Capitolo 1 (Mercoledì)

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                                                                                                    Presente, 2040

Ho sempre adorato l'inverno: la pioggia, il freddo, la nebbia.
Non so come faccia la gente a preferire il caldo estivo.
Sono praticamente imbambolata a guardare la pioggia che batte sul vetro della finestra.
<Agente Addams?> Qualcuno mi riporta alla realtà.
<Si? Cosa stavamo dicendo?>
<Mi stava parlando della nuova pista da seguire.>
<Certo, dicevo...domani mattina manda i ragazzi a ricercare le impronte.>
<Come desidera.>
Negli ultimi giorni è stata rapinata la fabbrica. Stiamo cercando il colpevole.
<Ok, ora è tardi, torno a casa. Santiago, chiudi tu?>
<Certamente.>
<Grazie.>
Esco dall'ufficio ed entro in macchina.
Dopo circa 10 minuti sono sul portico di casa.
Appena entro, la stanchezza della giornata sparisce.
<Hey! Sono a casa!>
Nessuna risposta.
Mi incammino verso la cucina per preparare qualcosa da mangiare per cena.
Sono vicino all'isola quando due mani possenti mi circondano i fianchi.
Può sembrare strano, ma dopo 17 anni, Tyler mi fa sempre lo stesso effetto.
Mi posa un bacio delicato sulla clavicola seguito da uno sulla tempia.
Dopo neanche una frazione di secondo mi giro verso di lui in cerca dei suoi occhi.
Negli ultimi anni è cresciuto.
Le spalle sono più possenti, ed è più alto. Troppo alto.
La gente potrebbe scambiarmi per sua figlia anziché per sua moglie.
Dopo un breve tempo passato a guardarci mi avvicino a lui e poso le mie labbra sulle sue.
Una sua mano sale dietro al mio collo, mentre con l'altra mi avvicina facendo aderire il mio corpo perfettamente al suo.
Quando si allontana mi chiede:
<Come è andato il lavoro?>
<Bene. A te?>
<Tutto ok, niente di nuovo, come sempre.>
<I ragazzi?>
<Stanno bene ma...Vipera mi è sembrata un po' strana, non ha mangiato. E' chiusa da tutto il giorno in camera sua.>
<Thomas?>
<Si è vantato tutto il giorno per essere arrivato primo ai giochi di matematica.>
<Ha preso da me.>
<Si, certo.>
<Vado a vedere come sta Vipera.>
<Ok.>
Salgo al piano di sopra e vado in camera di Vipera.
Quando apro la porta la vedo stesa sul letto pensierosa.
Essere madre di una sedicenne non è affatto semplice. Gli adolescenti sono sempre imprevedibili. Insomma, basta vedere me.
<Vipera...va tutto bene?>
<Si mamma, va tutto bene.>
<Sei sicura?>
<Si...>
No, non va tutto bene.
Guardandomi intorno mi siedo sul letto accanto a lei.
<Mi dici se qualcosa non va?>
<...>
<E' successo qualcosa a scuola? Devo far saltare i testicoli a qualcuno?>
<Dai Vipera...parla con me.>
<Oggi una ragazza mi ha chiamata mostro.>
<Che ha fatto?>
<Mi chiama così riferendosi alla mia natura.>
<Ascoltami bene. La prossima volta che ti chiama così rompile il naso.>
<Mamma! Papà mi ha detto che non si risponde con la violenza, piuttosto porgendo un fiore.>
<Si con tutto il vaso.>
Le scoppia una risata che contagia anche me.
<Mamma posso chiederti una cosa?>
<Si certo.>
<Voglio andare alla Nevermore,>
<Davvero?>
<Si.>
<Voglio andare dove sei stata tu, nonna, nonno.>
<Sei sicura.>
Annuisce.
<Ok tesoro, domani lo dirai a tuo padre.>
<Grazie mamma.>
Si fionda tra le mie braccia e dice:
<Sei la mamma migliore del mondo!>
Non rispondo. Le poso un bacio sulla testa mentre una lacrima di gioia mi riga la guancia.

Again But Better: The SequelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora