LA RINASCITA DI FLEED

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Pianeta Terra
Tokyo, Istituto Ricerche Spaziali

Il dottor Procton

Non mi hanno voluto ascoltare e ora è troppo tardi. Questa fuga verso lo spazio è prematura, non siamo ancora pronti, non abbiamo ancora raggiunto l'onniscenza per concepire l'unico Universo che abbiamo scoperto. La nostra tecnologia ci ha divorato, non siamo stati capaci di difendere il pianeta da noi stessi. Ora tutti questi viaggi, questi treni spaziali, queste Federazioni, queste colonie... non siamo molto diversi da Vega, non stiamo facendo altro che riproporre il nostro modo di vivere nella Galassia ma la Galassia non è la Terra. Se non ci evolveremo "dentro" ci estingueremo.
I miei simili, i miei colleghi, non comprendono la mia scelta, vogliono che li segua nello spazio ma non lascerò la Terra.
Ho vissuto per scoprire le stelle ma non ci andrò, non le inquinerò, rimarrò quì fino al resto dei miei giorni.
Figliolo, questa volta neppure tu potrai salvarci...

Actarus

Cimitero di Tokyo
Terzo anniversario

"Signore, stiamo chiudendo..."

"Ancora un minuto, la prego..."

"D'accordo ma faccia in fretta"

Venusia... perchè mi hai lasciato?
Sono passati tre anni dalla tua prematura scomparsa, il vuoto che mi ha avvolto mi divora giorno dopo giorno, tutto quello che abbiamo fatto per salvare la Terra, tutte le volte che abbiamo rischiato la vita in battaglia e poi... te ne sei andata così... è difficile da accettare... senza di te non credo di poter rimanere ancora a lungo sulla Terra.
Forse uno di questi giorni volerò con Goldrake e andrò a spegnermi su un pianeta morto... questa orchidea è per te Venusia, riposa in pace, amore!

Koji Kabuto

L'insonnia prese il sopravvento.
Koji per un attimo osservò con invidia Sayaka dormire poi si vestì e uscì dall'appartamento.
Si diresse verso l'Osservatorio spaziale sito all'interno dell'Istituto Ricerche Fotoatomiche.
Entrò nel laboratorio, accese le luci, percorse il corridoio e si portò verso il telescopio a raggi infrarossi di ultima generazione posto al centro della stanza.
Le osservazioni a raggi infrarossi consentivano lo studio di oggetti e di regioni dello spazio altrimenti oscurate dai gas e dalle polveri nello spettro visibile.
Le nubi molecolari erano colme di formazioni stellari, dischi protoplanetari e nuclei di gas attivi.
Mise in funzione il sofisticato osservatore, lo collegò al suo laptop e iniziò a rilassarsi osservando le stelle. Koji era attratto dai nuovi modelli di treni spaziali che circumnavigavano la Galassia.
Tracciavano delle scie luminose su quella lavagna oscura che era lo spazio quasi come delle lucciole dentro un fitto bosco.
Iniziò a perlustrare la magnificenza delle Galassie che contornavano il Cosmo; dalla "nostra" Via Lattea alle Nebulose di Andromeda e di Vega fino
ai vari pianeti siti al loro interno. Con i loro colori e le loro forme, così complesse, così perfette.
Un disegno di massa e di materia creato dal potere energetico di una minuscola particella subatomica che gli scienziati soprannominarono
"particella di Dio".
I pianeti, da quelli abitati a quelli desolati o ai resti di quelli distrutti,
tutti facente parte dello stesso progetto.

Koji Kabuto, il pilota di Mazinkaiser, il megarobot più potente del mondo, di cose straordinarie ne aveva viste eppure rimase comunque affascinato ed estasiato da tale perfezione.

Poi la sua attenzione fu catturata da uno strano luccichio bianco provenire da un punto indicato dello spazio, non distante dalla Nebulosa di Vega, un punto che inizialmente sembrava corrispondere a un pianeta morto.

Decise di approfondire la questione.

"Quel lampo d'energia... vediamo da quale pianeta proviene?"

Mise in funzione la telecamera satellitare, bypassò le informazioni al laptop, inserì le coordinate e ingrandì l'immagine.

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