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La mattina seguente dunque, ero nello stesso punto dove ci eravamo scontrati poco meno di ventiquattro ore prima, ed ero in anticipo di cinque minuti.

Stavo cercando di scorgerlo tra la folla, di provare a riconoscerlo ma senza risultati, poi sentii una mano poggiarsi sulla mia spalla, girandomi mi ritrovai a fissare quegli occhi di cui mi ero follemente innamorata.

<<Ciao, sono Paul. Ma credo che questo tu già lo sappia, dato che per essere qui devi aver visto la partita di ieri, o almeno spero tu l'abbia vista.>> Annuisco e mi presento anche io.

<<Sono Victoria Myers, piacere.>> Mi sorride poi corruga la fronte, con aria interrogativa.

<<La modella?>> Mi chiede e annuisco. << Non avevi i capelli diversi?>>

<<Si ho avevo una colorazione più scura, questo è il mio colore naturale.>> Spiego stringendomi nel mio cappotto di jeans.

<<Ti va di prendere un caffè o una cioccolata. Che ne dici?>>

<<Con piacere.>> Rispondo sorridendo.

Quando arriviamo al bar, ci accomodiamo sulle poltrone e ordiniamo.

<<Ho voluto invitarla qui perché mi dispiace per ieri. Ero distratto e vi ho travolta. Mi dispiace veramente molto.>>

<<Ti prego diamoci del 'tu'. Comunque non preoccuparti, non è successo niente. Può capitare a tutti.>> Dico sorridendo per rassicurarlo.

Parlando un pò scoprimmo entrambi di avere degli interessi comuni, come la cucina e viaggiare.

<<Grazie signor Clark, è stato un piacere rivederla.>>

<<'Diamoci del tu' no?>> Dice sorridendo e ricordandomi quello che gli avevo detto io poco fa.

<<Scusami è l'abitudine, allora grazie, Paul.>> Dico ridendo.

<<Di niente, Victoria.>> Dice salutandomi. Esco dal bar e percorro qualche metro.

Poco dopo sento qualcuno chiamarmi.

<<Victoria! Aspetta!>> È Paul che mi sta raggiungendo.

<<Che succede? Ho dimenticato qualcosa?>> Chiedo.

<<No, tranquilla, mi sono dimenticato io di dirti una cosa.>> Corrugo la fronte non capendo e riprende a parlare. <<Vorrei rivederti. Questo è il mio numero.>> Dice porgendomi un pezzo di carta piegato più volte su se stesso.

<<Chiamami quando vuoi.>> Aggiunge andandosene. Nel petto sentii qualcosa che forse non avevo mai provato, una strana emozione, un calore che si stava ramificando in tutto il mio corpo.

 Nel petto sentii qualcosa che forse non avevo mai provato, una strana emozione, un calore che si stava ramificando in tutto il mio corpo

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Quella sera a letto con il pezzetto di carta tra le mani non riuscivo a prendere sonno. Lo giravo e rigiravo tra le mie dita, senza smettere di osservarlo.

Lo guardai e lo riguardai e mentre lo rigiravo tra le dita, risentii la sua voce.

"Chiamami quando vuoi..."

Mio Dio...

Avevo il numero di Paul Clark...

Stefan non lo doveva sapere altrimenti lo avrebbe stalkerato.

Everything was shining with youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora