pov marinette
apro lentamente gli occhi e mi trovo in una stanza bianca. giro lo sguardo nel luogo dove mi trovo e alla mia sinistra, sul divanetto per gli ospiti accanto alla porta, trovo adrien con le braccia incrociate e la testa appoggiata al muro dietro di lui. stava dormendo. da come era messo capisco che aveva fatto di tutto per restare sveglio. ha delle lacrime sul volto. aveva pianto fino ad addormentarsi.cerco di riaddormentarmi ma non ce la faccio, la faccia di chatnoir di ieri sera continua a tornarmi nella mente. perché l'ho fatto? la ragione per cui l'avevo fatto sembra niente in confronto alle conseguenze che adesso avrei dovuto subire. avremo dovuto subire. sono stata una stronza egoista che non gli ha raccontato niente e non gli ha permesso di decidere. però d'altro canto, ora come ora, per quanto mi manchi e lo amo, non mi ci rimetterei insieme. io non merito il suo amore e lui non merita il casino che sono io.
"non abbandonarmi anche tu"
ho voglia di bere. in ospedale avranno la birra?
sento un rumore alla mia sinistra e vedo che adrien si sta svegliando.
"marinette!" dice dopo essersi svegliato completamente. si alza e si viene a sedere sulla sedia accanto al letto.
"cos'è successo?" gli chiedo nonostante sapessi benissimo tutto.
"quanto avevi bevuto ieri marinette?" mi chiede guardandomi preoccupato.
"due bottiglie" rispondo non proprio sicura.
"8. in 10 minuti" dice adrien e fingo una faccia sorpresa.
"e questi marinette?" chiede prendendomi il braccio che ora aveva una fascia sul polso.
"ne ho fatti 3, ma non li rifarò più. non mi piace" dico sinceramente, probabilmente li avevo fatti solo perché ero ubriaca.
"va bene" dice lui accarezzandomi il polso. "ti prego marinette non farlo più" mi guarda negli occhi e per un secondo rivedo lo sguardo di chatnoir.
"cos-cos'è successo ieri sera?" mi chiede adrien insicuro se farmi la domanda o meno.
"niente" dico mentre delle lacrime iniziavano a scendere sul mio viso. "chi mi ha trovato?"
"io" risponde subito "ero venuto per vedere come stavi" dice guardando il muro difronte a noi.
"ho fatto una cazzata adrien" gli dico stringendomi le gambe al petto.
"si" dice lui continuando a guardare il muro.
"sai già cos'è successo ieri vero?" gli chiedo osservando anche io il muro.
"si, lo so solo io. gli altri no"
"come fai a saperlo?"
"mentre ti portavo in ospedale ad una certa ti sei svegliata farneticando qualcosa su chatnoir e che era finita"
"oh"
"perché lo hai lasciato?"
"perché sono una cretina" sospiro "mi sono resa conto adesso della cazzata che ho fatto"
"quindi se tornasse ti ci rimetteresti insieme?"
"no, lui merita di meglio e io non merito il suo amore"
"ma cos'è successo quella sera del 5° giorno che ti ha fatto diventare così marinette?"
bussano alla porta e interrompono il nostro discorso. alzo lo sguardo e vedo nathan. brutto figlio di puttana. "cazzo ci fai qui?" gli chiedo ed adrien mi mette una mano sulla mia per calmarmi.
"sono venuto a vedere come stavi" dice sorridendo. gli vorrei spaccare la faccia di botte.
"ok, ora puoi andartene" dico guardandolo con disprezzo.
"marinette devo parlarti seriamente" dice lui e questa volta vedo nei suoi occhi la tristezza.
"magari un altro giorno ok? al momento non me la sento" gli dico cercando di rimanere calma.
se ne va e io scoppio a piangere. è stata tutta colpa sua. tutto quello che è successo è stata opera sua.prendo il telefono ma non ci sono messaggi. sospiro.
adrien lo vede e mi prende il telefono dalle mani.
"cosa pensi di fare con lui adesso?"
"l'ho lasciato, è finita"
"scrivigli che sei in ospedale"
"si certo il messaggio sarebbe così: 'oi chatnoir come va? ti ho spezzato il cuoricino in mille pezzi ma ci tenevo a farti sapere che sono in ospedale dopo aver bevuto troppo. già, io che non avevo mai bevuto. tutto perché senza di te non ho certezze nella vita. avrei dovuto parlarti invece di andare così precipitosamente verso la fine della nostra relazione. comunque anche se verresti adesso non mi rimetterei con te perché sono un cazzo di casino e non merito il tuo amore.' adrien ma ti pare?"
"secondo me ci starebbe"
"no"
"diglielo"
"no"
"perché no?"
"perché devo incasinargli la vita? lo amavo e lo amo tutt'ora un sacco adrien e so che lui prova lo stes-"
"e se lo sai perché non gli dai la possibilità di sapere?"
"perché l'ho deluso"
"e guardare il suo sguardo disperato è meglio di quello deluso?"
"si. prima o poi si renderà conto che esistono altre ragazze più belle e amabili di me. la delusione resta."
"ma lui non vuole altre, lui vuole te"
alzo lo sguardo e lo guardo negli occhi e rivedo in lui lo stesso sguardo disperato.
"adrien smettila" dico spostando immediatamente lo sguardo.
"di fare cosa?"
"di guardarmi così"
"cosi come?"
"così come lui" dico per poi stringermi le gambe al petto.il pomeriggio sono già a casa. alya e nino verso le 16 sono passati a trovarmi ma gli ho già rassicurato di stare bene. anche adrien è passato per le 17 e ha fatto un tour dei miei cestini assicurandosi che non avevo bevuto.
non avevo intenzione di farlo per un po'.
"marinette" mi chiama tikki dopo aver visto che sto piangendo su una mia foto con chat. "perché lo hai fatto?"
"quella sera del 5° giorno, ero andata a prendere sto cazzo di gelato con nathan. poi eravamo andati a fare una passeggiata sugli scogli e mi ha offerto un drink mentre tornavamo. mi ha drogato tikki. e una volta arrivati alla mia tenda ha iniziato a mettermi le mani addosso. alya non c'era. per un attimo avevo ancora un po' di lucidità e gli ho tirato uno schiaffo. poi, però, la droga ha iniziato a fare effetto ed è riuscito nel suo intento. mi ha praticamente stuprata"
racconto singhiozzando ogni tanto. guardo tikki e vedo che ha una faccia leggermente scossa
"oh marinette" dice accarezzandomi la testa mentre scoppio a piangere.
"ma la cosa divertente è che mi sto rendendo conto che se gli avessi parlato non mi avrebbe mai lasciato"
dico abbassando lo sguardo.
"scrivigli di venire qui"
"no tikki, ormai è tardi. ho rovinato tutto. lui si merita nettamente di meglio. io non merito il suo amore"
"dovrai dirglielo prima o poi. lo conosci chat, vorrà sapere la verità"
"lo so tikki, lo so"
"dai marinette ora va a riposare, domani si va a scuola" dice tikki e ridacchio.
"è strano che non ci siano state akumizzazioni" dico mentre mi metto sotto le coperte. ho freddo e mi sento sola. raramente io e chat non dormivamo insieme da quando eravamo una coppia. certo, alcune notti tornava a casa ma io sapevo che lui era da qualche parte a parigi e aspettava solo la sera dell'indomani. questa era la prima sera che passavo da sola dopo un anno.
"si sarà preso una pausa" dice tikki ma io mi ero già dimenticata cosa le avevo detto.
"notte tikki"
"notte marinette"
"notte gattino" sussurro per poi accoccolarmi contro al muro e iniziando a piangere silenziosamente contro il cuscino.
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talk to me, my princess
Teen Fiction"sei la cosa più importante che io abbia, non abbandonarmi anche tu, ti prego" lo guardo accasciarsi a terra con le mani sul volto. devo sembrare fredda. non posso permettermi di piangere. "vattene via" mi guarda disperato e in quello sguardo vedo i...