Corda

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"Draco!", il giovane Malfoy si voltò non appena si sentì chiamare. Stava vagando nell'ala est del maniero ormai da molte ore, catatonico e pallido. Quella mattina aveva parlato con sua zia della missione affidatagli dal Signore Oscuro e nonostante l'entusiasmo della donna non era riuscito a condividere il suo punto di vista. "Come stai?", si ridestò dai suoi pensieri quando udì la voce preoccupata della ragazza di fronte a lui. Artemisia lo osservava da alcuni passi di distanza, quella sufficiente affinché egli non sentisse minacciato il suo spazio personale. Era bella si ritrovò a pensare il biondo, avvolta in quegli abiti da strega austeri e scuri, i capelli neri che aveva da poco tagliato sopra le spalle le incorniciavano il viso affilato, più pallido ed emaciato di quanto lo ricordasse, sembrava più vecchia di 10 anni ma era più affascinante che mai. "Bene", rispose bruscamente a quella domanda. "Bene è una risposta generica e convenzionale", "Ti dico che sto bene". Si voltò nuovamente per proseguire con il suo vagare incerto ma una mano piccola e fredda si posò sulla sua spalla e lo invitò a girarsi. "Vieni, andiamo un po' fuori. Ci farà bene un po' di sole".

Uscirono nei giardini della villa. Draco era a disagio e non sapeva perché effettivamente l'avesse seguita, stava in piedi rigido e con la camicia lunga azzurra che lo fasciava stretto, di contro Artemisia fece un paio di passi più avanti, trovò un angolo assolato e da un momento all'altro si gettò a terra seduta. In quel breve frangente perse tutti gli anni in più che ingiustamente si portava e fece nascere un leggero sorriso suo volto del ragazzo che la riconobbe come sua compagna. "Siediti anche tu", "No grazie, preferisco stare in piedi", "Fa come vuoi". Alle sue parole seguì un impercettibile movimento della mano e al posto delle loro voci chiunque passasse sentì solo un leggero ronzio.

"So che non è quello che volevi, credo sia una specie di punizione per tuo padre", "Ma come ti permetti, è tutta la vita che aspetto questo momento, sono onorato di aver preso il marchio", si mise lui sulla difensiva. "Non ci credi neanche tu a quello che dici", decretò Artemisia con una fermezza tale da farlo tentennare. "Io... forse non era così che volevo accadesse, ecco, e poi..." ma si interruppe, l'informazione che stava per darle era ristrettissima e non era sicuro di poterla comdividere. Lei ebbe l'impulso di usare la legilimanzia ma pensava di sapere cosa intendesse quindi si trattenne e tentò con una leggera allusione per farlo continuare: "Sai da quando sono entrata tra i mangiamorte mi sono impegnata molto e ho affrontato già molte missioni affiancata da compagni più grandi, ho paura che tra poco mi verrà affidato qualcosa da compiere da sola ma non so se ne sarò all'altezza". Vide il ragazzo soppesare le sue parole e rimanere lungamente in silenzio a osservare un punto sul prato non distante dalla sua mano.

"Credo anche io che stia tentando di punire mio padre perché mi è stata data una missione impossibile", "Cosa?!?" si finse stupita. "Si...", al solo pensiero il viso di Draco si rabbuiava. "Di che si tratta? Se puoi parlarmene". Il ragazzo inspirò pesantemente: "Mi piacerebbe poterlo fare".

*

Nei giorni successivi Draco ripensò spesso allo sguardo preoccupato di Artemisia e iniziò a considerarla l'unica persona lì dentro che potesse davvero capire la sua situazione, forse era l'essere praticamente coetanei che lo portava a pensarla così. Passava molto tempo nella biblioteca della villa, che ospitava moltissimi libri oscuri perfetti per il suo problema. Studiava incantesimi e pozioni che potessero essergli utili e se li annotava su pergamene interminabili. Gli sembrava impossibile affrontare Silente in uno scontro frontale e soprattutto non se la sentiva di ucciderlo davanti ai suoi occhi, quindi una maledizione o una pozione che potessero agire a distanza gli sembravano la scelta più conveniente, l'unico problema era che tutto ciò che trovava era decisamente  fuori dalla sua portata.

"Zia Bella io ho qualche idea ma non so come posso fare da solo, avrei bisogno di qualcuno che mi aiutasse, rischio di essere scoperto mentre sto ad Hogwarts". Stavano nuovamente discutendo della missione, Bellatrix infatti voleva sapere se vi fossero stati sviluppi ma era delusa dagli inesistenti passi avanti del nipote. "Questo non è possibile Draco, il Signore Oscuro è stato chiaro", "Lo so ma...", "Niente ma!". L'espressione della donna era allucinata mentre Narcissa stava seduta poco distante e rifletteva sulle parole del figlio. Sapeva chi avrebbe potuto aiutarlo ma dubitava del fatto che ne sarebbe stato contento.

Finita quella discussione la madre del ragazzo prese le sue cose e si diresse ai confini della villa per smaterializzarsi, seguita dalla sorella furibonda perché non condivideva affatto la sua idea. Entrambe si smaterializzarono a Spinner's End.

Draco invece era amareggiato, tremava e gli occhi gli bruciavano per la rabbia e la frustrazione. Era stato cacciato dalla stanza prima che le due donne uscissero e si era incamminato verso l'ala opposta senza sapere il perché. Si ritrovò a bussare a una scura porta di mogano e pochi attimi dopo un paio di rassicuranti occhi verdi si manifestarono davanti a lui. "Hey", "Hey... posso entrare?", "Certo! Finisco solo di leggere una pagina e sono tutta tua". La ragazza si risedette alla scrivania mentre l'altro chiudeva la porta alle loro spalle e lanciava un incantesimo silenziante. Dopo qualche minuto di silenzio il rumore della copertina che si chiudeva diede il via a una tensione crescente e ripensamenti continui.

"Dimmi, perché mi cercavi?", chiese cercando di trasmettere sicurezza. "Ecco io... avrei bisogno di una mano" e così dicendo le passò un foglio con su scritte un paio di pozioni e di incantesimi. "Tu li sai eseguire?", la ragazza li lesse storcendo il naso e sbarrando gli occhi di tanto in tanto. "Beh li conosco quasi tutti, però non li ho mai eseguiti", "Pensi di poterlo fare?", chiese lui con insistenza, allora lei si alzò dalla sedia e si avvicinò a lui con sguardo mortalmente serio. "Chi devi uccidere Draco? E se vuoi farlo non sarebbe più efficace una maledizione senza perdono?", il tremore alle mani del ragazzo aumentò visibilmente, tanto che dovette stringersele dietro la schiena per fermarle. "È una persona a scuola, ma è potente e non riuscirei mai a sfidarla apertamente", rimase vago, sperando così di non violare nessun ordine dell'Oscuro Signore. "Capisco, allora le tue soluzioni sono ridicole", disse con un'altezzosità degna del più altolocato dei Malfoy. "Come scusa?!", Draco era allibito da quel cambio di atteggiamento e da quelle insinuazioni. "Hai capito cos'ho detto. Non ti servirà a nulla questa lista, se ho capito cosa devi fare ti serviranno più mangiamorte al tuo fianco, devi trovare un modo per farci entrare a Hogwarts e in quell'occasione potrai assolvere il tuo compito", "Io...io...", il giovane non riusciva neanche a esprimersi compitamente di fronte alla fermezza della ragazza. "Ricordo come se fosse ieri la prima volta che ho ucciso, e capisco che possa farti paura ma ne va della tua di vita, non dovrai esitare quando sarà il momento", si mostrava decisa sperando di trasmettergli quella stessa sicurezza di cui lei stessa era manchevole. Ricordava con amarezza la notte della sua iniziazione e il senso di vuoto che era seguito, lei aveva avuto qualcuno a farle da supporto però e si ripromise di esserci per Draco. "E come dovrei fare?", fu la domanda incerta. "Se la memoria non mi inganna- e veramente sperava non la ingannasse perché era argomento del programma di storia che aveva fatto quasi 3 anni prima quando era ancora nel suo tempo- c'è un armadio svanitore nella stanza delle Necessità, e ne ho visto uno identico da magie Sinister. Potremmo lavorarci insieme per farli funzionare, tu dalla scuola e io da qui". "Sì ma io non potrei coinvolgere nessuno in questa missione, sono gli ordini", contestò Draco prossimo a una crisi di nervi. Artemisia stava perdendo la pazienza di fronte al mago ma lo perdonava vista la sua giovane età. È interessante notare come in queste circostanze si dimentichi ciò che non si vuole vedere, come il fatto che fossero quasi coetanei ma lei lo trattava come un bambino obbligando sé stessa a sobbarcarsi di responsabilità da adulta. "Proponi l'idea al Signore Oscuro come se fosse tua, e suggerisci il mio nome per l'aiuto. Non ti assicuro di uscirne totalmente illeso ma è l'unica opzione che hai per potermi coinvolgere apertamente e non farci rischiare la pelle". "Va bene, farò come dici".

Quando Draco ebbe lasciato la sua stanza Artemisia si abbandonò sul letto esausta. Aveva preso un'altra decisione importante insinuandosi tra le maglie di una tela fondamentale ed intricata, ogni errore avrebbe portato a reazioni imprevedibili. Contava sul fatto di essere un passo avanti agli altri ma se mai la memoria le avesse giocato brutti scherzi o vi fossero state inesattezze nel suo studio si sarebbe ritrovata persa e sola. Il suo compagno a cui ripensava talvolta con sentimenti ambivalenti non era al suo fianco per aiutarla e non sapeva se avrebbe condiviso le sue scelte. Tutto ciò la destabilizzava. Si guardava indietro ripensando alla sua vita, alle sue vite, e si chiedeva quando mai fosse stata stabile e se mai lo sarebbe stata, le sembrava di essere come un corsaro che deve costantemente modificare il baricentro per restare in equilibrio e non cadere nell'oceano pieno di squali. Un funambolo per il quale la minima imprecisione può essere la fatale caduta nel vuoto. 

Finché vivrò avrò il controllo sul mio essere.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora