Alla ricerca della verità

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Valentina si svegliò presto, o meglio, non ha chiuso occhio tutta la notte. Non riusciva a realizzare che stavano accusando Ciro di averla attaccata, ma non poté far a meno di credere a quelle parole. Non ci credeva completamente, ma aveva quella vocina nella sua testa che continuava a dirle che non era speciale e che probabilmente ha pagato il prezzo di quello schiaffo. La ragazza si mise nuovamente a piangere, questa volta a dirotto. Le faceva male tutto, ma la cosa che la addolorava di più era il suo cuore.

All'IMP invece, Ciro aveva una pessima cera. Si faceva o di canne tutto il giorno, o fumava non stop. Continuava a pensare a chi potesse fare una cosa del genere, chi cazzo si poteva permettere di far del male a Valentina? Lei non aveva nemici, e anche se li avesse non si sarebbero permessi di toccarla perché era sua. Gennaro entrò nel corridoio delle celle isolate con un vassoio con la colazione. L'uomo rimase sorpreso a vedere il cibo di ieri sera a terra e il ragazzo praticamente più pazzo di quanto lo era già.

Gennaro: "Che cazz hai combinat Cì?"

Ciro: "Gennà aggia sapè di Valentina o giur nu song stat ij, ij nun tocc e femmn"

Lo implorò quasi, facendo pena all'uomo. Lui sapeva che Ciro Ricci non chiedeva niente a nessuno, tantomeno a una guardia che vale poco come lui.

Gennaro: "È fuori pericolo Ciro, ma Lino ha ritt che nun la farà venire più qua"

Il ragazzo dagli occhi neri sgranò gli occhi, avvicinandosi alla porta della cella. Non era possibile, non era giusto! Lui non aveva neanche potuto baciare la ragazza dei suoi sogni, non ha potuto parlarle di cosa gli passava per la testa, di come lo faceva sentire, di quanto era geloso...
Avrebbe dovuto aspettare fino alla sua fuga per raggiungere Valentina, ma non sapeva se sarebbe riuscito ad aspettare così a lungo.

Gennaro: "...ce sta na uagliona che voleva vederti,  però nu sacc se è possibile farti fare un colloquio"

Ciro: "Chi è?"

Chiese, con poco interesse a dir la verità. Gennaro fece spallucce.

Gennaro: "Una biondina, nun l'agg mai vist all'IMP"

Gli occhi di Ciro si illuminarono: l'amica di Valentina, era bionda! Si ricordava di quando stavano insieme in discoteca.

Ciro: "Gennà t ro tutt quello che vuoi ma tu m'adda far parla co ess"

L'uomo sospirò, pensando a cosa fare. Insomma, non è che poteva proprio rifiutare una richiesta di un Ricci.

Gennaro: "Vabbuò mo veg ij"

E così in qualche ora, Ciro si ritrovò ai colloqui con la stessa ragazza che aveva visto accanto a Valentina. Era nervoso, non sapeva cosa aspettarsi, ma cercava di non farlo notare sedendosi con sicurezza sulla sedia, come faceva di solito. Sofia lo guardò con un piccolo sorriso prima di iniziare a parlare.

Sofia: "Ciro, ij song Sofia l'amica di Valentina, non so se mi riconosci"

Ciro: "Mi ricordo di te nennè, c me vuoi ricr? Valentina come sta?"

Sofia: "Sta bene fisicamente, un po' meno co a cap. Lino mi ha detto che sospettano te ma io u sacc che tu nu si stat."

Ciro: "E comm o saje?"

Chiese con curiosità.

Sofia: "È stat chill cap e cazz e Andrea, quello che hai picchiato in discoteca"

Lo sguardo di Ciro era cambiato completamente: era nero. Quando stava così, tutti capivano che era meglio non infastidirlo perché avrebbe potuto facilmente uccidere qualcuno. Come ha potuto dimenticarsi di quello stronzo?!

Ciro: "Raccontami tutto, pcchè o piens?"

Sofia: "Quando gli hai giustamente spaccato il naso, si è messo a fare la vittima per un paio di giorni affinché Valentina non andasse a vederlo a casa sua. A dire la verità ci sono cascata pure io perché la mamma soja mi aveva chiamata dicendomi che stava male, e allora io e Vale siamo andate a trovarlo. Era un mio amico alla fine e mi dispiaceva assaje... comunque, ha capito che tu e Valentina avevate qualcosa tra di voi e io credo che per separarvi abbia escogitato un piano per incastrarti. Mo però tocca a te scoprire chi ti ha tradito in questo posto."

La ragazza spiegò tutta la situazione velocemente, dopotutto le visite avevano un limite di tempo. Ciro annuì lentamente, già pensando a chi potesse essere il vero colpevole, ma al momento nessuno gli veniva in mente.

Sofia: "Valentina sta malissimo Cì, pensa che si stato tu. Cerca il vero colpevole prima che sia troppo tardi, Andrea mi preoccupa."

Ciro: "Tranquilla Sofì, ij accir a iss e l'altr omm e medd che ha tuccat a donna mij. Grazie per l'aiuto."

Disse sinceramente, per poi alzarsi e lasciare la sala colloqui. Sofia fece lo stesso e uscì dall'istituto, venendo il suo ragazzo Riccardo aspettarla fuori dalla sua macchina, mentre fumava una sigaretta.

Riccardo: "Amore, com'è ajut?"

Le chiese dopo averle dato un bacio a stampo.

Sofia: "Buon, Ciro doveva sapere la verità... tu si sicur che è stat Andrea?"

Riccardo: "O giur. Devi vederlo come guarda la tua amica, sta tutt ngrippat. C'è qualcosa che non va."

Sofia: "Dovremmo avvisare Valentina..."

Suggerì, alzando il viso per guardare il suo ragazzo dato che era molto più alto di lei.

Riccardo: "Non è il momento ammò, poi ci servono le prove."

La ragazza annuì e i due salirono in macchina, tanto lì non avevano più niente da fare.

All'ospedale invece, qualcuno era venuto a visitare la ragazza: Andrea. Sapeva che oggi avrebbe potuta essere dimessa dall'ospedale. Era il momento perfetto per continuare il suo piano.

Andrea: "Buongiorno Valentì"

Le disse con un sorriso dolce una volta aperta la porta della sua stanza. La ragazza aveva gli occhi rossi dal pianto, ma cercò comunque di forzare un sorriso per non essere scortese.

Valentina: "Ciao Andrea..."

Il ragazzo si sedette accanto a lei, abbastanza incazzato a vederla piangere per un altro ragazzo e non lui.

Andrea: "Asciugati le lacrime, ti porto a fare un giro"


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