Capitolo 29

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Aston Pov

3 mesi dopo

"Il tuo caffè" le mani smaltate di rosa di Felicity entrano nel mio raggio visivo mentre gentilmente mi allunga la tazza contenente il liquido ambrato

Fisso il movimento lento e oscillatorio del caffè desiderando vederne il suo arresto

Qualsiasi cosa vada avanti e prosegua per il suo percorso mi irrita fortemente nell'ultimo periodo. So che è egoista e privo di logica, ma è come se dopo Norah ci fosse solo il...dopo. Un triste, silenzioso e disdegnevole dopo.

E vedere il movimento circolatorio del caffè, quello lento e ritmato delle lancette dell'orologio, quello del mio stesso respiro o dei sorrisi che Red e Felicity si scambiano complici quando pensano che io non stia attento, mi innervosisce.

Mi ricorda che tutto torna a muoversi, a proseguire inesorabile e ignaro del tempo, indipendentemente da me.

"Grazie" bofonchio per non essere scortese di fronte alla dolcezza e alla disponibilità disarmante della ragazza del mio migliore amico

Felicity si sposta una ciocca biondo platino dietro l'orecchio e mi concede un piccolo sorriso incoraggiante

"Hai un aspetto...pulito" si lascia sfuggire sempre lei mentre si siede a disagio di fronte a me con il braccio di Red già pronto ad avvolgerle le spalle esili

Mi sforzo di sollevare le palpebre per lanciare un'occhiata rapida ai miei due amici dall'altra parte del tavolo e poi torno a fissare la tazza di caffè valutando se sia arrivato il momento di portarla alle labbra o meno

Arriccio la bocca in una smorfia e opto per bere questo dannato caffè prima che la mia lingua metta a disagio la piccola e dolce Felicity

Il sapore amaro rimette subito in sesto il mio lato incazzato e rancoroso che mi trascino dietro da tre mesi facendo allontanare chiunque da me, di nuovo.

Red è stato l'unico che ha accettato e subìto ogni porta in faccia da parte mia senza mai arrendersi. Questa testa di cazzo è l'unica costante nella mia schifosa vita e darei la mia vita per lui, sempre e nonostante tutto.

"Era ora cazzo! Fratello, quella barba alla babbo natale iniziava a darmi seriamente i nervi" Red si sporge per mollarmi una pacca sulla spalla e ridacchia per stemperare il gelo che io ho provocato

"Spiegami perché siamo in questa fottuta caffetteria da ricconi a un'ora da San Diego, fratello" lo rimbecco con tono arcigno ignorando la sua battuta e prendendo un'altra sorsata piena di caffè, mi concedo una breve occhiata fuori dalla finestra

Il sole è alto e caldo e in cielo non c'è neppure una nuvola ad oscurare la giornata. Quella degli altri almeno. La caffetteria è situata in una cittadina di cui non ricordo il nome ma che so distare circa un'oretta da San Diego ed è immersa nella natura. È circondata da un parco verde e rigoglioso con un pratino intorno tagliato all'inglese. I fiori colorati animano l'immagine suggestiva rendendolo alquanto accogliente

Ma poi mi ricordo come mi sono svegliato questa mattina e tutte le mattine precedenti negli ultimi tre mesi e allora distolgo lo sguardo con uno scatto e un ringhio che involontariamente riverbera nella mia gola e non passa inosservato ai miei amici

"Davvero Red...finiamo questa cosa in fretta, di qualsiasi cosa si tratti" mi rivolgo direttamente al mio migliore amico incalzandolo con lo sguardo ed evitando di mettere in soggezione Felicity con i miei modi burberi

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