capitolo 17

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Chris bussò alla porta della casa con fatica perché stava tenendo Megan in braccio. Mentre attendeva che Markus gli aprisse si mise ad osservarla mentre dormiva accovacciata sul suo petto come un angelo.

- Chris? Che succede? -

- La metto a letto e poi ti racconto -

Markus si fece da parte e lo fece entrare. Seguì Chris fino alla stanza della figlia e si mise ad attendere fuori impaziente di capire cosa stesse succedendo. Quando Chris uscì strofinandosi una mano in faccia l'uomo iniziò a preoccuparsi.

- Cos'ha combinato, non la riconosco più -

- Andiamo giù, lasciamola dormire -

Markus lo guardava con occhi preoccupati e Chris non sapeva che fare.

- Allora mio caro amico non so cosa sta succedendo a Megan però l'ho portata via dalla festa prima che potesse fare qualche danno. Ha bevuto molto e ha un segno rosso sulla faccia e anche sulle braccia, non so se è stato Sebastian in questo tempo della loro relazione ma lei è diversa -

Tirò un sospiro di desolazione.

- Secondo te Sebastian le ha fatto qualcosa? -

- Non ne posso essere sicuro ma devo dire che in giro avevo sentito girare delle voci sul fatto che non fosse proprio un brav'uomo nelle relazioni per questo non mi sconfinfera il fatto che lei sia stata con lui tutto questo tempo -

- Fin quando stava con te stava benissimo era sempre curata, trattata bene, apprezzata, sostenuta... -

Mentre Markus parlava la mente di Chris si isolò e pensò alla volta che lei gli racconto del crimine che aveva commesso. Come il suo amico, con cui stava parlando faccia a faccia tranquillamente adesso, sapesse tutto e avesse coperto il tutto finendo nei casini lui per difenderla. L'avrebbe fatto anche lui se fosse stato nella posizione di Markus? Non lo poteva sapere, non aveva ancora avuto dei figli da proteggere o da accudire con tutto se stesso.

- Io adesso devo andare, assicurati che quando si sveglia si senta bene e poi ci vedremo per ora di cena così parleremo tutti assieme -

Il suo amico annuì fermamente e si avviò verso la porta assieme a Chris, costui posò una mano sulla spalla dell'amico e poi uscì avviandosi alla macchina.

La testa le esplodeva. Ogni minimo movimento o rumore rimbombava in essa come un tamburo fortissimo, il corpo tutto dolorante che quasi non la teneva su. Si alzò dal letto e si guardò attorno. Tutto era rimasto come quando lei era andata via l'ultima volta dalla sua stanza. Uscì e si diresse al bagno il più velocemente possibile per via di un conato abbastanza potente. Per fortuna trovò la tavoletta già alzata, cosa che di solito l'avrebbe schifata, si piegò su di essa e buttò fuori il mondo. Questa serata non se la sarebbe mai dimenticata anche se una grande parte non se la ricordava già. Qualcuno le afferrò delicatamente i capelli e strappò un pezzo di carta igienica aspettando che lei smettesse di rigettare. Aveva talmente poche energie che non riusciva nemmeno a capire se fosse o no suo padre la persona dietro di lei. Allungò una mano tremolante verso il pezzo di carta e se lo portò alla bocca. Non le importava chi ci fosse in quel momento con lei, le bastava solo avere un appoggio fermo per evitare di cadere a terra.

- Vieni che ti do un'aspirina e ti preparo un caffè -

Si fece trasportare nel piano inferiore della casa e si buttò sul divano mantre attendeva l'arrivo dell'aspirina e del caffè che le erano stati promessi poco fa.

- Tieni -

Prese il bicchiere e la medicina alla ceca per poi inghiottirli entrambi contemporaneamente il più veloce possibile per non sentire il sapore ne di uno ne dell'altro.

Il caso della famiglia Bishop - avvocato Chris Evans Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora