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Mentre preparo l'impasto per pancake ricevo un messaggio decisamente lungo da Stefan dove si scusava e dopo aver finito di leggere tutte quella parole sulle mie guance scivolarono delle lacrime che mi affrettai ad asciugarle con la manica della camicia da notte bianca che indossavo.
Lui era sempre stato la mia famiglia.
Lui e Dafne.
Nessun'altro.
Una volta finito di cuocere tutte le frittelle mi dirigo verso il bagno per prendere tutti i miei farmaci, poi una volta terminato di assumere tutte le pillole necessarie mi sdraio sul letto e delicatamente sveglio Paul. Poggio le mie labbra sulle sue e dopo vari minuti di coccole ed effusioni amorose quasi sdolcinate decidiamo di alzarci per andare a fare colazione. Non riesco a mangiare più di un pancake e poi ci inseguiamo l'un l'altro in bagno finendo per infilarci sotto il getto tiepido della vasca che si stava riempiendo man mano che i secondi scorrevano.
Dopo aver ridotto i nostri vestiti in un mucchio di tessuto entrammo nell'acqua già con il sapone che formava delle bolle e della schiuma bianca.
Paul prende la spugna con delicatezza e ci versa sopra del sapone, la immerge lentamente nell'acqua per poi strizzarla e infine passarla sulla mia schiena. La sensazione di relax e sicurezza che provai sotto il tocco dei suoi polpastrelli probabilmente non l'avevo mai provata, o comunque non era mai stata così intensa. La tranquillità venne spinta via dalla tensione al momento in cui le sue dita si posarono sulla mia cicatrice. Sentii il mio corpo irrigidirsi al pensiero che qualcuno avesse scoperto, toccato quel punto così intimo del mio corpo, un punto che non mi piaceva per niente e che infatti non ero propensa ad esporre.
Paul spostò i polpastrelli al momento il mio corpo divenne rigido e dopo esserci guardati negli occhi per alcuni minuti riprese a passare la spugna di nylon sulla mia schiena cercando di evitare sempre quel punto di pelle lacerata e cicatrizzata col passare degli anni.
Avevo notato qualcosa di strano nel suo sguardo, non era stupore, non aveva lo sguardo sorpreso, quasi tutti abbiamo una cicatrice: guardandolo negli occhi ero riuscita a scorgere un po' di compassione.
Mi aveva guardato come se fossi un diario pieno di segreti che nessuno avrebbe mai dovuto scoprire.
Non ero stata mai ascoltata e nessuno si era accorto del malessere che avevo provato durante il corso della mia vita, non avevo mai avuto bisogno di compassione, ma solo di essere... compresa. Provavo ribrezzo, delusione e disgusto per le persone che pur avendo visto che non stavo bene, avevano scelto l'indifferenza, e più di tutti odiavo l'indifferenza di chi mi aveva messo al mondo. Ma non per questo odiavo il mondo.
I miei genitori erano stati indifferenti sapendo i problemi di salute di mio fratello, davanti al letto d'ospedale in cui si trovava mio fratello e successivamente al suo funerale.
Ma nonostante la loro indifferenza e il loro totale disinteressamento nei miei confronti, erano riusciti a portare il loro progetto 'figlia modello': mi avevano costretto a scegliere Giurisprudenza, togliendomi il libero arbitrio di scegliere la facoltà a cui apparteneva il mio cuore fin da bambina, Medicina e chirurgia.
Avevo sempre immaginato quanto potesse essere bello sapere di poter essere il supereroe di qualcuno, di poter allungare la loro vita...
Poi il ricordo di quel 13 gennaio e delle ultime parole di mio fratello sussurrate al mio orecchio, un flebile 'non smettere mai di brillare' affaticato dalle sue condizioni fisiche, che a primo impatto sembravano recuperabili.
Ma non lo erano.
O almeno così avevano sempre fatto credere.
Mio fratello era un giocatore di football, non saltava mai un giorno di palestra o di allenamento e da quando aveva avuto quel dannato incidente non aveva neanche
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Everything was shining with you
RomanceUna ragazza con un oscuro passato alle spalle, la voglia di essere amata, la voglia di una nuova vita, quella che non aveva mai scelto perché le era stata imposta. Un ragazzo deluso, che cerca l'amore, e lo trova nella sua passione: il calcio. Due...