Perdita di un mentore

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Non feci in tempo a voltarmi che il troll, ancora cosciente, mi prese per una gamba, facendomi cadere e sbattere per terra il mento

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Non feci in tempo a voltarmi che il troll, ancora cosciente, mi prese per una gamba, facendomi cadere e sbattere per terra il mento.

Subito dopo allentò la presa, rapidamente mi girai e vidi che Boromir gli aveva mozzato la mano.

Il troll cacciò un urlo di dolore e Legolas ne approfittò per scoccarli una freccia in gola e ucciderlo, questa volta veramente.

"Tutto bene?" Mi chiese l'elfo offrendomi la mano per alzarmi. "Sì grazie, ora pensiamo a Frodo."

Accorremmo tutti dallo hobbit e con sguardi afflitti fissammo il suo corpo inerme.

"Oh, no." Aragorn lo scosse e Frodo tossì, era ancora vivo.

Sam si avvicinò non credendo ai suoi occhi "E' vivo." Lo hobbit tirò un sospiro di sollievo.

Il mio cuore prima pesante, si fece leggero, non avrei sopportato la perdita di un'altra persona a me cara, non dopo che avevo abbandonato il mio popolo al suo destino, erano passati più di 4000 anni ma il senso di colpa non mi aveva mai abbandonato e credo che mai lo farà.

"Sto bene. Non sono ferito." Ci rassicurò Frodo.

"Dovresti essere morto. Quella lancia avrebbe trafitto un cinghiale." Affermò Aragorn confuso e sorpreso.

Gandalf prese parola "In questo hobbit c'è più di quanto non colpisca la vista."

Frodo si sbottonò la maglia rivelando una cotta di maglia lucente forgiata in Mithril.

"Mithril! Tu sei pieno di sorprese, Frodo Baggins." Espresse il nano in visibile meraviglia.

Il nostro momento di sollievo venne interrotto immediatamente dal rumore di passi di altri orchi e il tintinnare della loro ferraglia.

Lo stregone ci incitò "Al ponte di Kazad-dùm!"

Corremmo tempestivamente fuori dalla sala, con solo la luce fioca di Gandalf a farci da guida nell'oscurità totale.

Dietro di noi un fiume di figure nere si riversò nella nostra direzione, gli orchi ci stavano inseguendo. Di fianco a noi vidi ombre emergere da sotto il suolo.

Sentii schiamazzi sopra le nostre teste e come ragni che uscivano dalla tana gli orchi stavano straripando da un apertura nel soffitto.

Ormai arrivavano da tutte le parti e presto ci circondarono, intrappolandoci.

Le loro storpie facce ci fissavano come se fossimo carne allo spiedo, le loro bocche salivavano ed emettevano striduli e risatine.

Erano miliardi se non milioni. Gioivano e saltellavano pronti a massacrarci. La rabbia cominciò a salirmi, non mi avranno così facilmente, ne ucciderò mille prima che possano assaporare la mia carne marcia.

Un ruggito minaccioso zittì gli orchi. In lontananza una fonte di luce cominciò ad avvicinarsi minacciosamente.

I goblin cominciarono a piagnucolare e a strillare, si ritirarono, fuggirono nei cunicoli da dove erano arrivati, erano stati terrorizzati dall'entità che si era appena svegliata.

𝕀𝕃 ℙ𝔼ℤℤ𝕆 𝕄𝔸ℕℂ𝔸ℕ𝕋𝔼 {𝐋𝐞𝐠𝐨𝐥𝐚𝐬 𝐅𝐚𝐧𝐟𝐢𝐜𝐭𝐢𝐨𝐧}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora