Ci pensavano verdi come gli stagni
tondi come le prugne.
Ruvidi nella natura di guscio,
del profumo di noci e fichi freschi,
controluce e radicati come peschi.
Ci pensavano rotti come gli specchi,
bianchi come il sale,
miagolanti come gatti sotto scale.
Ci pensavano pesci risalire le correnti.
Ancorati e boccheggianti,
ci chiamavano due volti compensanti,
figli del mare in tempesta,
pronti a viaggiare con l'orgoglio di chi resta.
Ma se ci pensi, pensaci insieme
tutto ciò che hanno cantato le balene,
quell'oceano che non chiama mai per nome,
che le spiagge non ti avranno raccontato.
Chiamaci avverare, amare, sapere dove andare
Con la testa sott'acqua, ascoltare il mare,
protettore di un finale mai svelato,
senza nome e dove niente è misurato.
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Il mio sangue è una distesa di asfalto
PuisiLe poesie di una ????enne che cerca ossigeno nell'arte.