La battaglia di Hogwarts (parte I)

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Esplosioni e crolli erano il sottofondo del suo sonno. Era crollata sperando solo che il dolore all'avambraccio passasse e dopo molto così era stato. Era crollata sotto lo sguardo preoccupato di Silente e Black che si scambiavano qualche parola sull'accaduto. In quello studio vi era una quiete innaturale ma fuori di lì imperversava la battaglia.

Sotto lo sguardo di tutti gli studenti e insegnanti Piton era fuggito. "Codardo!" gli aveva gridato dietro Minerva McGranitt e poi aveva preso in mano la situazione coordinando gli studenti. I minorenni furono fatti evacuare, i Serpeverde furono chiusi nei sotterranei, e i professori si affrettarono per alzare le difese più potenti possibile intorno ad Hogwarts.

"Che fine ha fatto Artemisia?" chiese Rolanda preoccupata non vedendo la collega da nessuna parte. "Non ne ho idea" rispose Vitius, Harry Ron ed Hermione che in quel momento stavano lasciando la sala per ricercare il diadema li sentirono parlare.

"Te l'avevo detto, Harry, deve essere andata via con Piton, si è riunita a Tu-Sai-Chi" gli sussurrò la ragazza.

"Ma non è possibile, sapeva degli horcrux, solo Silente può averglielo detto e poi ci ha aiutati, se fosse stata dalla sua parte ci avrebbe consegnati a lui quando ne aveva l'opportunità" ragionò il prescelto. Ma non avevano tempo, il discorso cadde nel vuoto e si affrettarono ogni uno ai propri compiti, Harry con Luna e Ron ed Hermione verso la camera dei segreti.

Intanto i mangiamorte si erano radunati ai confini della scuola, il Signore Oscuro li capeggiava soddisfatto. "Illusi, non dureranno una notte" rise con la sua risata sibilante e si voltò a guardare il suo braccio destro appena giunto. "Potevo aspettarmi tanta stupidità da Alecto e Amycus, ma che Artemisia si facesse schiantare da degli studenti... se li recupereremo bene, altrimenti sarà la conseguenza della loro incapacità", Piton si limitò ad annuire con il capo, lo sguardo gelido mentre osservava la barriera resistere sotto gli incantesimi dei suoi compagni.

Un fasciò di luce accecante partì dal mago oscuro di fianco a lui e si schiantò contro la protezione. Seguì quel fulmine fino alla bacchetta dell'uomo, una bacchetta talmente particolare da essere immediatamente riconoscibile, la bacchetta di Silente. L'incantesimo si interruppe bruscamente, Voldemort ritrasse la mano come se si fosse bruciato e studiò il legno con i suoi piccoli occhi insanguinati, l'espressione adirata.

Un urlo entusiasta distolse l'attenzione di Piton dal mago, la barriera era caduta e ora i mangiamorte, i giganti, i lupi mannari si riversavano nei confini del castello. In pochi minuti il cortile iniziò a illuminarsi delle luci rosse degli schiantesimi e quelle verdi mortifere, fuoco e fiamme si innalzarono tra le mura. Quando si voltò scoprì che lì erano rimasti pochi compagni che scalpitavano per prendere parte allo scontro. Il suono cadenzato di passi e di un bastone lo raggiunse e un odore di tabacco ed alcool gli arrivò alle narici.

"Lucius" lo salutò freddamente.

"Ti vuole vedere, ti aspetta nella stamberga strillante", era giunto il momento, lo sentiva. Istintivamente si strinse la tasca interna del mantello al petto, un astuccio di quelli di pelle che si avvolgono su sé stessi conteneva tutte le pozioni che gli occorrevano, le lacrime di fenice invece erano in un'altra tasca avvolte in un panno per proteggerle da eventuali urti.

"Prima della fine della battaglia pensa a cosa è meglio pre Draco, è un consiglio spassionato Lucius, accoglilo" gli disse.

"Sei stato un ottimo compagno, Severus" fu la risposta dell'altro che non diede a vedere quanto quelle parole lo avessero colpito. Era preoccupato, Draco era nel castello, non si era riunito al Signore Oscuro, e non sapeva cosa avesse in mente. Forse ci aveva visto più chiaro di lui in quella situazione o forse si sarebbe solo fatto ammazzare.

Finché vivrò avrò il controllo sul mio essere.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora