Capitolo dieci

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Il giorno dopo il funerale di Flash, Peter si era recato al Bugle dopo qualche giorno di assenza. Il giornale non aveva ancora scritto nulla per ciò che riguardava la morte di Flash e Peter non sapeva come interpretare la cosa, temeva che aspettassero qualche foto in cui incastrava il suo alter ego mascherato. Arrivato al giornale, Peter cercò di essere il più invisibile possibile e si mise a lavorare silenziosamente sui computer, quando vide Jameson avvicinarsi a lui.
"Parker, per quanto riguarda la questione di Eugene Thompson..."
"Flash" lo corresse Peter, interrompendolo "si faceva chiamare Flash. E no, Spider-Man non c'entra niente".
"Bene, ti credo" a sentire queste parole, Peter sollevò finalmente lo sguardo dal computer, guardandolo sorpreso.
"Sei tu qui quello a cui importa di più e se mi dici che non c'entra niente, ti credo. Ma comunque, ero venuto qui per darti le mie condoglianze per quello che è accaduto".
"Grazie" rispose Peter a bassa voce, temendo che gli si spezzasse. Era ancora in quel punto in cui rischiava di piangere ogni volta che ci pensava.
Quel pomeriggio, uscito da lavoro, Peter era al computer quando sentì Mary Jane entrare in casa. Era talmente assorto da ciò che stava leggendo che non l'aveva sentita bussare. Sentendola avvicinarsi, chiuse la pagina web da cui stava leggendo.
"Che stavi facendo?" Chiese lei, incuriosita.
"Niente di importante" lei lo guardò con sospetto, per non averla sentita doveva essere tanto assorto e a buona ragione, ma decise di non insistere "non dovresti essere qui, lo sai" aggiunse poi lui, ancora preoccupato del fatto che Kraven fosse a piede libero e a conoscenza di dove si trovasse casa sua.
"Andiamo, se non l'hai trovato probabilmente non è più a New York, l'hai detto tu stesso, no? E poi ci sei anche tu qui, nel caso. In più, volevo controllare come stessi".
Peter sospirò "va bene, ma non venire quando non ci sono, okay? Se ti rendi conto che non ci sono, voglio che tu te ne vada subito".
Lei annuì, non voleva farlo preoccupare né voleva sicuramente mettersi in pericolo.
"E lì cos'hai?" Chiese poi Peter, notando una busta in mano di Mary Jane.
Lei la sollevò leggermente, guardandolo con un sorriso. "Ti ho portato da mangiare. Sushi, nello specifico" comunicò ridacchiando vedendo il sorriso che si formò sulle labbra di Peter.
"Tu sì che sai come viziarmi".
I due si spostarono in sala da pranzo, mettendosi a mangiare sul divano con la TV accesa. "Tu niente sushi?" Chiese Peter, notando che lei si era presa invece un primo. Lei alzò le spalle.
"Sì, non ne avevo molta voglia".
I due rimasero abbracciati sul divano guardando distrattamente un film, con Mary Jane che aveva la testa poggiata sul petto di Peter, mentre lui le accarezzava i capelli. Si sentiva molto più tranquillo solo con la sua presenza, tuttavia c'era una cosa a cui non riusciva a pensare.
"Come sta Liz?" Le chiese ad un certo punto.
Mary Jane sollevò leggermente la testa, guardandolo "lo sai che glielo puoi chiedere tu stesso, vero? Anzi, in realtà dovresti".
Peter sospirò "lo so, lo so, e giuro che lo farò. È che... Non riesco a non sentirmi responsabile e il fatto che neanche possa dirle la verità mi distrugge. Non so con che coraggio potrei. Lo farò, ma non so quando".
Mary Jane gli prese una mano, accarezzandola dolcemente "lo so che non è una bella situazione, anzi. Ma anche se non puoi dirle la verità, puoi comunque mostrare che ti importa, perché so che è così".
Peter annuì "hai ragione... Grazie. Sei fantastica, davvero" disse, rivolgendole un sorriso sincero.
La sera successiva, Peter era seduto sull'Empire State Building, dove andava ogni volta che aveva bisogno di stare da solo coi suoi pensieri, ma tenendo aperta dal telefono la radio della polizia in caso di necessità, anche se negli ultimi giorni, dopo la morte di Flash, non aveva avuto molto da fare come Spider-Man. Si trovava quindi lì, in alto, lontano da tutti, a quanto accaduto negli ultimi giorni, al fatto che avrebbe decisamente dovuto sentire Liz, alla decisione che stava per... I suoi pensieri furono interrotti da una voce alla radio della polizia, che segnalava la presenza di Rhino in strada. Non sembrava aver rubato nulla, ma a quanto pare stava semplicemente correndo con l'armatura per strada distruggendo macchine ed edifici vuoti. Peter sapeva che probabilmente era solo per attirare la sua attenzione, na in fondo, chi era lui per dirgli di no? Dopo aver raccolto informazioni su dove si trovasse tramite il rapporto, si mise la maschera e si lanciò nel vuoto per qualche metro prima di sparare una ragnatela contro un grattacielo e iniziare ad oscillare in quella direzione. Arrivato lì vicino, in una zona poco abitata, Peter notò delle volanti della polizia distrutte. No, no...
Atterrò lì vicino e notò che non solo gli agenti non fossero sopravvissuti, ma che non sembrava tutta opera di Rhino. Ad esempio, c'erano alcuni squarci in una delle volanti che sembravano causati dalle ali di... Il senso di ragno di Peter si allertò, spingendolo a guardare verso l'alto, dove vide l'avvoltoio che stava tentando di planare su di lui, artigli pronti. "Oddio" disse Peter prima di scansarsi in tempo, facendolo atterrare maldestramente a terra. "Sul serio, Toomes? Sul serio c'era bisogno di fare tutto questo per attirare la mia attenzione? Cosa volete tu e Rhino da me?"
Non appena finì di chiederlo, il suo senso di ragno si attivò e un attimo dopo vide l'armatura di Rhino correre nella loro direzione. Toomes si sollevò con le ali della sua armatura, mentre Spider-Man, con numerosi balzi, dovette evitare i vari proiettili che Rhino stava sparando contro di lui. Mentre li evitava, però, il suo senso di ragno si fece più forte, ma non fece in tempo ad evitare anche l'onda d'urto che lo colpì sul fianco. L'eroe venne scaraventato con violenza a qualche metro di distanza, atterrando bruscamente. Gemette di dolore portandosi una mano sul fianco, vedendo Shocker arrivare sulla scena, probabilmente era nascosto dietro un edificio. Non solo non era più in galera, ma aveva potenziato i guanti? Era stato colpito altre volte dalle sue onde d'urto, ma mai con così tanta forza.
"Non mi sembra di aver mai detto che siamo solo io e Rhino" commentò ridacchiando Toomes.
Spider-Man si rialzò. "Ci manca solo il resto dello zoo e sono a posto..." Borbottò. Non l'avesse mai detto. Il suo senso di ragno si allertò di nuovo e fece un balzo per evitare che le braccia meccaniche del dottor Octopus lo afferrassero da dietro. Nel farlo, però, non riuscì ad evitare il tentacolo che velocemente si spostò per afferrarlo da un piede e sbatterlo con violenza a terra. Rapidamente, Spider-Man sparò una ragnatela in faccia a Octavius per farlo distrarre e ne approfittò per liberarsi dalla presa giusto in tempo per evitare la coda dello Scorpione, anche lui arrivato sul posto.
"Ah, riunione di famiglia?" Chiese Peter "potevate semplicemente farmi uno squillo per avvisarmi" nel mentre, si guardava nervosamente attorno, cercando di capire come riuscire ad affrontarli tutti nello stesso momento.
Nel frattempo, Kraven osservava la scena nascosto, guardando il tutto con un sorrisetto. Bevette il contenuto di una boccetta di vetro, per poi romperla con la propria mano. Li avrebbe fatti giocare un po' con la sua preda, ma poi sarebbe stato lui a finirlo.

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