Capitolo 39 (Tyler)

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Dopo il numero di Vipera, mi sento tirare dal braccio.
<Mercoledì! Allora?>
<Niente, Gabriel non c'è, torniamo a casa.> Dice.
<Ehm, ti arrendi? Di già?> Chiedo.
<Si...non mi sento molto bene, va a prendere Vipera.> Mi dice.
<Oh...ok...tu avvisa gli altri.> Dico.
<Gli altri?> Chiede confusa.
<Si, gli altri...ricordi?>
<Certo, che domande.> Risponde.
È strana, molto strana. Ha detto di non sentirsi bene, sarà quello, sicuramente.
<Facciamo così, andiamo insieme.> Dico.
<Ottima idea.>
Prendiamo Vipera dal backstage, e saliamo in macchina con gli altri che ci vengono dietro.

*

Una volta a casa, Thomas e Vipera vanno a letto, mentre io e Mercoledì rimaniamo in cucina.
<Ti senti meglio?> Le chiedo.
<Si, mi sento meglio.> Risponde.
<Bene.>
Mi avvicino per darle un bacio, ma si scosta.
<E' tutto ok? Stai cominciando a farmi preoccupare.>
<Si Tyler per la miseria, smettila di chiedermelo! Sto bene, non chiederlo più! Sono stanca, vado a letto.> Urla.
Questa è nuova. Mercoledì è sempre stata testarda, ma non mi ha mai parlato così, neanche quando ci siamo visti dopo che avevo cercato di ucciderla.
Spero vivamente che sia solo stanca e che ciò che è successo con Poison non abbia interferito nella nostra relazione.

*

La mattina dopo, Enid viene a casa, chiedendo spiegazione di ciò che è successo ieri.
Mercoledì ha insistito così tanto per tornare a casa.
<Allora?> Chiede Enid.
<Enid, credimi quando ti dico che non lo so. Mercoledì è stranissima. Si comporta in modo strano. In 20 anni, non si è mai comportata cosi.>
<Magari era solo stanca, tranquillo Tyler.>
Proprio in questo momento, in cucina arriva Mercoledì, e finalmente si degna di guardarmi in faccia. Tutta la notte è rimasta girata di spalle, e quando ho provato ad abbracciarla mi ha detto: spostati.
<Hey, buongiorno.> La saluta Enid.
<Che ci fai tu qui? Chi ti ha invitato?> Sbotta.
<Io...>
<Mercoledì, ma che ti prende? L'ho invitata io.>
<Devi chiedermi il permesso prima di invitare gente in casa mia.>
<Come?>
<Hai capito, cretino!>
<Però! È d'avvero strana, allora!> Dice Enid.
<Senti Mercoledì, non so cosa ti stia succedendo ora, ma ti devi calmare. Con l'operazione...> Cerco di dire, ma mi blocca.
<L'operazione? Come sempre usi sempre scuse. Magari il problema non sono io, il problema sei tu.>
<Vi lascio soli. So dov'è la porta.> Dice Enid prima di andarsene.
<Devi dirmi qualcosa?> Chiedo ormai a limite.
<Non devo dirti proprio niente. Ora, prepara la colazione e vai a svegliare i ragazzi. Muoviti!>
Non sto capendo niente, ma una cosa è certa: non è Mercoledì.

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