Il caso della famiglia Bishop - avvocato Chris Evans

capitolo 19

Ormai gli anni passarono di nuovo e Megan era sempre più sotto al controllo di Sebastian. Chris provava a parlarle ma appena le si avvicinava lei si trasformava in un muro di pietra. Nessuno la riconosceva più. Non pensava più con la propria testa ed ogni volta che voleva uscire o fare qualcosa chiedeva il permesso di Sebastian. Come se lui fosse suo padre. Le risposte variavano ma rimanevano sempre le stesse: non puoi abbiamo un impegno, ho già preparato il pranzo o la cena, non puoi ho una sorpresa per te, abbiamo bisogno di stare assieme mi manca affetto. Oppure puntava sul fatto che non si fidava dei suoi amici e dell'influenza che avevano su di lei. Col tempo smisero di andare la di casa sua per sapere come stava e smisero addirittura di scriverle. Era alla totale servitù di Sebastian. Talmente tanto che quando lui le fece la proposta di matrimonio lei non esitò un secondo ed acconsentì. Tutti avrebbero detto di no dopo ciò che le faceva ogni volta che beveva o era arrabbiato per qualcosa che dopo riversava su di lei come se la colpa fosse di Megan. Ogni volta che aveva qualche problema era colpa di lei che in quel momento gli aveva mandato un messaggio e l'aveva distratto. Passò settimane indecisa sulla data e alla fine Sebastian le consigliò la data in cui si erano messi assieme la prima volta. Lei ormai aveva ventotto anni, non le importava quanto ci fosse di differenza tra loro due, a lei andava meglio così perché più grande e più maturo è o almeno così pensava lei. Ma non sapeva a pieno qual'era il piano di lui nei confronti di lei.

Se ne stava seduta a gambe incrociate sulla sedia del tavolo in cucina mentre rovistava tra vari annunci di posti eleganti ma non costosissimi e riviste che la potessero aiutare con la preparazione del matrimonio. Mentre pensava al tutto si accorse che si era dimenticata la data in cui si era messa con Sebastian perciò prese il calendario e si accorse che era da dieci anni che lei aveva "litigato" con Chris e nove anni che stava con Sebastian. Le venne un crampo allo stomaco ripensando al giorno che Chris l'aveva mandata dolorosamente fuori da casa sua ma in fondo doveva essergli grata perché lui non aveva mai chiamato la polizia denunciando il crimine che aveva commesso. In dieci anni Chris aveva provato a riallacciare i rapporti ma lei non glie ne aveva dato occasione e in più aveva la regola che non gli poteva parlare quindi anche questo andava a discapito di entrambi soprattutto da quando lei si era diplomata sette anni prima e ora lavorava la in quella scuola come insegnante. Non avrebbe mai avuto la possibilità di ascoltare le sue spiegazioni delle reazioni che aveva avuto o delle azioni che aveva fatto. Scosse la testa per cacciare via quei pensieri intrusivi, fastidiosamente intrusivi quando la porta si aprì.

- Ciao amore -

Sentì una valigetta sbattere per terra e ogni muscolo del suo corpo si tese come una corda di violino ed iniziò a tremare. Si alzò velocemente senza fare rumore dalla sedia ed andò verso i piatti sporchi per metterli dentro la lavastoviglie. Voleva fargli vedere che aveva lavorato tanto tempo e che i fogli con la preparazione delle nozze li aveva lasciati fuori dal pranzo così quando avrebbe finito gli ultimi lavori da fare a casa si sarebbe di nuovo concentrata su di essi.

- Va tutto bene? -

- Invece di fare queste cagate, non potresti cercare un lavoretto da fare così fai qualcosa invece di cincischiare tutto il giorno? -

Era Sabato e voleva dedicare un po' di tempo a ciò che le piaceva fare prima di ricominciare a guardare le mail che le mandavano i suoi alunni e gli insegnanti disperati ma rimase in silenzio. Aveva bevuto. Lo capiva da come parlava e lo sentì meglio quando lui le si avvicinò per lasciarle dei baci bollenti ed odiosi sulle clavicole.

- Ho bisogno che mi calcoli un po' lo sai? Non posso resistere altro tempo, il mio amichetto è impaziente di penetrarti -

Bruscamente le prese la mano e se la posò sul rigonfiamento dei pantaloni. Trasalì sconvolta.