capitolo 12

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(Per questo capitolo è consigliato ascoltare in loop la canzone 'Never Felt So Alone' di Billie Eilish e Labrinth che trovate nella Playlist che ho fatto su Spotify. Essa si chiama come il titolo del mio libro, 'Il caso della famiglia Bishop - Avvocato Chris Evans ;))

Girò le chiavi, mise il piede sull'acceleratore e partì a tutto gas verso la casa di Chris. Da poco aveva iniziato a piovere. Si faceva fatica a vedere oltre il vetro. Quando arrivò da lei la vide là in piedi inerme, le braccia conserte, completamente fradicia, con gli occhi persi nel vuoto e ricoperta da scosse potenti. Aprì la portiera provando ad attirare la sua attenzione.

- Megan! -

Alzò lo sguardo. Dentro di sé si sentiva vuota, senza nessuno scopo di vita, tradita anche se sapeva che una delle reazioni di Chris poteva essere simile a quella che aveva subito poco prima ma sperava tanto che lui ne scegliere un'altra. Iniziò a dirigersi verso la macchina quando qualcosa la colpì sulla gamba. Era Dodger. Megan si buttò a terra e iniziò a piangere mentre lo accarezzava, non riusciva nemmeno a voltarsi per vedere se Chris fosse dietro di lei o là della porta di casa.

- Dodger. Dodger dove sei? -

Quando sentì la sua voce si pietrificò all'improvviso. Non appena l'amica lo vide venire verso di loro scese dalla macchina e andò a tirare su da terra Megan per portarla in macchina il prima possibile. Sapeva da quando erano piccoli che Chris non era una persona cattiva anche se in quella situazione poteva essere tutt'altro che un gentil uomo anche se non sapeva che cosa si fossero detti dentro quella casa prima che Megan le scrivesse. Appena la mise in macchina assieme alle sue cose si diresse verso Chris.

- Non so cos'è successo dentro quella casa ma so che sei un coglione Evans. Guarda in che condizioni la stai lasciando andare ma non ti vergogni nemmeno un pò?! -

Chris non rispose, aveva già molte cose per la mente e una ramanzina in quel momento non gli sarebbe servita a niente. Guardò velocemente Megan che non lo degnava di uno sguardo. Lei era là catatonica che guardava fuori dal parabrezza e nel mentre pian piano si dondolava avanti e in dietro tremante.

- Vediamo se mai te lo racconterà come reagirai tu, ora vado, buona fortuna con lei. -

Fece qualche passo verso la casa e si voltò verso lei.

- Prenditi cura di lei e ricorda sempre che è molto complicata. -

Detto questo guardo per l'ultima volta Megan prima di ricominciare a camminare verso la casa. Lei invece si diresse verso la macchina tutta incazzata e brontolando tra sé e se. Salì in macchina e accese la radio, subito come canzone partì "Rhinestone Eye" dei "Grillaz" che Megan iniziò a canticchiare mentre era in un mezzo coma di sofferenza.

- Allora, dove vuoi che ti porti? -

- Dove vuoi ma non a casa mia per favore, ti scongiuro -

L'altra la accontentò per poi condurla nella sua dimora, a casa portava solo le persone a lei più care, ma comunque riconosceva in lei una brava persona e si fidava di Megan quindi se si fidava significava che le voleva anche bene. Casa sua era anche casa di Megan finché non si sarebbe ripresa almeno un pochino, sarebbe potuta rimanere la quanto voleva e se si voleva chiudere in bagno dove c'era la vasca a lei non avrebbe dato fastidio visto che c'era un secondo bagno nascosto con al suo interno una doccia dove si sarebbe potuta lavare nei momenti di depressione da bagno della ragazzina che sedeva accanto a lei nella macchina.

- Allora se ti serve qualcosa sono nella stanza in fondo al corridoio, non farti problemi anche se ti svegli nel cuore della notte, basta solo che per venire da me fai silenzio per via dei bambini e se non vuoi dormire sola puoi venire in camera da me, ti puoi raggomitolare nel mio letto come protezione a mio marito non darà fastidio in tanto èfuori per lavoro -

Il caso della famiglia Bishop - avvocato Chris Evans Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora