17 Vale

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Entriamo nella casa affollata. La struttura della casa, nonostante si veda poco dal caos che ci sia, trasmette sensazioni anni 2000.

Ad aprirci è il bruttissimo stronzo Lucas, che ci squadra tutte da testa a piedi come un pervertito. Gli lancio un'occhiata che non definirei male, di più.

Ci affrettiamo ad entrare cercando di non far caso al cesso fiammante che ci mangia con gli occhi.
Vago con lo sguardo cercando il mio ragazzo ma non lo trovo, perciò seguo le ragazze per prendere qualche bibita.
Ci sono cestisti di tante diverse squadre e alcuni anche più grandi.
Tutta quella gente ammassati mi faceva venire ansia e il nervoso, perché soffro di ansia sociale che ho scoperto a 5 anni quando andai in una città affollata.

Cerco di ignorare la gente e le occhiate che ci lanciano tutti quanti. Alla tavola con le bibite, opto per un semplice bicchiere di coca.
Prendo breve sorsate guardandomi in giro ancora alla ricerca di una figura alta e muscolosa e quei occhi verdi foresta.
Lo scorgo in fondo alla stanza seduto su un divano insieme ad alcuni amici chiacchierando.

Ha sempre la sua aria ammaliata e scorgo tante occhiate di altre ragazze verso di lui.
Non sono gelosa ma vorrei andare a strozzarle una a una.

Decido di dirigermi verso di lui, dopo aver avvisato le ragazze. Una figura bassa mi si piazza davanti bloccandomi nei passi.
«Ehi, rossa.»
È Lucas. Mi squadra come se fossi un tiramisù appena preparato, e in quel momento volevo dargli un altro pugno sul naso come quello che gli aveva dato Simon.
Cerco di ignorarlo e mi scosto per andare dall'altra parte ma lui insiste e si sposta anche lui.
Mi sta già salendo il nervoso, cerco con lo sguardo quello di Simon, in cerca di aiuto senza finire per fare a botte.
«Ora che il tuo dolcissimo fidanzato è lontano, possiamo parlare un po'.»
Dice ridacchiando e, adesso, oltre al pugno, voglio pure dargli un calcio nelle palle.
«Lucas, ti conviene allontanarti prima che ti ritrovi con il naso rotto come l'altra volta.» La mia rabbia stava raggiungendo il limite e spero che qualcuno adesso riesca proprio a mandarlo via.
«Oh no, il tuo fidanzatino è per caso geloso?» Dice con la voce e il broncio di un bambino.
Alzo gli occhi al cielo.

Quando capirà che nessuna lo vuole se non forse Mely?

Vedo un volto avvicinarsi a noie piazzarsi dietro Lucas e riconosco Simon, sto per aprire bocca, quando, lui si mette l'indice sulle labbra come per dire di stare in silenzio.

«Dolcezza, ti sei incantata? Sei caduta ai miei piedi? Lo sapevo che prima o poi» dice orgogliosamente.

Simon, ancora dietro di lui in silenzio, mi fa l'occhiolino e capisco subito le sue intenzioni.
Annuisco lievemente mentre lui si china al suo orecchio. Dal labiale leggo "Stronzo."
Si gira di scatto e, siccome Simon era più alto di lui, deve piegare la testa per guardarlo negli occhi.

Carica il braccio e quando sta per sferrare un pugno a Simon, il mio ragazzo lo anticipa lui bloccandogli il polso e gli da un pugno nel petto che lo fa voltare verso di me.
Prima che lui si possa rendere conto di quello che sta succedendo, lo calcio nel ventre e lui si piega a metà e miagola per il dolore.

Ora abbiamo l'attenzione di tutta la gente in soggiorno. Alcuni suoi amici si avvicinano a lui in soccorso mentre Simon lo osserva indifferente.
Si avvicina a me sorridendo come se nulla fosse successo, mi circonda il braccio sulle spalle.
«Bel lavoro, nana.» Mi complimenta guardandomi maliziosamente e io arrossisco come una bambina.

«Mamma hai preparato la cena?»
Urlo dalla mia camera.
Ho invitato Sara a casa per studiare. O almeno così crede, perché con la scusa di una riparazione in camera mia, siamo andate a "studiare" in camera di James. Di conseguenza, James entrerà in camera sua non aspettandosi niente e, boom, si ritroverà la ragazza che le piace davanti agli occhi.

Sono un'amica e una sorella fantastica, lo so.

Mio fratello dovrebbe tornare dopo cena, quindi Sara e io ci metteremo pronte subito dopo cena, e quando capirò che James è a casa, mentirò dicendo di andare in bagno così resteranno soli soletti.

«Tra cinque minuti è pronto!» Risponde mia mamma.
Riprendo i libri e comincio a ripassare ad alta voce insieme alla mia amica, sul divano.
Cerco con tutto il mio autocontrollo di trattenere un sorriso.
Anche perché prima, quando era arrivata, mi ha chiesto subito di mio fratello e quando siamo passati da camera sua per andare nella mia per prendere i libri, sbirciava dentro curiosissima.

Parlando di fidanzati o non fidanzati, mi manca Simon. Non ci siamo più visti dopo la festa perché siamo pieni di impegni e, in più, gli allenamenti sono sospesi a causa di una ristrutturazione della palestra.

Mi manca passar le dita nei suoi capelli corti, mi manca baciarlo e ammirarlo a casa sua la sera, mentre legge un libro, tutto tra noi sta andando a gonfie vele.

Mi riscuoto dai pensieri quando la voce di Sara mi chiamo ripetutamente dicendomi che è pronta la cena.
Mi alzo e ci dirigiamo in cucina.

«Allora Sara, che mi dici?» Le chiede mamma a tavola tutta sorridente. Mamma è sempre molto accogliente e gentile.

«Nulla di che» risponde lei facendo spallucce.

«Hai qualche fidanzatino?» chiese mamma incuriosita. A quel ultima parola impallidisco.
Non le avevo ancora raccontato di Simon, cavolo.

«No, e non mi serve, sto bene da sola.» Afferma del tutto indifferente.

«A proposito di quest'argomento, Vale, quella sera che siamo andate da Kate, ti ho vista molto intimidita davanti al suo figliastro, come si chiama? Ah sì, Simon, mi sembra. Hai qualcosa da dirmi?»
Divento tutta rossa, e il cuore accelera a sentir il suo nome.

Sara è a conoscenza del fatto che mi piacesse, ma non di quello che stiamo insieme.

Inspiro e prendo coraggio e rivelare la notizia che dovevo rivelare già 3 settimane fa.
«Be' noi stiamo insieme.» Dico tutto ad un fiato.

Il viso di mamma si illumina. «Bene, tesoro. È un bravo ragazzo, Kate me n'è parlato fin troppo di lui. Sono contenta che stai con lui.»

Okaaaay, non era decisamente le reazione che mi aspettavo ma ringrazio Dio.

Mi volto verso Sara, dimenticando quasi della sua presenza.
Si vede che è decisamente senza parole e ha la bocca spalancata.

«Dopo mi devi dire tutto nel dettaglio».
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