schelmischen;
era l'estate del 2009, io e mio fratello stavamo svuotando gli scatoloni del trasloco. cercavamo di svuotarli l in fretta dato che volevamo la casa pronta il prima possibile. avevamo sistemato già le nostre stanze, mike aveva attaccato poster dei metallica in quasi tutta la stanza, aveva sistemato tutti i suoi vestiti e aveva sistemato persino quei libri che non aveva mai ordinato in vent'anni di vita. io misi tutti i miei vestiti in delle cassettiere, i trucchi sulla scrivania e i miei preziosi vinili accanto al mio bellissimo giradischi bordeaux.
dopo un po' andammo al piano di sotto per fare una pausa pranzo quando sentimmo suonare il campanellox: ciao! voi siete i nuov- JADE?!
jade: o mio dio, BILL!!
non vedevo bill da quasi dodici anni, da piccoli eravamo migliori amici, eravamo inseparabili e facevamo praticamente tutto insieme. e sapere che saremmo stati di nuovo vicini di casa dopo anni mi riempiva il cuore.w avevo legato anche con suo fratello tom, soprattutto in realtà. da piccola avevo preso proprio una bella cottarella per lui, era così bello da bambino, e devo dire che anche adesso non scherzava. vidi che non mi guardò quasi mai in faccia, a quanto pare stava osservando benissimo il tatuaggio che avevo fra i due seni e che si notava ancora di più con la maglietta scollata che avevo
jade: tom, da quanto tempo
lo riportai alla realtà, ma vidi che qualcos'altro aveva catturato la sua attenzione.
tom: dodici anni, ne è passato di tempo. hai il mio anello vedo
il giorno della mia partenza tom mi diede un anello bianco con un buco a forma di cuoricino sopra, era bellissimo, come lui, non l'avevo mai tolto, adesso che era diventato troppo stretto lo tenevo al collo a mo' di collana e ogni sera ci davo un bacio, sperando di rincontrare quel bambino tanto simpatico di cui ero innamorata a otto anni.
quel giorno tom non sprizzava di certo felicità da tutti i pori, ma quando vide l'anello sorrise. se devo essere sincera mi mancava tanto quel buffo sorrisetto che aveva. ricordo che quando ci conoscemmo, nel 1994, mi diede un bacio sulla guancia e mi sorrise mentre aveva le mani dietro la schiena, io gliene diedi un altro sull'altra guancia e lui mi abbracciò. era proprio carino, ma adesso era diverso. non aveva più il sorrisetto buffo sul viso, anzi aveva un'espressione al quanto cupa. aveva delle treccine nere che gli partivano all'inizio della testa e il piercing al labbro che tanto voleva da piccolo, il suo stile non era cambiato anche se da bambino era un po' più colorato.
nonostante questo, il suo profumo era sempre uguale.jade: vedo che sei sempre uguale
tom: tu per niente, non ti ricordavo così
mi squadrò dalla testa ai piedi e sorridemmo imbarazzati, ma mio fratello spezzò il silenzio
mike: allooora, anche se c'è un casino volete entrare?
bill: certo!!
anche bill e mike erano cari amici da piccoli, ricordo che per un periodo gli piaceva la stessa bambina e che avevano promesso di condividerla, andavano in giro tutti e tre sotto braccio, lei in mezzo e i ragazzi ai lati. poi bill si stufò e disse a mike che la ragazzina e mike si sarebbero dovuti sposare. mike pensò a lei tutti i giorni, e ogni tanto mi chiedeva se secondo me si serebbero mai sposati come diceva bill.
feci fare un giro della casa a tom sotto sua richiesta e si soffermò per un po' sulla mia stanza
tom: vedo che i poster dei deftones sono rimasti al loro posto, ricordi quando ascoltavamo "root" insieme? ti piaceva così tanto quella canzone.
jade: come potrei dimenticarlo
tom: da piccola scordavi sempre tutto
tutto, ma non quello.
dopo un po' di tempo che parlavamo con mike e bill delle cose passate in questi anni, evitai di rispondere a molte domande, non volevo che si sapessero certe cose sul mio passato, ne avevo passate di cotte e di crude e niente di tutto quel che era successo mi riportava a bei ricordi.
-
bill: ma questo latte è scaduto?jade: ma che cazzo mike, non lo dovevi bere tu?
mike: ma perché, che ci hai messo? dimmi che non era qualche droga strana che ti prendi tu
nonostante quella frase mi fece rattristire, la presi a ridere
jade: bho salvia, rosmarino forse
mike: ma che cazzo jade!
tom's pov:
da piccoli non potevano stare tanto tempo insieme, finivamo sempre per litigare, ogni volta. per motivi stupidi ovviamente, eravamo piccoli, ma eravamo due tornadi e in qualche modo uno dei due si faceva sempre male.
così cercavamo di farci stare lontani l'uno dall'altra finché uno dei due non chiedeva scusa, lei non lo faceva mai.
era sempre pronta a mettere nei casini qualcuno, soprattutto se stessa. la ricordavo con quei capelli neri ricciolini, gli occhi marroni scuro, e con quel sorriso meraviglioso che non sfoggiava quasi mai, era sempre triste o arrabbiata per qualcosa, capricciosa..tom: oh schelmischen, tu non cambi mai
jade's pov:
schelmischen.
un nomignolo che non sentivo da anni e anni. la madre di tom, simone, era solita chiamarmi così da piccola. significava dispettosa, un aggettivo che mi calzava a pennello a detta di tom. quel piccolo idiota mi chiamava sempre così quando mi mettevo nei casini, quando per un mio scherzo mi facevo male o finivo per litigare con qualcuno. mi faceva imbestialire, amava dar fastidio sin da bambino, era lui il shelmischen fra i due.
jade: schelmischen eh, abbiamo vent'anni e tu mi chiami ancora così
tom: è un aggettivo che ti si addice
jade: idiota
sorrise e basta, sembrava quasi arrabbiato ma non sapevo per che cosa. non ne avevo proprio idea. pensavo sarebbe stato felice di vedermi, ma già dal primo istante che ci siamo guardati il suo sguardo sembrava diverso, vuoto. e di certo quando era piccolo non era così, era tutt'altro che vuoto. pieno di voglia di vita, era sempre gioioso. anche nella peggiore delle situazioni lui sembrava sempre sereno, tranquillo, come se sapesse che in qualche modo si poteva sistemare, che c'era sempre una soluzione.
quel piccolo bimbo con i capelli buffi era davvero importante per me, pensavo giorno e notte a lui e a cosa sarebbe successo se ci saremmo rincontrati. quando sentivo quelle canzoni meravigliose che avevano fatto, e che la maggior parte delle volte mi facevano pensare a come sarebbe stato suonare il piano con lui come da bambini...
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the game was worth the candle ✦ - tom kaulitz
Fiksi Penggemar"del resto della serata ricordo solo dei flash: io e tom nella sua camera da letto, lui che ansimava sotto il mio tocco ed io sotto il suo, un urlo un po' troppo forte e delle risate senza alcun senso durante quei baci un po'troppo spinti. il resto...