part eleven

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forse dovremmo;

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forse dovremmo;

il giorno dopo avevamo il concerto a milano, ci sarebbero stati i miei genitori ed ero molto agitata. speravo gli piacesse il concerto, che gli piacesse tom.
nel senso, anche se non gli fosse piaciuto non sarebbe cambiato nulla in realtà, ma speravo non gli fosse pesato chissà quanto vedere tutti quei bambini con cui sono cresciuta essere così tanto diversi e uomini. speravo che mio padre non fosse geloso del modo in cui mi guardava tom, il modo in cui ci comportavamo sul palco. spesso capitava che io e tom suonavamo schiena contro schiena, avanti la chimica fra noi due l'avevano vista tutti.

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durante la giornata non facemmo molto, io e tom eravamo sempre insieme a suonare o a baciarci, questa volta anche davanti agli altri.

ogni volta che tom mi guardava o faceva qualche commento su di me mike lo fulminava con lo sguardo, sono sempre stati in buoni rapporti ma a quanto pare non pensava che tom kaulitz potesse provare chissà che sentimento per una ragazza. credo lo pensassero in molti, persino io.

prima dello spettacolo andammo a mangiare in un ristorante vicino al mediolanum forum.
c'era don't look back in anger che rimbombava fra i tavoli, la mia mano stretta a quella di tom sotto il tavolo, non la lasciò per tutto il tempo. era così strano stare così con tom, non siamo mai stati così uniti come in questi mesi, era così bello sapere che lui mi amava, che non ero come le altre.

perché lo sapevo, ero certa di non essere una delle sue troie, lo sapevo perché ogni mattina dopo essere andati a letto insieme lui mi preparava la colazione, mi dava un bacio e mi diceva "buongiorno schelmischen". con le altre non ci dormiva neanche insieme.

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dopo cena andai a fumare una sigaretta, ero un po' ansiosa per il concerto, e per tante altre cose.

tom: tutto bene schelmischen? sei strana

jade: tranquillo idiota, solo ansia pre-concerto

tom: oh tesoro vieni qui

mi prese il viso fra le mani e mi baciò dolcemente, prima di staccarsi e riunirsi a me con un abbraccio

jade: ti prego, stringimi più forte

fece un attimo un sussulto, non ero solita chiedere queste cose, ma mi diede retta e strinse più forte le sue braccia intorno alla mia vita

tom: sai jade, a volte sei così vulnerabile, questa cosa mi rende triste

stavo quasi per piangere dopo quella frase, tirare fuori una delle frasi del mio film preferito, cazzo non lo reggevo.

ecco come eravamo io e tom, come jim carrey e kate winslet in se mi lasci ti cancello.
perché nonostante tutto, nonostante entrambi eravamo così tanto innamorati da cercare di dimenticare l'altro in caso di una rottura, una volta realizzato quanto avevamo perso avremmo fatto di tutto per ritrovarci, per essere come prima. per innamorarci ancora una volta, perché sapevo che in qualsiasi altro universo o un altra vita io e tom seremmo stati insieme. perché eravamo troppo perfetti l'uno per l'altra da poterci separare.

dopo quel lungo abbraccio ci guardammo negli occhi per tanto tempo, tanto tanto tempo che mi sembrò un secondo

jade: io e te stiamo insieme? perché forse dovremmo, non credi?

calò il silenzio totale, non dovevo dirlo.
mi guardò un po'confuso mentre cercava di capire la domanda, credo.

jade: lascia stare, scusa

tom: no jade..

me ne andai senza farlo rispondere, non lasciandogli il tempo di pensarci e di rispondermi. cazzo che stupida che sono stata.

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arrivammo nel luogo del concerto, io e tom non ci siamo rivolti la parola per tutto il viaggio, ero così arrabbiata con me stessa per essermene andata.

andammo tutti a cambiarci, io misi una maglietta a maniche lunghe nera, trasparente sulle maniche, un jeans blu scuro a vita bassa e a zampa abbinati con i miei soliti stivaletti con il tacco. il tutto arricchito con i soliti anelli, una cinta nera presa in prestito da bill ed un cappellino simile ad un basco nero.

ci fiondammo sul palco, la folla urlò all'impazzata, innumerevoli cartelloni agitati in aria con su scritto la qualunque, spesso avence sessuali per tom o per me.
mi sentivo una fottuta sex symbol.

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subito dopo la fine di break away e quindi l'inizio di pain of love tom si avvicinò a me facendo come se non fosse successo nulla qualche ora prima.
eravo salita sopra uno dei piedistalli in ferro posti ai lati del palco, tom non ci pensò due volte e mi raggiunse.
si mise appoggiato alla mia schiena come al nostro solito e si avvicinò al mio orecchio

tom: hai ragione, dovremmo

jade: cosa?

tom: si sai, una relazione vera e anche ufficiale magari

non potevo crederci, aveva detto si. io e tom stavamo finalmente insieme. non riuscii a dire nulla, risi e continuai a suonare tutta eccitata. scesi e andai vicino a georg, eravamo quasi alla fine della canzone, e ormai bill non cantava più, si sentivano solo i nostri strumenti.
tom arrivò dopo un po' da me e georg per poi avvicinarsi di nuovo al mio orecchio

tom: seguimi e fai quel che facevamo da piccoli per scaldarci. fidati

andò vicino ad una cassa ed io lo ricorsi mentre suonavamo ancora.

quando eravamo piccoli eravamo soliti suonare un piccolo riff composto da tre note circa, non era nulla di che ma nelle canzoni particolarmente elettriche ci stava bene.

tom mise un piede sulla cassa, io feci la stessa cosa aspettando il cenno di tom per iniziare a suonare quel che mi aveva detto, la folla impazzii sentendoci suonare qualcosa che non era nella canzone registrata, i ragazzi ed il pubblico ci tennero corda e continuarono a suonare e urlare.
a fine canzone, prima che si spensero le luci, tom mi prese per i fianchi e mi baciò, davanti a tutti. le urla miste fra il pubblico e i ragazzi, persino mike e le ragazze stavano urlando da dietro le quinte.

dopo questo clamoroso bacio continuammo a suonare fino alla fine del concerto, tom non mi stacco gli occhi di dosso per tutto il tempo, fino alla fine ha osservato tutti i miei gesti. amavo quando faceva così.

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finì il concerto, salutammo i fan e scendemmo dal palcoscenico. presi mike e lo portai in disparte, gli spiegai la situazione e la prese meglio di quanto mi aspettassi, andammo da mamma e papà per salutarli ma prima mio fratello prese dana per mano e io feci lo stesso con tom

mamma: oh tesori miei, come siete belli

nostra madre ci abbracciò con le lacrime agli occhi, papà era dietro di lei ad osservare il momento. dopo aver abbracciato anche papà ed essermi presa tutti i bei complimenti riacchiappai la mano di tom e lo guardai

jade: credo vi ricordiate di tom e dana

mia madre abbracciò immediatamente tom facendogli complimenti sul coraggio che aveva avuto nel baciarmi così davanti a tutti quanti. papà di limitò ad abbracciarlo e a dargli due pacche sulla spalla. fecero lo stesso con dana e si guardarono fra di loro

papà: mike, dovresti baciare anche tu la tua ragazza davanti a più di diecimila persone

disse mio padre prendendo la mano di dana mentre le sorrideva, mike rise e le diede un leggero bacio

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mia madre prese tom in disparte, dana origliò con la promessa di dirmi cosa stavano confabulando. la sua risposta mi fece abbastanza sorridere

dana: anche tua madre dice che il gioco valeva la candela

alzò le spalle come per dirmi "te l'avevo detto" e io non riuscii a fare altro che abbracciarla per la felicità e la spensieratezza che provavo in quel momento.

perché tom mi aveva baciata davanti a dodicimila persone e sarebbe per sempre stato uno dei nostri ricordi più cari

the game was worth the candle ✦ - tom kaulitz Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora