Capitolo 32 (Mercoledì)

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Sono le sette, Enid se ne è appena andata, decido quindi di andare in camera per darmi una sistemata. Quando passo accanto alla stanza di Vipera, sento dei rumori.
Quando apro la porta la vedo intenta a smanettare con il computer.
<Tesoro, cosa fai?>
<Sto rispondendo a Tessa, è molto preoccupata per me.>
<Si, posso capire. Mi sembra una brava ragazza.> Dico.
<Le apparenze possono sempre ingannare.>
<Vipera, senti...non voglio che questa storia con Gabriel ti faccia pensare che non potrai più fidarti di qualcuno.>
<Perché hai perdonato papà? Come hai fatto?>
<Vipera era un caso diverso. Tuo padre non era a conoscenza di quello che faceva. Era controllato. Gabriel ha agito da solo, senza stare a sentire nessuno.>
<Ne sei proprio sicura?>
<Cosa?> Chiedo.
<Che stia agendo da solo. Voglio dire. Lui è uno solo, noi siamo quattro.>
<Se una persona agisce da sola, potrebbe aver escogitato un piano perfetto. È proprio per questo che gli metteremo i bastoni tra le ruote.>
<Ok.>
<Ti lascio parlare con Tessa, non dirle dove siamo, mi raccomando.>
<Certo.>
Passo anche a controllare Thomas. Quando entro in camera lo vedo accovacciato in un angolino, con le ginocchia strette al petto.
<Hey, Thomas tesoro, che cosa c'è che non va.> Dico sedendomi accanto a lui.
<Mamma, come faremo io e te?>
<Come?>
<Voglio dire: papà e Vipera sono due Hyde, possono difendere, noi non possiamo fare niente. Ci vengono solo delle scosse terribili che ci fanno finire per terra.>
<Thomas, lo so. So che l'essere uno psichico non aiuta da questo punto di vista, ma...aiuta in altri.>
<Cioè?> Mi chiede.
<Aiuta molto: puoi scoprire la verità, futuro, passato. Puoi scoprire qualcosa che gli altri non sanno. Non è poi cosi terribile..>
<Io penso di si.>
<Idea! Puoi fingere di essere una spia.>
<Una spia?>
<Si! Il tuo capo ti dice di dover scoprire nuovi misteri. Tu hai questo dono che ti facilità le cose quindi...ti nomina suo sostituto. Mi dici sempre di voler diventare sceriffo.>
<Come il nonno.>
<Si, come il nonno.>
<Mamma, perché papà non parla mai della nonna?>
<Per papà non è facile parlare della nonna. È morta, come ben sai. Io non l'ho conosciuta. Ma sono sicura che fosse una brava persona.>
<Papà te ne parla mai?>
<No, mai.>
<A proposito di tuo padre, vado a svegliare quel dormiglione.>
<Si, dovresti.> Dice ridendo.
Quando vado in camera nostra, il letto è già fatto. Decido si sedermici sopra e aspettare Tyler.
<Mercoledì, dov'eri?> Chiede uscendo dal bagno.
<Mi ha svegliato il campanello. Era Enid. Si può sapere perché non me l'hai detto?> Chiedo un po' infastidita.
<Non volevo farlo perché sapevo ti saresti opposta.>
<Si, infatti. Nessuno deve sapere dove ci troviamo per la nostra sicurezza!> Urlo.
<Calmati.> Risponde secco.
<Calmarmi? No, io non mi calmo. Devi dirmi queste cose. So che si tratta di Enid, ma è comunque una persona che è fuori da questa casa.>
<Mercoledì per la miseria! Ma non capisci? Anche Enid c'entra con questo casino! Cedi che non l'ho informata su questo casino? Ti ricordo che è stata lei a tagliare la gola alla Gates, deve stare in allerta!>
<No, aspetta! Tu l'hai informata su quello che sta succedendo? Ma come ti salta in mente?> Ora sono definitivamente incazzata.
Mi alzo dal letto, non so per cosa, forse per prenderlo a schiaffo quando spalanca gli occhi.
<Mercoledì!>
<Cosa vuoi?>
Rimane spiazzato fissando il letto.
<Si può sapere che succede? Parla.>
Non risponde. Mi giro per vedere cosa sta fissando, ma preferirei non averlo fatto.
Il lenzuolo dove ero seduta fino a qualche attimo fa è completamente sporco di sangue. È una chiazza grande almeno trenta centimetri.
<Oh mio-> Dico.
Mi accascio a terra, con le mani strette in grembo.
<Hey, Mercoledì!>
Ormai non ricordo più niente, solo buio.

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