai insegnato l'amore. Ti ho raccontato le storie di dei ragazzi che avevo frequentato, di come non sia mai stata davvero neanche apprezzata o ascoltata da nessuno, ma solo usata. Tu mi hai insegnato l'amore".
"È... Forse la cosa più bella che qualcuno mi abbia mai detto" ammise Peter, mentre la guardava con occhi assolutamente ricolmi di amore "e non so come qualcuno possa non vedere tutta la bellezza che c'è anche dentro di te. E per inciso, quello che odio di più è sicuramente Paul".
"Assolutamente il peggiore" concordò lei, annuendo.
Peter sorrise e le accarezzò il viso. "Possiamo tornare dentro. Scusami, non volevo farti sprecare tempo".
"Ehi, nessun secondo passato con te è sprecato. E poi, se proprio lo vuoi sapere, sei il più bello della serata".
"Oh, certo, guarda che figurino".
Mary Jane alzò gli occhi al cielo, sapendo che fosse ironico. "Prima o poi riuscirò a farti passare trenta secondi senza che inizi a parlare male di te stesso. Hai tante, tante qualità e sei anche davvero bello, tigrotto. Ora, ti ricordo che la prima volta che ci siamo incontrati, alla festa di Capodanno, sono riuscita a farti scatenare. Ci riuscirò anche stasera". Detto ciò, gli prese la mano e lo trascinò dentro. Peter non oppose alcuna resistenza e la guardò sorridendo.
La sera in cui l'aveva conosciuta per la prima volta aveva decisamente fatto centro.

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