part five

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il gioco vale sempre la candela;

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il gioco vale sempre la candela;

quella sera sapevo di star facendo arrabbiare tom, ma non riuscivo davvero a capirne il perché. in ogni caso dopo il film io e mike tornammo a casa nostra, mike uscì prima di me e prima che potessi varcare la soglia della porta l'idiota mi afferrò il polso

tom: schelmischen, domani pronta fuori casa alle nove, metti un bel vestito

l'ultima frase la disse mentre osservava dall'alto al basso il mio corpo, io sorrisi e me ne andai. tom kaulitz che mi invita a cena? wow, da piccolo diceva che l'avrebbe fatto prima o poi ma non pensavo fosse serio

-
la sera successiva avvisai mike che sarei uscita con tom, lui fece un po' una faccia strana ma disse che andava bene.

tom aveva detto di mettere un bel vestito, e l'avrei fatto. misi un vestito lungo bianco in seta molto stretto sulla vita e dei tacchi non troppo alti neri a punta. aggiunsi i miei soliti anelli e i miei orecchini preferiti.

uscii di casa alle nove precise, e lo vidi lì, di spalle davanti alla porta di casa mia con la sua... moto.

jade: su quella con te non ci salgo

dissi ridacchiando per farlo girare verso di me, appena si voltò il suo sguardo cambiò. mi squadrò dalla testa ai piedi senza dire una parola. andò avanti per un bel po'

tom: eddai, sali senza fare storie stupida schelmischen

stupida?
oh cazzo no.

jade: non provare a chiamarmi stupida o ti giuro che ti ammazzo

andai verso di lui per tirargli dei piccoli schiaffi sul braccio ironicamente, lui mi afferrò la mano per poi incrociare le dita con le mie.
si avvicinò al mio orecchio mettendomi una mano sul fianco

tom: sali e non te ne pentirai.

mi staccai lasciando la mia mano nella sua, per poi sorridere e aspettare che lui salisse, dopo salì a mia volta. mi passò il casco e partimmo.
sapevo che tom sapesse guidare, ma se pensavo di essere lì aggrappata alla vita di un bambino che aveva paura di andare in bici, non ci credevo.
solo quando scesi dalla moto notai l'outfit di tom. una maglietta bianca poco meno larga del suo solito, una cravatta nera larga attorno al collo abbinata ad una giacca elegante con le maniche arrotolate, i suoi soliti jeans 5XL e delle scarpe nere eleganti.
feci una smorfia di instinto, lui la notò e sorrise. mise una mano attorno ai miei fianchi come per incitarmi a camminare. era un ristorante, e cazzo che ristorante. l'atmosfera era abbastanza cupa in verità, ma era rilassante, chiese il tavolo per noi e il cameriere gli fece una specie di occhiolino per un motivo a me sconosciuto.
ci accompagnò ad un tavolo più in alto degli altri, per arrivarci dovevamo fare quattro o cinque scalini. tom spostò la sedia per farmi sedere, gli sorrisi e lui fece lo stesso
mi sedetti sulla sedia, ordinammo entrambi un piatto italiano e un bicchiere di vino rosso.
l'idiota si accese una sigaretta, rimasi al quanto stupita dal fatto che si potesse fumare lì. gli presi la sigaretta dalle labbra e feci un tiro tutta tranquilla, per poi spezzare il silenzio che si era creato

the game was worth the candle ✦ - tom kaulitz Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora