ASSALTO A TOKYO

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Venti di guerra

Pianeta Terra
Tokyo

La gente per strada veniva guidata dai militari verso le aree di sicurezza.
La marea umana manteneva controllo e ordine, come se fosse abituata, come se queste operazioni fossero state ripetute centinaia di volte.

La Federazione Andromeda aveva ormai dichiarato guerra alla Terra.
L'attacco pianificato dal cancelliere Lord Byron in appoggio a Mazone era iniziato ed era chiaro che si sarebbe concentrato su Tokyo, sede dei robot.

I satelliti d'osservazione posti in prossimità dell'orbita terrestre vennero disintegrati dall'ufo alieno.

Il disco robot scese nel cuore del Giappone.

Presentava una croce frecciata dipinta sulla parte frontale, simbolo di Andromeda.

Sfrecciò nel quartiere Marunouchi.
Dalla fessura che divideva il disco in due parti evaporarono due piste di luce rossa.
La folla che presidiava il piazzale non si accorse di nulla, vide solo un bagliore accecante.
Poi l'attenzione della belva si spostò sulla stazione.
Le mura dell'enorme impianto cedettero, le lamiere dei binari si sollevarono, i treni vennero spazzati via dall'animale d'acciaio.
La Railway station era in fiamme.

La Terra in questo momento non poteva schierare il suo difensore più forte, il Mazinkaiser di Koji Kabuto, in rotta verso il pianeta Fleed, alla ricerca di Goldrake.

Così il dottor Procton diede ordine d'intervento immediato all'Armata Mazinga.
Dopo la partenza di Goldrake e il precipitare degli eventi, aveva predisposto all'interno del Laboratorio due basi di lancio sotterranee nell'eventualità che i Mazinga dovessero intervenire, partendo direttamente dal Centro Ricerche Spaziali.

Pochi secondi dopo aver appreso e visto l'orrore che si era celato sulla capitale, si rivolse ai suoi addetti.

"Harada, Hayashi, disporre le piste di lancio per i velivoli. Attivare le uscite MZ e GM"

"Provvediamo, professore"

Gli operatori agirono in fretta.
Misero le mani sui tasti dei monitor e la struttura segreta del Centro entrò in funzione.

Procton sollecitò i ragazzi che si trovavano con lui nella sala comandi.

"Shiro, Tetsuya, dovete fare presto o di Tokyo non rimarrà più nulla!"

"Ricevuto capo, ci muoviamo!"

I piloti indossarono velocemente le uniformi, presero posto all'interno dei tubi blindati discesi dal soffitto, siti ai margini della parete del locale.
La pressione li spinse verso il basso, dopo un breve tragitto automaticamente le calotte dei velivoli si aprirono e i tubi si ritirarono, liberandoli.
Shiro e Tetsuya si ritrovarono seduti ai rispettivi posti di comando.
Accesero i motori.
Il Jet Pilder e il Brian Condor decollarono dalle rampe preposte, sbucando all'esterno.

Le voci s'unirono in una sola parola.

"Mazinga, fuori"

Al richiamo vocale le superfici di zolle di erba sintetica si sollevarono e scorrendo lasciarono spazio a due aperture.
I gemelli metallici fuoriuscirono in posizione verticale dagli hangar.
I piloti diedero l'ordine d'agganciamento e i velivoli, come da prassi, s'inserirono al centro delle creste grigie dei loro capi.

Da un'uscita secondaria apparì una rampa dalla quale partì il Jet Scrander che s'unì al dorso dello Z.

"Mazinga Z, in azione!"

Le ali diaboliche s'aprirono.

"Grande Mazinga, pronto al combattimento!"

I robot con le braccia distese davanti s'allinearono in volo e si diressero a Tokyo.

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