Col destino non si gioca

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Mentre io e Legolas galoppavamo verso Minas, mi ritrovai a pensare a che meravigliosa vita avevo vissuto, dovevo questo alle persone che mi avevano affiancato nel mio cammino, Aragorn, Legolas, Gandalf, Haldir, padre, madre

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Mentre io e Legolas galoppavamo verso Minas, mi ritrovai a pensare a che meravigliosa vita avevo vissuto, dovevo questo alle persone che mi avevano affiancato nel mio cammino, Aragorn, Legolas, Gandalf, Haldir, padre, madre...

I bei momenti, i bei ricordi, dovevo tutto a loro. Non potevo desiderare miglior conoscenze. Se dovevo morire sarei morta felice e circondata da persone care. Accennai ad un piccolo sorriso.

Con i miei occhi mezzi chiusi vidi un'ombra aleggiare sopra di noi, non feci in tempo a sollevare il mio sguardo che udii un grido di Nazgùl, una folata di vento improvvisa e poi niente, nero totale.

Aprii gli occhi solo per veder nero, sentivo il corpo bagnato, sollevai il busto, tutto nero intorno a me, dov'ero finita?

Tastai il pavimento con le mani, era gelido e umido.

Avevo ancora con me i miei indumenti e la mia preziosa sacca.

Mi alzai incerta, il pavimento sotto di me scricchiolò, abbassai gli occhi e con mio orrore vidi il formarsi di alcune fratture sulla superficie, non mi mossi, ma le spaccature si diramarono velocemente, il pavimento si ruppe e caddi in acqua. 

 Il mio cuore cominciò a battere all'impazzata, come se fosse una bestia indomabile all'interno di una gabbia. Il mio corpo freddo non accennava a muoversi, avevo i muscoli congelati e riuscivo a malapena a sbattere le braccia, ma non era abbastanza, non riuscivo a ritornare a galla, l'aria cominciava a mancarmi. Continuavo a sprofondare lentamente. Morirò veramente così?

L'unica via di uscita, il buco creatosi nel pavimento si stava allontanando sempre di più, la mia vista si stava pian piano oscurando, le ultime bolle d'aria evasero dalla mia bocca.

Percepii le grinfie del nemico farsi più vicine, mi stavo facendo consegnare così facilmente? 

Tutti gli sforzi di quelle persone che io stimavo tanto, che io adoravo tanto, che erano famiglia per me, tutti quei sforzi stavano sfumando e io non stavo agendo?

Serrai i denti, non così velocemente.

Con uno sforzo disumano, presi il mio flauto, tirai fuori la scheggia e la conficcai nel mio cuore.

Percepii una scossa. 

Il frammento emanò una luce rosso vermiglio.

Il mio corpo venne pervaso dal dolore, come una scossa elettrica l'avesse percorso da cima a fondo. Non riuscii neanche ad emettere un suono, il colpo mi aveva tolto il fiato, strizzai gli occhi.

Tutti i miei muscoli si rilassarono, mentre le mie forze venivano meno.

Sorrisi mentre un fil di sangue usciva dalla mia bocca, l'acqua prima trasparente e scura, stava assumendo un colore rossastro, la mia vista divenne cremisi.

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Ritornai a galla. Sentii l'acqua su cui galleggiavo solidificarsi sotto di me.

𝕀𝕃 ℙ𝔼ℤℤ𝕆 𝕄𝔸ℕℂ𝔸ℕ𝕋𝔼 {𝐋𝐞𝐠𝐨𝐥𝐚𝐬 𝐅𝐚𝐧𝐟𝐢𝐜𝐭𝐢𝐨𝐧}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora