Denti

9 0 0
                                    

Concorreva al premio di
sfigata del mese, sedici anni
e il terrore di un primo buco in bocca,
sedici anni e un dondolare anomalo,
e la paura di perdere i denti
precocemente,
come nei sogni in cui
uno a uno cadevano bianchi
sul parquet. E il rumore
era quello di un sacco di legumi rovesciato,
tranne per il fatto che erano denti suoi, invece, non 28 o 32 ma
centinaia di denti sani
lucenti
l'epilogo di un'iperdontia
curata in uno scroscio sinistro
e senza supervisione alcuna.

Mesi di masticazione incontrollata,
mangiare molare contro molare,
limare quanto,
vagamente,
poteva ancora fare male.
E poi l'asilo,
i cerchi neri sul braccio,
inverni passati ad appendere disegni
pronte alla prossima estrazione.
Custodire gelosamente
ogni piccolo tesoro sradicato,
il pegno mai pagato da un brutto ratto,
che a pensarci bene
non avrebbe davvero bisogno
di insulsi masticatori da latte
ma li raccatta comunque.

Ora, a sedici anni,
togliere un dente
è come toglierlo a venti.
Magari non addormentata
sotto anestesia.
Magari sei lucida
tanto da strapparlo via da sola.
Magari era un altro cimelio
da custodire in bicchieri di plastica
avvolti in pellicola
e tu ne hai fatto spazzatura.
Magari era un pezzo di te
e a sedici anni, ciò che importa,
è accumulare.

Per il resto,
e nella migliore delle ipotesi,
sarebbe morta asfissiata
come nei suoi incubi,
da quelle piccole ossute lumache
che sputava ovunque
ingoiandone altrettante.
Una perdita tanto copiosa
è perché, in verità,
lei non è mai stata brava a contare.
Noi lo sappiamo,
c'è sempre il coniglio che ti sfugge
a vent'anni rischi uomini violenti
a sedici temi un buco nel terzo quadrante.
Quindi, bambina, di cosa avrai paura domani?
Questa non è ancora una ferita mortale
e infatti,
e per fortuna,
quella carie così profonda
noi l'abbiamo sempre scampata.

Il mio sangue è una distesa di asfaltoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora