18 Simon

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«Nonna è in fin di vita».

A quelle parole perdo un battito.
Dev'esser uno scherzo vero? Un brutto, brutto scherzo.

Anche se sapevo che c'era qualcosa che non andava, ho risposto lo stesso a mia madre, non mi chiama mai se non per emergenza o per urgenze. Non l'ho più vista da quando ci siamo trasferiti da papà, e sono molto più felice.

Adesso vengo a sapere che la mia amata baka sta per andarsene per sempre.
Era da un po' di anni che non la vedevo, ma la videochiamavo qualche volta per sentire come stava. La sua voce armoniosa, gli occhi azzurri cristallini, come farò a vivere senza?
Lei, in confronto a mamma, è del tutto diversa, lei è generosa, gentile, brava. E nonostante il fatto che abbia perso djed a soli 64 anni, non è mai andata avanti. Teneva una sua foto dappertutto; accanto al letto, al posto accanto a tavola, dappertutto.
Non riesce proprio ad accettare che se ne sia andato per colpa del cancro.

«Simon?» La voce di mia madre mi riscuote dai pensieri.
Nel frattempo vedo tutto sfocato e ho una lacrima che mi scivola giù dalla guancia.

«S-Sì? Ah si, capito, quindi dobbiamo tornare in Croazia?» La mia voce trema troppo per non essere notato.
«Sì, partiamo mercoledì. Prepara le cose, ho già comunicato a tuo fratello.» Per la prima volta sento che sia dispiaciuta dopo tanto.

Chiudo la chiamata senza dire niente, fissando il vuoto.
Non posso lasciar andare baka.
Non posso lasciare che vada per sempre.

Ma lo devo fare.
La vita ci fa accettare cose che noi non vorremo mai accettare.

E poi come faccio con Vale? Starò via almeno un mese, mi mancherà tantissimo.
Non può venire con me? È l'unica che mi farebbe sentire bene.
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