Capitolo 5

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Lascio Aston nelle grinfie di Kimberly con il cuore molto più appesantito di quello che lascio intravedere a lui.

Non lo avrei lasciato, nemmeno un momento, come lui stava facendo con me da mesi ormai. Soprattutto quando ho sentito nuove sensazioni diramarsi dentro di me e ho percepito una strana connessione interporsi tra i nostri sguardi comunicanti

Non volevo mollarlo, ma sapevo che ne avesse bisogno. Anche se avendo imparato a conoscerlo, immagino che si terrà sulla difensiva e non sarà per nulla carino e comprensivo

Ma è forse uno degli aspetti più intriganti di Aston. È leale, pragmatico, ironico e sfacciato. Ma non è un uomo da mezze misure e o gli vai a genio o sei il suo peggior nemico. Non sono amante del semplice bianco o nero, sono una persona che guarda le sfumature e che si aspetta sempre che se ne presentino di nuove. Ma in Aston mi piace proprio la sua concretezza e nettezza. È deciso nelle sue idee e le porta avanti con caparbietà, ma sempre con una giustificazione da presentare per portare avanti le sue convinzioni. Non ti impone il suo pensiero, ma lo condivide. E con me soprattutto, è solito spronarmi. Mi spinge sempre oltre, acuendo la mia curiosità e la mia sete di sapere e conoscenza. Mi stimola sempre con cose nuove e attizza la mia mente. Mi sfida senza mai schiacciarmi, ma trattandomi da suo pari. Proprio come ho fatto io oggi. L'ho trattato da mio pari e gli ho mostrato l'altra faccia della medaglia e i benefici dell'avere una conversazione con Kimberly permettendo così a lei di spiegarsi e a lui di alleggerirsi di un peso.

Anche se dubito che Kimberly abbia la possibilità di venir perdonata da Aston. Ho visto com'è Aston quando perde la stima per qualcuno. L'ho visto rapportarsi con persone che non conosceva o che riteneva alla stregua di un conoscente. Io stessa sono stata dall'altra parte del fiume e sì, ho saputo tenergli testa, ma avere Aston come nemico non è qualcosa che augurerei a nessuno

Dopo altre due ore di lavoro in cui ho atteso che si facesse vivo per raccontarmi, e arresa al fatto che non sarebbe successo, lascio il quartier generale per tornarmene a casa.

Stasera Emily lavora, per cui ho la casa tutta per me e decido di ordinarmi una pizza perché non ho voglia di mettermi ai fornelli.

Ho la testa che esplode, per cui mi faccio una doccia rapida e indosso la mia sottoveste di seta lilla con dei ricami in pizzo sullo scollo e una vestaglietta dello stesso colore e tessuto da mettermi sopra.

Scendo al piano di sotto e afferro il cartone della pizza che mi è stata consegnata poco prima che andassi in bagno a lavarmi e mi butto sul divano con poca grazia e tanta soddisfazione

Prendo a fare zapping compulsivo, senza soffermarmi su alcun canale in particolare, perché anche se non lo voglio ammettere, la mia testa è ferma col pensiero su Aston, su come sta e su cosa sia successo tra lui e Kimberly oggi.

Il pensiero è quasi un'ossessione che tra un boccone e l'altro, mi spinge a scrivergli un rapido messaggio, cosa che mi rende stranamente agitata

"Ehi tutto bene? Com'è andata?" digito frettolosamente, inviando con altrettanta rapidità e mordendomi un labbro a disagio

Non voglio essere troppo invadente, ma la curiosità mi sta divorando quasi più rapidamente di come stia facendo io con la pizza. Il nervosismo mi rende affamata e quando sono affamata sono capace di mandare giù quantità industriali di cibo senza quasi masticare.

Sussulto facendo saltare una fetta di salame dall'ultima fetta di pizza che ho in mano quando sento il campanello suonare

Mi porto una mano sul petto percependo il mio cuore più accelerato del normale. Così concentrata nei miei pensieri da essermi totalmente distaccata dalla realtà

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