5. Appuntamento negli Inferi

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La richiesta di Apollo lo colse completamente alla sprovvista. Cosa voleva il dio del sole da lui?!

«Voglio un appuntamento.» ripeté Apollo, come se gli avesse letto nel pensiero, e come se fosse la cosa più naturale del mondo. «Un appuntamento romantico.» aggiunse.

Ade strabuzzò gli occhi. Un appuntamento? Romantico, per giunta? Forse aveva fatto male ad insinuarsi nel letto di Apollo, tre settimane fa. E aveva fatto ancora più male a diventare il suo amante. Come poteva organizzare un appuntamento romantico lì negli Inferi? Apollo non poteva lasciare l'Oltretomba, e Ade non aveva alcuna intenzione di creare un permesso. Suo fratello Zeus avrebbe fatto domande, che avrebbero richiesto risposte imbarazzanti, e per quanto gli piacesse il dio della musica, Ade non era ancora disposto a strombazzare la sua relazione clandestina, e il suo adulterio, con gli Dei dell'Olimpo.

E se Persefone lo avesse saputo? Lui che figura avrebbe fatto?

«Un appuntamento.» ripeté calmo Ade, cercando di nascondere il suo nervosismo.

«Romantico.» aggiunse Apollo.

«Romantico.» ribadì Ade, passandosi le dita tra i capelli. Da quando aveva visto il figlio Nico fare quel gesto del tutto umano, non riusciva più a farne a meno. «Qui. Negli Inferi.»

Apollo alzò gli occhi fino al soffitto, fatto di cenere e ossa come il resto del palazzo. «Se non si può richiedere di meglio, mi accontento.» annuì il dio del sole.

Ade lo guardò sconsolato. «Sei sicuro di quello che vuoi? Un appuntamento? Non possiamo... fare sesso e basta?»

Apollo lo guardò furioso. «Se è solo questo che vuoi, caro mio, ti consiglio di andartene!» urlò, e Ade sobbalzò per le note stonate che lasciarono la gola di Apollo. «Mi sfrutti solo per quello, eh? Be', da ora in poi te lo puoi scordare! Non ti lascerò entrare nel mio letto fino a quando non mi avrai concesso un appuntamento!»

Ade fissò Apollo esterrefatto. Era proprio come un bambino capriccioso. Ma la colpa era anche sua. Lo aveva appena offeso.

Apollo afferrò una chitarra, e sembrava intenzionato a sbatterla contro il pavimento fino a romperla. Ma qualcosa lo trattenne, probabilmente il suo amore per la musica.

«Sono il tuo schiavo sessuale.» piagnucolò Apollo, posando la chitarra sul letto. «È per questo che mio padre mi ha spedito qui.»

«Sì, immagino che Zeus abbia capito che intendevo importunarti, costringerti a fare cose contro il tuo volere.» disse Ade, irritato. «Come hai fatto tu con me.»

Apollo smise di piagnucolare.

«Ti ricordo che hai deciso tu di giacere con me.» ringhiò Apollo. «Io ti ho solo assecondato.»

«Posso capire la prima volta, ma tutte le altre?»

«Alla seconda mi sei saltato tu addosso, proprio sul pianoforte!»

Ade se lo ricordava ancora bene, perciò arrossì. «Sì, be'... e poi?» farfugliò.

«Poi ci siamo confessati di amarci. E abbiamo deciso di continuare questa stupenda relazione.»

«Se continuiamo a litigare, non durerà ancora a lungo.»

«Se tu non mi offrirai un appuntamento come si deve, non durerà a lungo!» ribatté Apollo. Voleva sempre avere l'ultima parola. Ad Ade non piaceva discutere, ne tanto meno parlare, quindi gli andava bene.

«E cosa ti aspetti, da questo appuntamento?» domandò Ade, perplesso.

«Devi organizzarlo tu!» sbuffò Apollo, sedendosi sul letto con la sua arpa. «Non puoi chiedermi di aiutarti ad organizzarlo! Dovrebbe essere una sorpresa! Tu e Persefone non fate mai cose del genere?»

Ade e Apollo - Amore negli InferiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora