Capitolo quattro

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Qualche giorno dopo, Peter, nel suo costume, aveva appena iniziato ad oscillare per le strade di New York, cercando di capire se ci fosse bisogno di aiuto da parte sua. All'improvviso, sentì a qualche metro di distanza dei colpi di pistola e suono di sirene della polizia. Decise quindi di andare a vedere cosa stesse accadendo. Dopo qualche metro, arrivò sul posto e per vedere diverse volanti della polizia, alcune ancora intatte e sul posto, altre lanciate a diversi metri di distanza, con alcuni poliziotti posizionati dietro che tentavano di sparare contro il loro obiettivo, ovvero lo Scorpione, che però avanzava verso di loro con non curanza, i proiettili che rimbalzavano contro la sua armatura.
I poliziotti videro arrivare Spider-Man e cessarono il fuoco.
"Ehi, perché non discutiamo io e te di qualsiasi cosa tu stessi discutendo con loro? Sai, da aracnide ad aracnide" disse Spider-Man atterrando dietro di lui, ancora prima che Gargan potesse girarsi per vedere perché i poliziotti avessero cessato il fuoco.
"Spider-Man, che piacere" rispose lo Scorpione con un sorriso malvagio e, senza perdere tempo, cercò di attaccarlo con la propria coda meccanica, prontamente evitata dall'eroe, il quale stava cercando di avvicinarsi al nemico, che però lo teneva a distanza con la coda.
"Come mai da queste parti, Gargan?" Chiese "rapinavi una banca? Gioielleria? Ultimamente voi criminali fate solo quello". Detto ciò, siccome non riusciva ad avvicinarsi, sparò due ragnatele contro di lui e le uso per tirarlo verso di sé. Prima che l'avversario potesse fare qualcosa, Peter gli tirò un calcio sotto il mento, facendolo balzare all'indietro, ma con molto meno impatto di quanto avrebbe dovuto avere un calcio di quella potenza.
"In verità" iniziò Gargan, rialzandosi e mostrando un sorriso malvagio "ho reso più resistente e più forte la mia armatura e ho deciso di testarla un po' in giro. Così come ho testato un po' il mio nuovo veleno, che non vedo l'ora di fare assaggiare anche a te".
Peter sentì il sangue ribollire. Testato il veleno? Aveva ucciso qualcuno, in più solo per quello? Sentì anche un magone. Sapeva razionalmente di non poter essere ovunque, allo stesso tempo, quando qualcosa di brutto accadeva in sua assenza, non riusciva a non sentirsi responsabile, a non chiedersi come sarebbero state le cose se lui fosse stato presente. Ancor prima che il nemico potesse ripararsi con la cosa, Peter si lanciò contro di lui, attaccandolo con un pugno che ebbe poco effetto contro la resistente armatura dell'avversario. I due continuarono a tentare di colpirsi, a volte non riuscendoci, altre volte riuscendoci ma con scarsi risultati.
"Sai, non riesco davvero a capire te o Octavius" iniziò Spider-Man, riuscendo a tirare un calcio nel petto dell'avversario abbastanza efficace da gettarlo a terra. Gli bloccò gambe e braccia con ragnatele e iniziò a tentare di strappargli l'armatura di dosso. "Eravate entrambi scienziati, perché scegliere questo? Perché uccidere, perché derubare? Non avete bisogno di niente di tutto ciò".
In tutta risposta, lo Scorpione rise, liberandosi dalle ragnatele aiutandosi con gli artigli della sua armatura. "Il povero Spidey è così ingenuo da non capire che gli altri non sono stupidi come lui e che se hanno un'opportunità per essere qualcosa di più, la sfruttano". Detto ciò, riuscì a colpire l'eroe con abbastanza forza da farlo indietreggiare. Approfittando dell'attimo di cui avrebbe avuto bisogno per riprendersi, lo colpì nuovamente in faccia, questa volta con la coda, facendolo cadere a terra. Tentò di attaccarlo con gli artigli, ma Peter li bloccò prontamente.
"Sfruttare per cosa? A cosa ti porterà tutto questo?" Chiese Peter mentre continuava a bloccare a fatica gli artigli del nemico mentre questo continuava a spingere con forza mentre l'eroe li teneva bloccati con le sue mani.
Sentì nuovamente il nemico ridacchiare e avvicinarsi al suo orecchio. "Non fare tanto il santo, tanto sappiamo tutti cosa hai fatto, sappiamo tutti che Quentin l'hai ucciso tu".
Solo a sentire quelle parole, la presa di Peter si indebolì. Nonostante fosse passato del tempo, durante il quale aveva cercato di non pensare a questo, il senso di colpa e le conseguenze che aveva avuto continuavano a gravare su si lui, specie se qualcuno citava ciò che aveva fatto.
"Uh, tasto dolente, eh?" Chiese retoricamente il nemico e, approfittando della presa indebolita di Spider-Man, i suoi artigli andarono a finire nella spalla dell'eroe. Peter strinse gli occhi dal dolore e calciò via il nemico, per poi bloccare la ferita con una ragnatela.
"Non parlare di cose di cui non sai assolutamente nulla" disse Peter con tono duro, prima di partire nuovamente all'attacco. Questa volta, però, Gargan non perse tempo. Peter sentì il senso di ragno allertarsi mentre si stava gettando contro il suo nemico, ma era troppo tardi per scansarsi. La punta della coda meccanica dello Scorpione andò ad infilarsi nella ferita, rilasciando il veleno. Peter mugolò dal dolore, ma, con mani tremanti, tolse la coda dalla ferita, sotto lo sguardo incredulo del suo avversario. "Questo veleno dovrebbe essere in grado di uccidere due elefanti insieme!" Esclamò frustrato. Effettivamente, non è che non stesse avendo effetto su Peter, anzi. Aveva iniziato a vedere sfocato e stava iniziando ad avere difficoltà a tenersi in piedi, sentiva le gambe sempre più pesanti e tremolanti, come le braccia. Prese un respiro profondo prima di colpire nuovamente il suo avversario con non molta forza, ma lasciandolo comunque allibito. Dopo qualche secondo, però, Peter crollò a terra, perdendo i sensi.
Quando si risvegliò, non sapeva quanto tempo fosse passato, ma era messo seduto di schiena contro una volante della polizia, la maschera leggermente sollevata per scoprirgli bocca e un pezzetto del naso, mentre un agente di polizia gli faceva aria con un po' di carta. Peter si guardò un attimo attorno confuso, ancora dolorante. Poi sobbalzò, rendendosi conto della maschera sollevata, che abbassò subito.
"Rilassati, rilassati, era solo per farti respirare meglio, nessuno ha visto niente" lo tranquillizzò l'agente.
"Cosa... Cosa è successo?" Chiese Peter, che iniziava a ricordare gli ultimi eventi "dov'è Gargan?"
"Quando sei svenuto, non si è messa bene" gli spiegò l'agente "abbiamo cercato immediatamente di intervenire di nuovo, ma non riuscivano neanche ad intervenire. Sei stato fortunato, è arrivato quel tuo amichetto vestito da diavoletto. Purtroppo l'ha solo messo in fuga, sembrava esasperato dal suo arrivo, purtroppo però non l'abbiamo catturato".
"Oh, è da tanto che non lo vedevo" disse Peter, rialzandosi a fatica con un grugnito di dolore "quando lo rivedrò, lo ringrazierò".
"Non sforzarti troppo, mi raccomando" si raccomandò l'agente, vedendolo camminare ancora a fatica.
"Ricevuto, capo!" Rispose lui allontanandosi. Recuperò la macchinetta fotografica, che aveva sventuratamente scattato anche lui che cadeva a terra come un provolone e l'arrivo di Daredevil. Almeno Jameson sarebbe stato contento. Andò in un vicolo a cambiarsi, senza controllare le proprie condizioni.
"Parker, cosa diamine ti è successo alla faccia?" Chiese Jameson quando vide Peter entrare in ufficio. Si era beccato un piede e un colpo di coda piuttosto forti in faccia durante lo scontro e ne portava ancora i segni.
"Ehm... Credo mi sia arrivato un bidone in faccia mentre facevo le foto" disse, mostrandogliele.
"Questo delinquente di Spider-Man non si cura minimamente della salute dei poveri cittadini onesti" rispose Jameson scuotendo la testa con disappunto mentre vedeva le foto "ti metti a rischio ogni volta che segui quel furfante. Oh, cielo, due delinquenti? Anche il diavolo? Inconcepibile!".
"Magari con un aumento..."
"Non dire assurdità e fuori da qui! E torna con altre foto con Spider-Man che sviene, sono molto divertenti!" E Peter filò via dall'ufficio. Appena uscito, venne chiamato da Mary Jane, la quale gli chiese a che ora sarebbe potuta passare da lui, dopo.
"Allora, sto tornando a casa giusto ora, dopo devo ricucire il costume, sai, si è strappato. Poi il nemico mi ha avvelenato, devo vedere se è tutto okay".
"... E tu mi dici prima del costume?" Chiese Mary Jane, abbastanza esasperata dalla poca cura che Peter aveva per se stesso "stai bene?"
"Sì, sono solo un po' dolorante. Fuori e dentro, in verità. Ha... Parlato di Quentin".
A questo punto, lei gli chiese nuovamente se stesse bene. Peter sospirò. "Io... Sì. Non è sempre facile, ma so che devo superarlo".
"Non sei solo" gli ricordò lei "hai tante persone che vogliono solo il meglio per te, lo sai, vero?"
"Lo so" rispose sinceramente Peter, sorridendo "wow, ci conosciamo già da sei mesi, come passa veloce il tempo. Ma d'altra parte, sembra quasi passato molto di più".
"Piano, tigrotto" rispose lei, ridacchiando "la settimana prossima saranno passati sei mesi".
"Veramente siamo già a fine giugno" ribatté lui ridacchiando a sua volta, ipotizzando che la sua ragazza avesse perso la concezione del tempo.
"Sul serio?" Chiese lei, facendo una piccola pausa probabilmente per controllare la data "... Oh".
"Non dirmi che hai dimenticato qualcosa di lavoro".
"Sì, ehm... Qualcosa del genere. Ci vediamo dopo, allora!"
"A dopo. Ti amo".
Peter chiuse poi il telefono, recandosi a casa.

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