part nineteen

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positivo;

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positivo;

cinque anni passarono in fretta. eravamo appena tornati dal matrimonio di georg, che fù l'ultimo di noi a sposarsi dato il periodo di crisi fra lui e shelly. gustav e krist erano convolati a nozze qualche mese fa, mike e dana già da un pezzo.

-
era sera tardi, non sapendo cosa fare feci una doccia e mi fiondai nel letto aspettando tom. arrivò mezzo nudo, con i boxer che lasciavano intravedere fin troppo.
mi sorrideva, con il suo solito sguardo che nonostante gli anni era rimasto, giocando con il piercing che era rimasto al suo posto per mio ordine. lui era identico a prima, tranne per la barba e i capelli, ma la sua risata e i suoi occhi erano rimasti uguali a prima. e sapevo sarebbero rimasti così per sempre.

si stese accanto a me, straiato sul fianco con il viso rivolto verso di me. mi guardava.
era così bello

jade: mi farai fare un'altra doccia?

tom: perspicace schelmischen

il soprannome era rimasto.

e sarà per la voglia irrefrenabile di fare l'amore con lui, sarà per i dieci (o forse più) bicchieri di champagne che avevamo bevuto al matrimonio, ma non pensai neanche a una qualsiasi precauzione. in realtà non era la prima volta che capitava, successe molte volte. ma non dissi nulla e semplicemente, mi misi sopra di lui e lo baciai, muovendo i fianchi avanti e indietro per sentirlo ansimare.

andò avanti per molto tempo. alla fine, ci sdraiammo uno affianco all'altra ancora con l'affanno. ci abbracciammo, e la mattina dopo ci risvegliammo nella stessa posizione.

non durò molto, però...
sentii la mia testa girare e il vomito iniziare a salire. corsi in bagno, tom sentii i miei rumorosi passi e mi raggiunse. si avvicinò a me per tenermi sù i capelli, guardandomi preoccupato

jade: stai tranquillo, non è niente

tom: sei sicura di stare bene?

mi bloccai un attimo, mi alzai per sciacquarmi bocca e mani e pensai, a tante cose

jade: che giorno è oggi?

tom: venti maggio, perché?

jade: no, non è possibile. il mio ciclo è in ritardo. non succedeva da anni

tom: oh tesoro, può capitare. tu stai tranquilla e rilassati, oggi sono a tuo completo servizio!

sorrisi e lo abbracciai

jade: amore, oggi vado da dana, non te lo ricordi?

tom: vorrà dire che mi prenderò cura di te dopo

risi un po' e andai a fare colazione, cercando i non pensare a quel che era appena successo.

non potevo essere incinta. o meglio, ero incinta? così sembro pessima. un bambino tutto mio, sia io che tom l'abbiamo sempre voluto, perché ero così giù?
forse avevo paura di essere una madre non
all'altezza, non essere abbastanza per lui o lei.
o forse, era solo nausea da stress. o qualsiasi altra cosa.

-
arrivò l'ora di andare da dana, salutai mio marito per poi uscire di casa e andarci a piedi, essendo che la casa era praticamente attaccata alla nostra.

tom's pov:

appena jade uscì di casa mi sedetti sul divano, con le mani a coppa sul viso pensando alla sera precedente. era incinta? quanto lo speravo. un bambino che gironzolava per casa, un sogno. ma lei non sembrava particolarmente entusiasta all'idea, quindi avrei aspettato fino a quando lei non l'avrebbe voluto quanto me. forse lo voleva, e mi stavo solo facendo paranoie inutili e stupide. ma cazzo, se avevo ragione e se dentro si lei c'era un piccolo bambino sarei stato l'uomo più felice del mondo.

jade's pov:

appena arrivata a casa di dana suonai, mi aprì satin, che ormai era fatta bella grande. aveva appena festeggiato cinque anni.
la salutai prendendola in braccio e dandole un bacio sulla guancia, poi andai da dana sul divano. mike era fuori, probabilmente al supermercato

dana: ciao bellissima, come stai?

jade: bene, stamattina ho vomitato

risi nervosamente, dana sembrava preoccupata però. si alzò in piedi, per poi accovacciarsi davanti a satin

dana: tesoro, va bene se tu rimani un po' qui? io e la zia andiamo di là per parlare di una cosa

satin: va bene mamma!

dana sorrise e mi fece cenno di seguirla in camera da letto

dana: che avete fatto ieri sera? abbiamo sentito tutto. prima o poi tua nipote rimarrà traumatizzata dalle vostre scopate

jade: oh e dai! sai che non è colpa mia

rise in un modo un po'sforzato

dana: avete usato il preservativo?

guardai in basso. ammetterlo ad alta voce era imbarazzante

dana: vieni qua

mi prese per mano e mi portò in bagno. aprì un cassetto prendendo da lì una scatola

dana: ho ancora questo, l'avevo comprato quando pensavo di essere incinta qualche mese fa. se vuoi esco e lo fai da sola

sospirai e annuii

jade: no rimani qui, ho bisogno di te

piansi, e non so perché.

ero felice, io volevo un figlio. probabilmente era un pianto di gioia, mi sentivo strana però. avevo paura che qualcosa andasse storto. per colpa delle droghe e tutta la merda successa negli anni. avevo tanta paura.

dana mi abbracciò per un'po'. dopo mi fece sedere e mi diede un bicchiere d'acqua nell'intento di farmi calmare.
dopo dieci minuti presi coraggio e lo feci.
dovevamo aspettare per altri quindici minuti prima di girare il test, più altri tanti minuti per provare il coraggio di farlo

jade: fallo tu

dana: si sono invertiti i ruoli!

mi vide agitata e mi abbracciò, forse cercando di farmi ridere con quella frase. e ci riuscì. come sempre, lei era in grado di farmi ridere anche nelle situazioni peggiori, e le ero tanto grata per questo.

girò il test guardandolo per almeno un minuto, non avevo neanche la forza di chiederle cosa ci fosse scritto. lo capii da un suo abbraccio, sentendola piangere sulla mia spalla. ceci lo stesso, realizzando cosa era appena successo.
mike tornò a casa entrando in bagno preoccupato, appena vide il test e la faccia di dana capì e si unì all'abbraccio. arrivò anche la sua meravigliosa figlia, la mia bellissima nipotina.

dopo tempo, finalmente, presi anche io il test. e nonostante lo sapessi già, rimasi comunque sbalordita: positivo.

the game was worth the candle ✦ - tom kaulitz Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora