7 Simon

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Arrivo a casa, metto la moto di Chase nel garage in silenzio controllando se ci sono graffi, per fortuna non ce ne sono di cui si possa notare.
Salgo su per le scale, cercando di non svegliare nessuno. Anche se è mezzanotte passata, mi metto sul balcone con il mio libro, come tutti i giorni. Ma oggi è diverso perché leggerò pensando a Vale e alla serata tragica ma, grazie a lei, magica, e guardando le stelle che, stanotte, sono particolarmente visibili.

Apro le palpebre con qualcosa che mi illumina la faccia. Osservo intorno e mi rendo conto che ieri notte mi ero addormentato sul balcone, con ancora il libro in mano. Mi alzo e torno in camera guardando la sveglia, cavolo, sono le 7.40 e ho pochissimo tempo per prepararmi, mi infilo velocemente un paio di pantaloni neri e una maglietta verde scuro, che si abbinano ai miei occhi. Mi sistemo i capelli con una passata della mano velocemente, lavo i denti e scendo per bere un bicchiere di succo come colazione. Guardo di nuovo la sveglia: 7,54. Salgo al volo in macchina di Max, il compagno di mamma che non ho mai adorato particolarmente; capelli biondi, occhi azzurri, e barba sul mento, il perfetto contrario di papà.

<<Ehi ragazzo, svegliato tardi?>> domanda lui appena mi vede.
<<Già, perché non mi avete svegliato?>> ribatto io mentre lui avvia il motore.
<<Ma noi non ti svegliamo mai, sei tu che ti arrangi tutti i giorni>> risponde lui, sbuffo e mi concentro sulla strada.
La scuola media del paesino di Lovarins è piccola quasi sembra per i nani. Ha 10 aule in tutto, uno per ogni classe, più un'aula per gli insegnanti. Ha due bagni, logicamente, uno per i maschi e uno per le femmine. La prima ora abbiamo tecnica con la Myers, una che ha visto le streghe, e lo è diventata anche lei a sua volta.

Me la cavo in quasi tutte le materie, ma in tecnica proprio no. Non capisco mai nulla di quello che spiega la Myers, dice delle parole incomprensibili.
Quindi durante le sue lezioni ne approfitto sempre per dormire. Anche oggi mi metto comodo per fare un pisolino, accanto a Lucas, ma mi ritorna in mente ieri notte, o meglio, lei. Grazie a lei, in questo periodo quella stronza di Allison mi sta pian piano uscendo dalla testa. Non capisco che sentimento provo per Valentina, mi attrae ma è un pochino antipatica.
Ripenso alla sua voce armoniosa, alle sue labbra piccole, rosee e carnose, ai suoi capelli rossi-arancioni fiammenti.

<<Amico, a cosa stai pensando? Non ti ho visto sorridere così tanto in vita mia>> dice Lucas con le sopracciglia alzate, accanto a me, riportandomi al presente, non mi ero neanche reso conto di star sorridendo, <<non dirmi che è per una ragazza eh>> aggiunge malizioso quasi sussurrando.
<<No, no ma ti pare. Dopo Alli-stronza, non credo più nell'amore, sei uno dei pochi che lo sa>> mi affretto a rispondere, mentendo.
Lucas allontana i suoi occhi neri da me lentamente, sempre con una faccia sospetta, mentre io faccio spallucce.
A pranzo, mamma ha fatto delle lasagne buonissime, ma io sono riuscito a mangiare una porzione, stranamente. Ho lo stomaco chiuso e non so il motivo. Vado di sopra subito a fare i compiti e a studiare un po' per le prove invalsi che saranno tra poco.
Siccome oggi non c'era allenamento, decido di fare un giro con i gemelli Smith; Lucas e Pietro.
Restiamo in giro per tutto il pomeriggio, torno a casa per cena ma non riesco a mangiare molto sempre per lo stomaco chiuso.
Sono a tavola solo con i miei, perché Chase è, come al solito, in giro con gli amici. Dopo ieri sera, anche se non ci siamo più visti tanto, non mi ha mai parlato della sua moto, quindi sono al sicuro.
Un bip sul mio smartphone mi annuncia l'arrivo di un messaggio. Vedo che il mittente è Pietro.

Pietro: Esci ancora? Se sì, ti aspettiamo al parchetto con il campo che facciamo due tiri.

Visto che mi annoiavo a morte, accetto la sua proposta, e parto con la mia bici volando.
Quando sono quasi arrivato, non vedo i gemelli in lontananza, invece, vedo una chioma sciolta rossa, illuminata dagli ultimi raggi di sole del tramonto, girata di spalle. La riconosco subito. Vale.
Intanto che sono fermo, vedo che è lì, da sola, che studia il canestro. Molto stranito mi avvicino, parcheggio la bici senza farmi sentire, mentre lei continua a fissare il canestro, imbambolata.

Un Canestro All'improvviso Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora