capitolo 20

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La serata continuò bene, Sebastian non ebbe più tiri di matto come in passato, poteva parlare apertamente di nuovo come nove anni prima e non le capitava nulla. Ciò la sorprese molto e si abituò in fretta a questo comportamento anche se dentro di sé aveva una vocina che glielo sconsigliava. Arrivati al ristorante si accorse che l'aveva portata in un cinque stelle, un posto dove lei non avrebbe mai messo piede vedendo da lontano le porzioni piccolissime dei piatti e i costi di tutte quelle cose.

- Prego signori, seguitemi -

Una cameriera dai capelli castani raccolti in uno chignon li accolse con un grande sorriso luminoso. Si fece guidare da Sebastian che a testa alta seguiva la cameriera.

- Mi scusi potremmo avere un posto più appartato per favore? Grazie -

- Certo, nessun problema. Abbiamo un tavolo libero là nell'angolo se vi va bene -

- Perfetto -

Megan non aspettò né uno sguardo né una parola di Sebastian e si diresse verso il tavolo. Voleva bere e mangiare, non sapeva nemmeno che ora era, moriva di fame. Le sembrava di avere un enorme buco nello stomaco. Si sedette in velocità lasciando scivolare il tessuto blu vellutato dell'abito sulla sedia rossa e guardò lui mentre si sedeva. L'abito aveva una piccola scollatura la del seno e una grande sulla schiena che lasciavano viaggiare l'immaginazione di chiunque la guardasse. Le afferrò dolcemente la mano mentre fissava gli occhi nei suoi.

- Sei dannatamente bella -

- Grazie, anche tu non sei per niente male -

Nella stanza si sentiva il tintinnio delle posate e basse voci chiacchierare elegantemente. Megan sapeva che era scortese osservare le persone ma non ne poteva fare a meno, iniziò a guardare uno per uno mentre aspettava l'arrivo dei menù. Lo sguardo le cadde su una ragazza che era appena entrata dalla porta d'ingresso sentiva dentro di sé d'averla già vista in passato ma non si ricordava dove. Indossava un vestito a tubino nero e delle scarpe col tacco che le stavano d'incanto. Anche lei si voltò verso Megan e in quel momento realizzò che era la ragazza alla festa, dopo quella volta non l'aveva più vista. Dalla porta apparve un uomo molto alto in confronto a lei ma non riuscì a capire chi fosse finché non si voltò.
Chris.
Seguì lo sguardo della donna che aveva accanto fino ad arrivare allo sguardo di lei rimanendo pietrificato sul posto. Vennero distratti entrambi dai camerieri, uno alla tavolata dov'era lei e uno là dell'entrata dove si trovavano Chris e la ragazza ancora a lei sconosciuta.

- Hai visto un fantasma amore? Perché la faccia che hai sembra proprio quella -

Si voltò di scatto verso Sebastian, non voleva rischiare che accadesse qualcosa che dopo avrebbe dovuto pagare a casa quando sarebbero stati soli, sorrise spensieratamente e agitò le mani in modo confusionario.

- No, sto bene. Ho... Ho solo visto una persona che mangiava male, niente di ché -

Sforzò un sorriso mentre nascondeva la sua vera espressione tra le pagine del menù. Il tavolo accanto a loro si liberò ma non rimase vuoto a lungo. Una mano esile le si porse davanti. Posò il quadernetto dei piatti giù. Seguì il braccio con lo sguardo fino ad arrivare alla faccia della ragazza.

- Ciao io mi chiamo Alba -

Megan la osservava e basta. Si alzò educatamente e le strinse dolcemente la mano con un sorriso non molto convinto.

- Io sono Megan, piacere -

Alba era solare e dolce come ragazza quindi Megan non capiva perché dentro di sé avrebbe voluto fare la stronza con lei. Guardò Chris e gli fece un cenno con la testa come per salutarlo prima di sedersi di nuovo al suo posto. Un cenno di testa non equivaleva a parlargli quindi non si preoccupò più di tanto di ciò che aveva fatto. Guardò Sebastian che con pieno controllo di se stesso parlava e rideva con Chris come se la regola non esistesse per lui e si insospettì.

- Signori volete ordinare? -

- Si grazie. In tanto da bere del Chardonnay del 1909 assieme ad un vassoio di formaggi misti e poi per entrambi un'insalata mista e una fettina di pollo alla griglia, grazie -

Megan e Chris con tutto che si trovavano in tavoli separati si voltarono all'unisono verso Sebastian con la stessa espressione confusa.

- Io avevo voglia di pasta -

- Ti fa male la pasta di sera e poi adesso che forse sei incinta bisogna stare ancora più attenti al cibo -

Non volle nemmeno girare la testa, sentiva bruciare la pelle da talmente tanto la stava osservando Chris dopo aver sentito ciò che aveva detto il suo "amico". Annuì debolmente e si versò un po' dell'acqua offerta prima di ordinare. Tutta la sua pelle bruciava non riusciva a respirare, le serviva un po' d'aria. Si alzò di scatto sotto lo sguardo attento dei due uomini. Stava per andarsene dalla tavola senza dire nulla ma sapeva che ciò avrebbe fatto incavolare a bestia il suo futuro marito. Si schiarì la gola con gli occhi fissi sul suo bicchiere d'acqua prima di alzarli verso quelli di Sebastian.

- Vado un attimo al bagno mi serve una rinfrescata -

Si allontanò il più velocemente possibile dopo che lui l'ebbe fatto un cenno di consenso con la testa. Un rumore di tacchi si fece sempre più vicino ed una mano le afferrò dolcemente il braccio. Si voltò sulla difensiva ma quando vide Alba in lacrime si bloccò, non sapeva che fare. Guardò in giro. Non c'era nessuno tranne loro due. Torno a guardarla e d'istinto la prese sotto braccio coccolandola mentre si dirigeva verso il bagno.

- Come posso diventare come te? -

La domanda di Alba la prese alla sprovvista, avevano appena chiacchierato un po' di cani ed era riuscita a farla calmare anche se in quel momento avrebbe voluto stare sola coi suoi pensieri ed evitare di aiutare una ragazzina in panico ma sospirò e la studiò un po' prima di risponderle.

- Cosa intendi col essere come me? -

- Per fare in modo che lui si innamori di me come lo è ancora di te -

- Di che parli? Lui non mi ama più. Alba, per favore, si più chiara -

- Chris! Chris non fa altro che parlare di te a Dodger e l'altro giorno eravamo a letto e quando è venuto non ha di certo detto il mio nome e io mi chiedo come dopo tutto ciò che è successo, come lui faccia ad essere ancora innamorato. Ovvio sei una ragazza stupenda ma io mi chiedo se per caso tu gli abbia fatto un incantesimo per farlo diventare un rincoglionito appena ti vede o ti sente nominare -

Si stava sfogando e Megan la comprendeva però rimaneva sempre più sorpresa di sapere tutte queste cose su Chris soprattutto perché non gli poteva parlare e adesso non gli avrebbe riparlato per ancora più tempo per evitare di causare qualche danno o delle incomprensioni.

- Poi ogni volta mi chiede di farmi i boccoli o di farmi la treccia e ho notato che è una cosa tipica che fai tu. Vedi adesso, siamo entrambe coi capelli sciolti e ondulati solo che i tuoi mozzano il fiato, i miei no. Quando sono entrata e t'ho vista il primo pensiero che ho avuto in testa è stato quello di esser morta e che un angelo mi stesse aspettando seduta ad un piccolo tavolo. Non è una bugia però se ciò l'ho pensato io che non sono innamorata di te non immagino i pensieri di Chris nei tuoi confronti -

- Mi spiace -

- Anche a me -

- No davvero, sono seriamente dispiaciuta non pensavo d'aver causato così tanti danni poi perché sia te che lui siete una bella coppia a vedere e il fatto che sia io a rovinare il tutto mi disfa -

- Dovevo capire già alla festa che lui non sarebbe mai stato mio -

Si sistemò il trucco e i capelli prima di uscire velocemente dal bagno lasciando Megan interdetta. Si passò una mano sulla fronte e una fitta forte la colpì allo stomaco, si accasciò sul muro e fece dei respiri profondi finché la fitta non scomparve. Provò ad alzarsi ma ne arrivò un'altra ancora più forte e dentro di sé si sentì come esplodere qualcosa, di colpo calore nello stomaco. Non capiva cosa stesse succedendo. Vide la porta aprirsi prima di svenire sbattendo la testa sul pavimento ghiacciato del bagno.

Aprì gli occhi a fatica per via della luce troppo forte e perché le doleva la testa. Si tirò su con calma e si mise seduta sul lettino che con calma capì che era di un ospedale. Sulla mano vide una flebo che seguì con lo sguardo, appena arrivò alla fine di esse la porta si aprì con calma, si voltò verso di essa e attese che la persona dietro essa si facesse vedere. Mentre attendeva si accorse di un fastidio al fianco ma non gli diede più di tanta attenzione. Degli occhi azzurri fecero capolino sui suoi e la incantarono.

- Chris... -

Il caso della famiglia Bishop - avvocato Chris Evans Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora