Riempio la borraccia e mi vesto perché, nonostante oggi non sia un giorno di allenamento, la Mary, nostra allenatrice, ha detto che chi può, veniva ad allenamento lo stesso che oggi c'è un'attività "speciale". E io, visto che non ho niente da fare, ovviamente ci vado.
<<Ciao mamma, a dopo>> saluto mamma ed entro in palestra. Saluto l'assistente, sbircio dentro il campo mentre entro in spogliatoio femminile, vedo Mary e l'allenatore del basket. Do un'occhiata allo spogliatoio maschile e vedo la squadra maschile del basket. "Chissà cosa faranno loro qua" penso. Le prime ragazze che vedo quando entro sono Mely e Madison. Mely una ragazza con origini portoghesi, capelli mori e occhi scuri, ragazza brava e bella. Madi, ragazza con origini inglesi, capelli biondi e occhi verdi smeraldo. Le saluto e mi metto sulla panca. <<Mai voi sapete cosa facciamo oggi?>> Chiedo. << Ho visto quelli del basket ma è come se anche loro fossero arrivati solo adesso.>> Aggiungo, <<Io non ho la più pallida idea, ti dico solo questo>> dice Madi. <<Io ho sentito Mary e l'allenatore del basket parlare di qualcosa che faremo insieme. Tanto lo scopriremo tra poco.>> Aggiunge Mely. Annuisco, e finisco di mettere le ginocchiere e le scarpe.
Entro in campo con Mely, posiamo le borracce sulla panchina e andiamo dagli allenatori, non potevamo non notare i cestisti accanto a loro. <<Mentre aspettiamo che arrivano altri, cominciate a riscaldarvi a coppie>> vado subito da Thea, la mia compagna più cara di pallavolo, e cominciamo a fare passaggi. Tutto questo tempo non posso non pensare a cosa ci fanno qui anche i cestisti. Ma mi concentro nel giocare bene.
Dopo cinque minuti ci chiamano per riunirci tutti insieme e, finalmente, possiamo scoprire cosa succederà nell'allenamento di oggi.
<<Ragazzi, come saprete oggi ci sarà un allenamento speciale.
Faremo questo lavoro: nella prima ora, a ogni pallavolista verrà assegnato un compagno cestista per formare delle coppie in cui, nella prima mezz'ora, la pallavolista insegnerà tecnica di pallavolo al cestista. Invece, nella seconda mezz'ora della prima ora,
viceversa.
Nella seconda ora, la prima mezz'ora faremo dei mini-set 2 contro 2 da 10 punti di pallavolo, e nella seconda mezz'ora partitelle da 5 minuti ciascuna di basket, e vedremo ognuno cosa ha imparato.>>
spiega Mary, << Okay, ora vi dico le coppie che abbiamo formato in base alla vostra altezza e alla tecnica>> aggiunge, <<Thea Bianchi con Matteo Valli, Mely Quitas con Lucas Smith, Valentina Barlini con Simon Tessi, Madison Pozzi con Pietro Smith, Hermy Collins con Valerio Bennith e, infine, Selene Finn con Marcus Castis.>>
Non conoscevo il mio compagno, non ho neanche capito come chiama, forse Simon Teschi?
Poco dopo si avvicina un ragazzo alto, con muscoli evidenti, il numero 39 sulla maglia, che avrà avuto qualche anno in più di me. <<Tu dovresti essere Valentina, giusto?>> dice lui, mentre io lo guardo in un modo che non so neanche io quale, con forse stupore? O forse lo guardo male? Ripeto: neanche io so in che modo. Mi riscuoto dai pensieri e annuisco con un sorriso.
<< Bene, io sono Simon, come saprai siamo in coppia insieme>> aggiunge lui.
Ha capelli castani e mossi abbastanza cortidei bei lineamenti definiti, non posso negare il fatto che sia attraente.
Prendo un pallone dal carrello e gli vado incontro, ed è impossibile non notare la sua altezza, ancora di più quando è vicino.
<<Direi di cominciare dalle tecniche basiche>> prendo una pausa prima di continuare, <<sai già fare il bagher o il palleggio?>>
chiedo. <<No, sennò non sarei qui, non credi?>> risponde lui.
<<Okay, partiamo dal palleggio, Simon Dice>>, lancio la palla in aria e inizio a muovere il polso su e giù palleggiando, fermo la palla e lo porgo al signor Simon Dice. <<Prova tu>>. Lui prende la palla e inizia facendo molto bene, mi stupisco talmente tanto che il mento mi cade quasi per terra. <<Sei capace vedo>> commento, <<adesso prova il bagher.>> Gli mostro come si tengono le braccia, ma lui non mi degna neanche d'uno sguardo, ha lo sguardo puntato sulle altre coppie che stanno comunicando e lavorando molto meglio di come stiamo facendo noi, che fastidio. <<Visto che lo sai già fare, Simon Dice, dimostramelo.>>
Mi strappa la palla da mano, lancia la palla in aria e inizia a fare bagher più che bene. <<Ma se sei così bravo perché mi hai detto che non eri capace?>> domando, <<Be', era solo per stupirti, Valentina Berlini.>> risponde lui con una risatina, sbagliando pure il mio cognome, chiudo gli occhi e sospiro. <<Mi chiamo BArlini, non BErlini, Simon Dice.>> ribatto sottolineando le vocali "E" e "A".
Lui mi fissa con un sogghigno divertito sulla faccia per 5 minuti interi, con uno strano luccicchio negli occhi, e io mi sento terribilmente a disagio, ma dopo decido di intervenire, <<Che ne dici di provare l'attacco e la schiacciata? Scommetto che sei molto bravo anche in quello.>> Si avvicina un po' troppo a me e io rimango immobile, incapace di muovermi, mi squadra dall'alto con quegli occhi verdi scuri e profondi che solo ora riesco a notare. <<Hai detto bene Berlini, sono capace anche in quello>> dice lui. <<E adesso lo scoprirai, quanto sono forte e bravo>> aggiunge senza neanche un filo di ironia nel suo tono profondo e maschile.
Alza il pallone e schiaccia così forte che rimbomba tutta la palestra.
Spalanco gli occhi e la bocca mentre sono in piedi come un palo, come poteva essere così bravo? Si gira verso di me e fa spallucce, <<Allora, che ne dici?>> chiede mentre mette in mostra i suoi stupidi muscoli sulle braccia. <<Come fai? Non dovresti essere uno che gioca a basket? A questo livello potresti andare a giocare in Serie A di pallavolo, davvero>> dico. Riappare quel stupido sogghigno sulla sua faccia, <<Berlini, mi stai per caso dicendo che sono bravo? Vabbè, tanto ne sono consapevole>> dice lui tutto orgoglioso e fastidioso, sbagliando ancora il mio cognome.
<<Oh Vale, gli stai insegnando qualcosa o no? Non farti riconoscere anche in queste condizioni>> mi riprende Mary, vedendo che non stiamo facendo nulla. E subito mi tornano in mente tutti i maltrattamenti di quella bastarda della ex-allenatrice. Scaccio via quel pensiero.
Però, è la verità. Simon gioca molto bene a pallavolo quando non lo pratica neanche, quasi lo invidio. <<Rispondi alla mia domanda.>> Gli dico, <<Be', diciamo che la pallavolo non è così difficile per me, poi alcune volte vi vedo giocare perché arrivo in anticipo al mio allenamento che è dopo il vostro, perciò.>> risponde. Quindi significa che mi aveva vista giocare, spero che in quei momenti non stavo sbagliando.
Dopo qualche minuto Mary chiama la fine della prima mezz'ora quindi ora passiamo al basket, per mia sfortuna.
<<Voglio vedere ora le tue potenzialità nel basket, scommetto che sei scarsa>> dice con una risatina, <<Non sottovalutare, Simon Dice.>> rispondo, e questa volta anch'io avevo il sorrisetto in faccia.
<<Sai mi piace quel soprannome, perché così fai tutto quello che ti dico.>> aggiunge. <<Ma stai zitto per favore.>> rispondo e lui scoppia in una risata isterica piegandosi a metà.
<<Fammi qualche canestro così valuto un po'.>> dice dopo, io prendo la palla e comincio a tirare. Il primo colpo lo sbaglio per pochissimo, ma sento Simon trattenersi dal ridere, cerco di ignorarlo. La seconda la c'entro così come la terza, la quarta e la quinta, nonostante siano fatti con la tecnica della mano sbagliata almeno l'ho messa dentro.
<<La mano non va bene, fa schifo>> commenta lui, <<Scusa per averlo disturbato, sua maestà.>> rispondo, lui sorride beffardo. <<Mi piace anche questo di soprannome.>> dice e io gli regalo un sorriso finto e tirato a 31 denti.
Passa un istante in cui resta a fissarmi con quei occhioni verde scuro e nel frattempo noto anche che ha un filo di baffetto sottile. Mi riscuoto dai pensieri e mi mostra, finalmente, i due modi per usare la mano quando si tira. Lo metto in pratica e faccio alcuni tiri con i metodi che mi ha insegnato e ci riesco molto meglio. Faccio un tiro perfetto e posso non vantarmi con Simon, <<Vedi quanto sono forte basta spiegare poco e divento professionista>> dico, metto in mostra anch'io i miei muscoli che, in confronto ai suoi, non sono un bel niente. Lui, con il solito ghigno da schiaffi dice:
<< Tutto merito mio, cara Berlini.>> Dice lui con ironia.
Cara. Fantastico.
Dopo circa dieci minuti ad esercitarmi e a prenderci per il culo; ovviamente, finalmente arriva l'ora delle partitelle. Purtroppo devo stare sempre con Simon, ma dovremo cavarcela. Insieme siamo una "coppia" con forza fisica e tanta tecnica.
Il primo mini-set è Mely e Lucas contro Hermy e Valerio.
Giocano abbastanza bene se non per gli errori di Lucas (il suo
gemello continuava a ridere di lui), vincono Hermy e Valerio 10 a 8. Il prossimo, guarda caso, siamo proprio noi contro Thea e Matteo.
<< Se vuoi attaccare qua, grida 5 e te lo alzo, se vuoi invece da qui grida 6. Io ho il ruolo di centrale, quindi quando capita a te alzarmi io chiamo 3 e tu mi alzi in centro, vicino a rete, capito?>> Gli spiego, indicandogli i punti nel campo. <<Sì, sì dai, non ci vuole un genio>> risponde lui alzando
gli occhi al cielo. <<Va bene, Simon Dice.>>
Inizia la partita e giochiamo alla grande, lui alza perfettamente ogni volta, schiaccia fortissimo ogni pallone che gli alzo, e riceve perfettamente tutti i palloni. Vinciamo 10-1, e nonostante il suo caratterino, sono felice.
Proseguono altri mini-set e dopo passiamo finalmente al basket, dove, anche lui, mi fece tutta una spiegazione sulle posizioni.
<<Cerca di fare un po' meglio di come hai fatto, non ho voglia di perdere davanti a tutti per colpa tua, Berlini.>>
Quelle parole non mi colpirono affatto, perché tanto tra mezz'ora non gli dovrò parlare mai più.
Siamo i primi e siamo contro Madi e Pietro. Io e il simpaticone riusciamo a schivare i nostri avversari ogni volta e, alla fine dei 5 minuti, vinciamo sempre noi con 11 punti a 3.
<<Brava, non hai fatto come sospettavo.>> Mi dice lui. <<Certo, io sono troppo forte e non c'è bisogno che me lo fai notare.>> Rispondo io mentre gli faccio la linguaccia. Ci spostiamo dal campo e ci dirigiamo verso le tribune, dove ci sono tutti gli altri. Vedo Simon bisbigliare qualcosa ai suoi tre amici, tra cui riconosco i gemelli Smith, si girano tutti verso di me con tutti una faccia da schiaffi, mi chiedo cosa gli avrà bisbigliato, io li rispondo con una faccia con un punto di domanda stampata in fronte, mentre loro continuano a sogghignare tra loro. Vado da Madi e Thea, <<Madonna, il mio compagno è un tantino antipatico, ma è troppo attraente. Il vostro com'è?>> Chiedo, <<Be', il mio è piuttosto simpatico e, a essere sinceri, è anche carino.>> Dice Madi con un sorrisino. <<Davvero? Il gemello?! Stai scherzando spero.>> Esclamo io. <<SHHH. Abbassa la voce ti può sentire sai?>> Risponde lei. <<Scusa, scusa.>> Dico. <<Il mio è molto simpatico e gentile. Diciamo che ci sta come ragazzo.>> Dice Thea, mentre io faccio una faccia schifata. Come fa a dire che ci sta quel biondino brutto come l'orco?
<<Però, anche il tuo è carino eh.>> Dice Hermy rivolgendosi a me mentre si avvicina a noi, quelle parole mi diedero un filo di fastidio. <<Poi è così alto, proprio adatto per te che sei alta 2 metri quasi.>> Aggiunge.
<<Sai anch'io ti ci vedo con lui, state benissimo insieme.>> Dice pure Mely, <<Concordo>> Aggiunge anche Thea. Faccio una risatina timida. <<Ma è antipatico come la merda, mi prende per il culo.>> Rispondo io.
<<Be' mi spiace per te, cara, ma ho sentito Mary e Giovanni parlare di qualcosa del tipo che martedì prossimo faranno ancora lo stesso lavoro perché questa volta stiamo facendo tutti molto bene e, soprattutto, faremo con le stesse coppie di questa volta.>> Dice Hermy. A quelle parole, si forma un nodo nel mio stomaco. Sono contenta? Sì? No? Non lo so.
<<Ma quelle poche volte che vi ho visti comunicare eravate piuttosto scherzosi e spiritosi.>> Dice Thea. <<Appunto. Perché non riusciamo a parlarci senza farci battute.>> Dico.
<<Ma perché tutto questo?>> Chiede Mely. <<Forse per il suo caratterino?>> Rispondo con un'espressione ovvia. <<Vabbè dai, ci vuole solo un po' di tempo.>> dice Mely.
Finiamo tutte le partitelle e vado in spogliatoio, mi cambio, saluto tutte ed esco. Prima di uscire incontro di nuovo il simpaticone, <<Batti pugno, sei stato uno schifo ma anche brava oggi>> dice lui, mostrando il pugno. Lo guardo minacciosa, mentre lui ha il solito ghigno in faccia. Faccio finta di battergli pugno ma appena prima di sfiorarlo, ritiro la mano. <<Eh, volevi.>> Rispondo mentre esco fuori dove mi aspetta papà.
<<Abbiamo fatto un lavoro a coppie e io mi sono beccata l'unico antipatico. Tutti gli altri sono gentili come non so cosa, mentre lui mi prende per i fondelli, non lo sopporto, e mi irrita il fatto che anche per la prossima volta avrò sempre lui come compagno di coppia. Ma non è possibile!>> racconto a papà durante il tragitto per casa, senza dirgli, però, del suo fascino che fa svenire tutte le ragazze.
<<Come si chiama?>> chiede papà. <<Simon>> rispondo, <<Ma io lo chiamo Simon Dice.>> aggiungo mentre papà fa una risatina.
<<Dai, piano piano ti ci abituerai con questo ragazzo.>> Dice mentre scendiamo dall'auto.
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Un Canestro All'improvviso
ChickLitValentina ha i capelli rossi come il fuoco, è altissima e gioca a pallavolo. Un giorno la sua squadra decide di organizzare un allenamento "speciale" dove lavorerà a coppie con Simon, un cestista bello e bravo. Tra di loro c'è subito un attrazione...