Introduzione

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Non si può dire che la vita di Artemisia sia stata comune, anzi che le sue vite siano state comuni. Divisa tra due mondi e due tempi che si influenzano a vicenda attraverso di lei. Aveva fatto la scelta più rischiosa su richiesta di quel vecchio e saggio mago che era Albus Silente, si era posta al centro della scacchiera, il punto più scoperto del gioco ma anche quello da cui era più semplice spostarsi per sperare di fare scacco.

Entrambi gli schieramenti cercavano la combinazione giusta per vincere la partita, lei la conosceva ma non poteva rivelarla prima del tempo, e se Voldemort l'avesse scoperto di certo l'avrebbe costretta a parlare. Silente e Artemisia avevano deciso di giocare d'anticipo, nella maniera più anti-intuitiva possibile, avevano posto di fianco al mago oscuro la chiave per vincere e lui non ne aveva idea. Viveva nella stessa casa, il Maniero della famiglia Malfoy, con la migliore fonte di conoscenza che potesse trovare, di gran lunga più certa rispetto alla profezia che aveva cercato invano di rubare durante tutto l'anno appena trascorso, e non lo sapeva. Artemisia dunque camminava costantemente sul filo del rasoio conoscendo solo in teoria quali sarebbero state le prossime mosse e superficialmente.

Il suo arrivo a Villa Malfoy era stato accolto con poco entusiasmo da parte dei suoi abitanti. Con i due padroni di casa che la giudicavano per essere riuscita a scappare dall'Ufficio Misteri quando Lucius Malfoy era stato catturato e rinchiuso ad Azkaban facendo cadere la reputazione della famiglia in miseria. Si dovevano muovere nell'ombra i Malfoy, per non essere additati e insultati dai maghi spaventati dal ritorno di Voldemort. Il Signore Oscuro a sua volta si era interessato poco all'arrivo della giovanissima mangiamorte, deluso e inviperito, insoddisfatto della punizione che le aveva inflitto. Ancora si ricordava, Artemisia, gli effetti di una cruciatus lanciata dal mago oscuro, qualcosa in confronto al quale la stessa maledizione lanciata da Macnair le sembrava un misero schiaffo di rovescio. Era stata affidata ad Antonin Dolohov, uno dei seguaci più spietati e potenti, dal carattere imprevedibile e i piaceri perversi. Un uomo che Artemisia temeva e da cui si guardava ogni volta che doveva condividere la stessa stanza per gli allenamenti, eppure quel suo intervento in sua difesa sembrava averlo ammorbidito.

La prima notte in quelle mura l'aveva passata insonne, osservando l'alto soffitto della sua stanza. Aveva lasciato il suo compagno appena quella mattina, dopo essersi risvegliata abbracciata a lui nel prato umido di rugiada del cortile di Hogwarts. Avevano guardato l'alba insieme, avevano ammirato quei toni del rosa che sarebbero stati gli ultimi per molto tempo. Ma la loro vita, da quando si erano separati, si era oscurata con un pesante drappo nero su cui non si vedevano le macchie di sangue. Sarebbero passate settimane prima del loro successivo incontro, che però non avrebbe lasciato spazio alla spensieratezza. Indifferenti come se non fossero mai stati insieme. Da quando si erano separati non ci sarebbe stata occasione di ricongiungersi per molto tempo. 

Introduzione brevissima ma che ci dà un po' l'impostazione della seconda parte della storia. La pubblico da subito ma le parti successive richiederanno un po' di tempo perchè sono in sessione e sarò impegnata. Approfitto per farvi notare due cose. Il titolo di questa parte come della prima è una citazione di Artemisia Gentileschi, omonima della nostra protagonista non a caso, la cui storia è importantissima e interessante sotto diversi punti di vista, per chi non la conoscesse vi invito ad approfondire. Seconda cosa la copertina: nella prima parte vedevamo due figure camminare insieme nella neve, ora ce n'è solo una in uno spazio gelido ancora più ampio, questo perchè Artemisia sarà autonoma per buona parte della storia. Spero che le premesse vi convincano e incuriosiscano. Pazientate e porteremo a termine questo viaggio. 

Finché vivrò avrò il controllo sul mio essere.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora