🌸Bakugou Katsuki x FemReader 🌸

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richiesta by Muryaki20
𝗀𝗋𝖺𝗓𝗂𝖾 Arcenciel06 𝗉𝖾𝗋 𝗅𝗈 𝗌𝗉𝗎𝗇𝗍𝗈 ❤︎

Cinque anni.
Avevo cinque anni quando conobbi Bakugou Katsuki, chiamato da me e Izuku Kacchan.
In poche parole successe la stessa cosa a me e Izuku: eravamo migliori amici, a lui e a me comparve il Quirk, iniziò a bullizzarci e si allontanò.

Questo, purtroppo, continuò fino alla fine delle medie. Ma solo a Izuku, io cambiai quartiere.

Ci rincontrammo all'esame d'ammissione per la Yueei. Ricordo i suoi occhi rossi guardarmi sorpresi, ma solo per un secondo: il suo sguardo divenne pieno d'odio e disgusto, e questo persistette per mesi.

Ma cambiò tutto in poco tempo.

Era il periodo di Natale, noi alunni ci eravamo già trasferiti nei dormitori e si stavano svolgendo le ultime lezioni prima delle vacanze.

Tutti sarebbero andati a casa per festeggiare con le proprie famiglie, tranne io.
I miei genitori erano fuori continente per lavoro, di conseguenza avevano chiesto alla scuola di farmi rimanere nei dormitori.

Vedere tutti felici mentre uscivano velocemente dalle porte mi fece stringere il cuore, ma non potevo farci molto.
Qualcuno si era offerto di ospitarmi con loro, ma la richiesta dei miei genitori mi bloccava dentro quelle mura.

Scesi le scale, sbadigliando e stringendomi nel mio maglione di lana; nonostante il riscaldamento fosse acceso si gelava.

Mentre aspettavo che il mio latte si scaldasse leggevo il giornale online, fin quando non sentì una porta chiudersi e dei passi scendere le scale.

Afferrai un coltello da cucina, poggiandomi alla parete e aspettando che l'individuo arivasse al piano.

Quando sentii i passi farsi più vicini uscì dal mio "nascondiglio", sorprendendomi nel trovare Bakugou guardarmi annoiato, le mani messe nelle tasche e gli occhi che passavano dal coltello al mio viso.

"Che cazzo stai facendo?"

Quelle furono le prime parole che mi rivolse dopo anni.

"Che vuol dire, scusa?! Tu dovresti essere a casa tua!"
"Tsk."
Disse solamente, sorpassandomi e andando in cucina.

Si versò del caffè in una tazza e andò a sedersi sul divano, guardando la televisione.

Mi arresi all'idea di fargli le domande, prendendo il mio latte e versandoci dentro il caffè.
Feci per andare verso la mia stanza, ma la sua voce mi bloccò.

"Dobbiamo parlare, T/n."

Al sentirlo nominare il mio nome il mio cuore fece una capriola, una felicità immensa si propagò nel mio petto.

Mi sedetti nell'altro divano, sorseggiando silenziosamente la mia colazione e aspettando che parlasse.

Lui stava con i gomiti poggiati sulle ginocchia, le mani poggiate sulla sua testa e ormai la tazza abbandonata sul tavolino.

"Mi dispiace."

Due parole che non direbbe mai.
Due parole che il suo orgoglio non avrebbe mai permesso di dire.

"Credo che sia un pò tardi, ormai. E poi, per cosa ti stai scusando? Per avermi trattato di merda o per avermi ignorato per tutti questi mesi?"

Rimase in silenzio, i suoi occhi cremisi incollati nei miei. Non distolsi lo sguardo, aspettando una sua risposta.

"Fanculo."

Si alzò di botto, afferrando il suo telefono e dirigendosi verso le scale.

"Fanculo un corno!"
Gli corsi dietro, bloccandogli la strada e spintonandolo indietro.

"Fanculo lo dico io! IO ho sofferto per tutti questi anni, IO sono stata trattata di merda senza un fottuto motivo! Quindi se permetti fanculo lo dico io!"

Continuai a spingerlo finché non sbattè la schiena contro il muro, il suo sguardo rassegnato mi guardava costantemente.
Le prime lacrime scesero lungo le mie guance, la voce veniva bloccata dai singhiozzi.

"E sai una cosa... io-io nonostante tutta la merda che mi hai lanciato continuo ad amarti! Ad amarti c-come quando eravamo piccola!"

Gli puntai il dito sul petto, per poi colpirlo con dei pugni che sembravano non fargli effetto.

"Amarmi... come quando eravamo piccoli?"

Lo guardai sconsolata, rendendomi troppo tardi di essermi messa in trappola da sola.

"Si, si... come ti pare. Sai che c'è? Fai come se non avessi detto nulla..."
Presi la mia tazza e il telefono, mormorando a bassa voce.
"Tanto fai sempre di testa tua. Non ascolti mai nessuno."

Feci per andare in camera mia stavolta fu lui a pararsi difronte a me.

Mi aspettavo prese in giro, urla, parole che conoscevo a memoria.
Ma ritrovarmi stretta tra le sue braccia, il suo viso nascosto nei miei capelli, era l'ultima cosa che mi sarei mai aspettata.

Forse potevo viverlo solo nei miei sogni.

"Idiota, secondo te perché mi sto scusando?"

Mi prese il viso con le mani, guardandomi negli occhi.

"Mi sono scusato per questo. Ti ignorato perché non sapevo cosa cazzo fare! È tutto nuovo per me, all'inizio non capivo se fosse una cosa positiva o negativa. Ma poi Capelli di merda mi-mi ha dato dei consigli..."
Arrossì all'ultima frase, nascondendo il viso con i capelli.

Gli accarezzai la guancia, sorridendo appena.

"Kacchan, se... se non te la senti possiamo continuare come sempre. Apprezzo la sincerità ma-"

Le sue labbra sulle mie spezzarono la frase a metà.

"Non dirlo neanche per scherzo. Ho aspettato troppo tempo per poter dire che tu appartieni a me. E ora non mi lascio scappare l'occasione di poter rimediare ai miei errori."

Sorrisi, baciandolo e circondandogli il collo con le braccia.

𝗠𝗵𝗮 𝘅 𝗥𝗲𝗮𝗱𝗲𝗿|| 𝖮𝗇𝖾𝗌𝗁𝗈𝗍 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora