Lavoro

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Erano le 11 di mattina e Valentina si era appena svegliata. Controllò il suo telefono come prima cosa e vide che aveva perso 3 chiamate della sua amica e decise quindi di richiamarla.

Vale: "Buongiorno Sofì, dimmi"

Chiese un po' fredda: nonostante volesse bene alla sua amica, non aveva dimenticato la delusione di ieri.

Sofia: "Stai bene??"

Vale: "Insomma... perché?"

Sofia: "Il ragazzo che ti ha salvato ieri è un Ricci! È Ciro Ricci!"

Valentina sentendo quelle parole fece quasi cadere il suo telefono. Com'era possibile che un ragazzo così simpatico fosse il figlio di una delle famiglie più pericolose di Napoli? Poi chissà cosa abbia fatto per essere stato arrestato... la ragazza non sapeva più a cosa pensare. Dopo aver parlato un po' decisero di darsi appuntamento al bar dopo pranzo per discutere su quello che era successo il giorno prima, Sofia voleva farsi perdonare in tutti i modi.

Dopo aver riattaccato la mora si alzò dal letto e andò a farsi una doccia fredda, per poi mettere una maglietta nera e i pantaloni dello stesso colore. Rimase in pantofole dato che ancora non doveva uscire. Scese le scale per andare in cucina e vede i suoi genitori già svegli a guardare la tv: era domenica quindi nessuno dei due lavorava.

Vale: "Buongiorno!"

Lorenzo: "Buongiorno a papà"

Maria: "Ciao amore di mamma, dai vai a fare colazione ma non mangiare troppo che tra un po' si pranza con tuo zio Lino"

Valentina annuì per poi velocemente andare in cucina e bere un bicchiere d'acqua. Cavolo, era vero che oggi suo zio la portava all'ipm! In che guaio si era messa? Lei, con Ciro Ricci??
Oramai aveva promesso di fare questo lavoro, al massimo poteva chiedere di insegnare solo le ragazze in modo da evitarlo.

...

Una Mercedes nera parcheggiò davanti al istituto minorile di Napoli. Dentro di essa si trovavano Don Salvatore, il padre di Ciro, e ovviamente anche Ciro. Suo padre lo aveva accompagnato con un paio di minuti di ritardo ma questo non sarebbe stato un problema per loro.

Salvatore: "Mi raccomando Cì, Pino adda pavà pe chill ca fatt"

Disse l'uomo, riferendosi al carico di droga rubata dalla macchina dei genitori di Filippo Ferrari. Filippo e Carmine erano riusciti a incastrare Pino perché il Milanese non voleva mettere in mezzo la sua famiglia a cose illegali.

Ciro: "Nun t preoccupà papà consideralo già muort"

Salutò suo padre e scese dalla macchina; ovviamente non aveva portato con sé uno zaino perché aveva tutto quello che gli serviva sia dentro e sia fuori dal carcere. Suonò al citofono e Lino andò ad aprirgli.

Lino: "Ciro sei in ritardo, guarda che tra poco io finisco di lavorare! Poi se ti apriva il comandate e vedeva che eri in ritardo il permesso te lo sognavi!"

Ciro alzò gli occhi al cielo con fare disinteressato.

Ciro: "Eja Linù nun m scassà o cazz"

Disse con tono scocciato, facendo sospirare l'uomo per l'esasperazione. I due iniziarono a camminare verso il campetto, era meglio non controllare se Ciro aveva qualcosa addosso perché quello era sicuro.

Ciro: "Non ci so stati problemi, o ver?"

Lino: "No Cì tutto apposto, i ragazzi sono stati tranquilli. Dai raggiungili che io devo andare."

Nei tuoi occhi vedo il mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora