Vendetta

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Valentina si mise davanti al banco di Pino e Cardiotrap che infondo stavano facendo davvero un ottimo lavoro. Pino la salutò con un sorriso, mentre Gianni era troppo occupato per notare la presenza della ragazza.

Valentina: "Tutto bene ragazzi? Vi serve una mano?"

Cardiotrap; "O Valentì nun t'avevo visto, tutt'appost?"

Pino: "Ta fatt coccos chill strunz e Ciro?"

Aveva chiesto il biondo, riferendosi alla sua assenza è quella scenata di prima. La ragazza abbassò lo sguardo e fece un piccolo sospiro prima di rispondere.

Valentina: "Non ci pensare Pino... sono io che gli ho fatto qualcosa. Gli ho dato uno schiaffo."

Pino dallo shock si è messo a ridere, mentre Cardiotrap la guardava con gli occhi spalancati.

Gianni: "Ma sei pazza Valentina? È un Ricci!"

Disse a bassa voce per non farsi sentire da Edoardo e la banda.

Pino: "E che ce ne fott iss o meritav sicur"

Valentina sorrise nervosamente. Ora che ci pensava lucidamente aveva capito di aver fatto uno sbaglio enorme... ha dato uno schiaffo al boss di Napoli! Non gli ha portato rispetto, e anche se sapeva poco di quel mondo della camorra sapeva cosa succedeva a chi non rispettava i capi. Cercava di consolarsi, e di auto convincersi che forse dato che si piacevano non le avrebbe fatto nulla.

Valentina: "Lo so ho fatto una cavolata, ma era stato più forte di me farlo... insomma, se lo meritava."

La lezione finì e i risultati furono molto inaspettati: avevano fatto tutti un ottimo lavoro e i Tiramisù, anche se la porzione preparata era piccola, sono stati mangiati in due secondi praticamente. I ragazzi si erano seduti fuori a mangiare e a parlare del più e del meno, e Valentina si incamminò verso Gemma e Silvia per non stare tutto il giorno coi maschi.

Silvia: "Ciao Valentì, assiettet ca"

La ragazza sorrise apprezzando la sua offerta e si  sedette in mezzo alle due detenute. Silvia la guardò con fare curioso, aspettando che sputasse il rospo. La mora capendo iniziò a raccontare di quello che era successo e dello schiaffo che aveva dato al bellissimo ragazzo, ma allo stesso tempo crudele.

Gemma: "Avrei fatto la stessa cosa se mi avesse tratta in quel modo."

Disse, mettendo una mano sulla spalla della ragazza.

Gemma: "Ora si risolve tutto non ti preoccupare!"

Silvia: "Eh amo io non saprei, Ciro è un pazzo... ma perché non gli porti il tiramisù che hai fatto, magari poi potrete parlarne"

Valentina: "Forse hai ragione, ci provo dai. Ora mi serve sapere dov'è però..."

Si guardò in giro, nella speranza di vederlo. È come miracolo, lo vide insieme a Beppe andando verso le celle: la ragazza si mise a correre praticamente per raggiungere i due. Silvia e Gemma si guardarono e sorrisero, mentre Carmine e Filippo erano piuttosto preoccupati per Valentina. Avevano sentito la storia da Pino e sapevano che le cose sarebbero andate da male in peggio. Una volta arrivata (giusto in tempo prima che entrassero nel l'edificio) era con il fiatone.

Valentina: "Beppe aspetta! Ciro non ha partecipato alla lezione ma ci tenevo comunque a fargli assaggiare il dessert di oggi, potresti lasciarci qualche secondo? Per favore!!"

Mentre la ragazza stava pregando Beppe, Ciro la stava ammirando. Non riusciva a smettere di vedere il suo petto andare su e giù per i respiri irregolari dopo la sua corsetta, la sua espressione dolce ed innocua mentre chiedeva di avere solo un po' di tempo con lui... i suoi capelli che con il vento ondeggiavano leggermente... era ancora arrabbiato per prima, ma non sapeva se avrebbe resistito in restare in quello stato per molto.

Beppe: "Va bene... io sto di la eh! Vi osservo!"

Disse l'uomo indicando una porta a un paio di metri da loro. Valentina annuì felicemente e lo ringraziò, e quando si allontanò i due si guardarono intensamente per qualche istante prima che  la ragazza iniziasse a parlare.

Valentina: "Vuoi provare il tiramisù?"

Chiese, porgendogli il cucchiaio. Lui accettò, dopotutto gli mancava mangiare qualcosa di decente, e dato che un permesso gli veniva concesso una volta ogni morte del papa preferiva mangiarsi le cose preparate da Valentina.

Ciro: "È buon."

Rispose il ragazzo dopo un paio di cucchiaiate.

Valentina: "Senti Ciro... mi dispiace per quello che ho fatto, avevi ragione a dubitare di me però spero che tu capisca perché l'abbia fatto."

Disse con sincerità, abbassando lo sguardo. Si sentiva a disagio in sua presenza, ma solo in quel momento, perché sapeva che era arrabbiato.

Ciro: "Valentì, forse hai raggion, ma comunque mi hai mancato di rispetto. E chist nun va buon."

E si incamminò dopo averle detto quelle parole. Ciro si sentiva male ad averle risposto in quel modo freddo e distaccato, ma lui in futuro sarebbe stato un boss e doveva comportarsi come tale, non doveva sembrare debole neanche davanti alla persona che amava di più in questo mondo.

...

Viola aveva un colloquio, per la prima volta da quando stava nel IMP di Napoli. A dire la verità nemmeno lei se lo aspettava ed era curiosissima di sapere chi fosse la persona che voleva vederla così tanto da venire fino in carcere.

Neanche le guardie se lo aspettavano, sopratutto da un ragazzo Napoletano di visitarla. Viola fu portata alla sala colloqui e si sedette al tavolo davanti a un ragazzo che nemmeno lei conosceva. Abbozzò un sorriso maniacale, guardandolo con curiosità.

Viola: "Noi due ci conosciamo?"

Andrea: "No bella, però credo che io e te possiamo aiutarci a vicenda."

La rossa alzò un sopracciglio, non capendo dove volesse andare con quella conversazione.

Viola: "In che senso?"

Andrea si avvicinò a lei per non far sentire a nessun altro quello che stava per dire. Non sapeva nemmeno se fidarsi di lei, ma i suoi contatti avevano detto che era lei la ex di Ciro e questo gli bastava per il suo piano.

Andrea: "Cerco di parlare in Italiano così capisci... tu ami Ciro, io amo Valentina. Io do una mano a te e ti libero da Valentina e tu mi togli Ciro di mezzo."

Viola sorrise, compiaciuta da quello che stava ascoltando.

Viola: "Ti sbagli..."

Andrea: "Andrea."

Viola: "Andrea. Io non amo Ciro."

Andrea: "Mh. Ma ti serve comunque per comandare qui, o no?"

La ragazza rimase in silenzio, incrociando le braccia e appoggiando la schiena contro la sedia con fare un po' infastidito. Andrea non aveva tutti i torti, da quando si era lasciata non era più la stessa cosa in carcere. E poi, se poteva fare qualcosa a Valentina l'avrebbe fatto con molto piacere.

Viola: "Ti ascolto."








Spero vi sia piaciuto, alla prossima!

Nei tuoi occhi vedo il mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora