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Mentre la truccatrice sceglie l'ombretto con cui truccarmi, Paul mi invia una messaggio dove dice che non vede l'ora di vedermi sfilare a New York.

Stefan entra in camera mia con due sarte che portano il vestito per eventuali ultime modifiche.

La hair-stylist si mette all'opera e mi legai i capelli in uno chignon alto e ben tirato. Dopo circa un'ora saliamo sulla macchina a noleggio e ci dirigiamo verso il museo dove ci sarà la sfilata.

Controllo il telefono e ritrovo dei messaggi di Paul.

"Sei stupenda con quel vestito, sono sicuro che anche senza sei una Dea. ;)"

Arrossisco e sotto trovo uno sticker di un cane che sorride e ha una corona di cuori sulla testa. Sorrido anche io mentre mi tolgo gli orecchini e li metto nel borsello.

<<Sei stupenda con quest'abito, cazzo!>> Mi dice Stefan.

<<Lo so, me l'ha già detto qualcun' altro...>> Dico mostrandogli il messaggio di Paul.

<<Certe volte mi chiedo perché non sono nato donna...>>

<<Fidati è meglio nascere uomini... meno problemi.>>

<<Mh mh... intanto tu puoi uscire con un calciatore che è un figo assurdo!>>

<<Stefan!>> Dico tirandogli una botta sul braccio.

<<Ehi!>>

<<Smettila! Sta arrivando.>> Dissi spingendolo via. Mentre si avvicina si allaccia il bottone della giacca e io per poco non rischio uno svenimento.

<<Ciao.>> Mi saluta mettendomi una mano nella parte inferiore della schiena e attirandomi a sé. Mi viene la pelle d'oca quando mi lascia un bacio sulla guancia. Arrossisco e ricambio, poi lo invito a venire in macchina con noi, ma si espone dicendo che aveva già chiamato un taxi che lo stava aspettando e che perciò ci saremmo incontrati in hotel

Quando arrivo in hotel mi spoglio e mi dirigo in doccia per lavare anche i capelli, ma mentre massaggio la testa noto che una buona quantità di capelli mi resta tra le dita e subito sento l'ansia salirmi

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Quando arrivo in hotel mi spoglio e mi dirigo in doccia per lavare anche i capelli, ma mentre massaggio la testa noto che una buona quantità di capelli mi resta tra le dita e subito sento l'ansia salirmi. Appena esco dalla doccia tampono i capelli con un asciugamano e me ne cadono ancora un po, ma dopo la pettinatura non sembrano cadere più. Amavo i miei capelli più di ogni altra cosa. Li ho sempre portati lunghi, poi all'età di circa tredici anni, per un'errore di comunicazione probabilmente, la parrucchiera mi fece il caschetto, e causa del trauma non li avevo più tagliati corti, li avevo solo accorciati di tanto in tanto.

Mentre scelgo cosa indossare davanti all'armadio allestito per questi giorni, qualcuno bussa alla porta.
Solo quando arrivo davanti alla porta mi accorgo di essere seminuda, poiché ho solo un completino intimo addosso. <<Un secondo!>> urlo mentre mi guardo intorno. Non avendo le idee chiare su cosa indossare, afferro l'accappatoio e allaccio la cintura in vita.
<<Ciao.>> Mi saluta Paul dall'altro lato della porta.<<Stavi facendo altro, ti ho disturbato?>>
<<Ma no, figurati. Stavo solo scegliendo come vestirmi, non mi hai disturbato.>>
<<Va bene allora tolgo il disturbo e ripasso tra un pò.>> Fa per andarsene, ma senza pensarci due volte gli afferro il polso e lui si volta a guardarmi.
<<Rimani. Nessun disturbo.>> Apro di più la porta e lo faccio entrare, poi ritorno davanti all'armadio e prendo un maglioncino bianco, scarpe e una gonna nera, lunga fino a sopra le ginocchia. Vado in bagno per vestirmi e mettere un filo di trucco, quindi mascara e illuminante, dopodichè torno in stanza dove vedo Paul seduto sul mio letto.  <<Eccomi qua.>> Esclamo avvicinandomi al letto, quindi sedendomi accanto a lui. Si girò nella mia direzione per parlarmi, ma non appena lo fece il suo telefono prese a squillare. Notai la foto di una ragazza sulla scheda contatto, la osservai per capire se era la stessa che avevo visto su Instagram ma non era lei.

Everything was shining with youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora