6° Capitolo La biblioteca (Parte 1)

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Era il primo venerdi di dicembre ed ero a telefono con Keiko, stavamo parlando di varie cose quando improvvisamente cambiò discorso.
"Mikaru stavo pensando possiamo vedere in biblioteca?"
Io dall'altra parte del telefono curvai le sopracciglia, non avevo capito a cosa si riferisse la mia amica, e perchè avesse cambiato improvvisamente discorso.
"Mh Keiko cosa centra all'improvviso la biblioteca?"
Le chiesi perplessa. Keiko rise divertita dall'altra parte del telefono facendomi meravigliare oltre che incuriosire, e subito dopo iniziai a ridere anche io.
"Ehm si scusa.." - si interruppe un momento per ridere ancora un po'- "Parlavo di quel simbolo che dici di vedere nei tuoi sogni. Possiamo vedere se c'e qualche libro che parla dei sogni e dei simboli. Cosa dici?"
"Mh penso che sia una buona idea. Non c'avevo pensato, sei mitica Keiko hai sempre idee brillanti. Cosa farei senza di te!!"
Esclamai entusiasta, ora capivo. La mia amica era sempre brava nel trovare mille idee, anche se spesso saltavano fuori dalla sua testolina improvvisamente tanto da farmi spaventare.
"Beh ma dovremo aspettare domani."
Le dissi tristemente e lei annui.
"È vero, tra poco c'è la chiusura."
La cosa scomoda era che la biblioteca chiudeva presto, forse troppo presto; alle sei e mezza del pomeriggio.
"Bene allora domani potremo andare dalla mattina, e pranzare insieme da qualche parte. Sempre se non hai da fare."
Le chiesi visto che spesso i sabati lei aveva gli abbonamenti dalla nonna, non per qualcosa ma spesso dovevamo rinunciare a vederci per vari suoi impegni anche l'unico giorno festivo che avevamo.
"No no. Nessun impegno stavolta"- fece ridendo - "Stavolta sono a tua disposizione e passeremo una bella giornata, è da molto che non usciamo insieme per colpa di varie cose."
Era vero, impegni vari, studi per compiti ed interrogazioni erano vari ostacoli che non ci permettevano di uscire, ma almeno per gli impegni di studio ci vedevamo e per fortuna.
Ci salutammo al telefono, promettendoci che ci saremmo riviste il giorno dopo per andare in biblioteca; meno male che abitiamo in centro altrimenti avremmo perso moltissimo tempo tra autobus e metro, pensai poco dopo. Mancavano ancora un ora e mezza per la cena cosi dicisi di salire in camera per rilassarmi sul letto, salì al piano superiore e passai davanti alla stanza di mio fratello. Come suo solito quando tornava dagli allenamenti era incollato al televisore con i videogiochi, bussai e senza aspettare il suo permesso entrai.
"A cosa giochi fratellone?"
Gli chiese in tono dolce, lui mi sorrise ma in uno strano modo, corrucciai la fronte, non mi piaceva affatto quel sorrisino.
"Ehi lumachina ti va una corsa a Mario Kart?!"
Ecco...avrei dovuto immaginarlo, lo guardai arrabiata. Come al solito eccolo li pronto a prendermi in giro, ma almeno qualche volta sarebbe riuscito a comportarsi normale? Non credo prorio.
"Non sono una lumaca!!"
Dissi irritata ed a voce abbastanza alta, lui continuò a ridacchiare.
"Infatti ho detto LU-MA-CHI-NA"
Rispose scandendo a sillabi il nomino che mi aveva dato.
Mi feci rossa in viso per la rabbia, mi voltai per andarmene quando lui aggiunse.
"Allora ti ritieni sconfitta a causa della tua lentezza?!?"
Fece lui ironico, mi voltai verso di lui e mi avvicinai, mi sedetti al suo fianco e presi il joystick sotto la mensola della televisione dove si trovava la play-station. Collegai il joystick e lo guardai ridendo.
"La lumachina è pronta."
Feci con tono di sfida abbassando le palpebre e facendo un mezzo sorriso, poi aggiunsi.
"Il gorilla che fa?"
Lui sorrise, e si voltò verso il televisore avviando il gioco, passai tutto il tempo a giocare con mio fratello, era da sempre un gran rompiscatole ma con lui mi divertivo tanto. Improvvisamente dallo schermo vidi uscire di nuovo quella figura, quella stella all'interno di un cerco con un puntino al centro. Lampeggiava sullo schermo del televisore e subito dopo sembrava venirmi incontro, strizzai gli occhi per vedere se lo stavo immaginando ma quel simbolo era sempre li. Poi sparì, scossi la testa e Takashi probabilmente perchè mi aveva osservato mi parlò.
" Qualcosa non va?"
"N-no niente, tutto bene. Solo che sei sempre tu in testa."
Feci io per cambiare discorso, ridemmo insieme. Tornai a guardare lo schermo e rimasi impietrita, stavolta c'erano quattro cerchi che giravano e ogniuno di loro assumeva una forma diversa.
"Mikaru!! Che hai? Ti sei imbambolata?"
Takashi mi chiamò e saltai tornando in me; mi voltai verso di lui e lo guardai ancora stordita.
"Perchè ti sei imbambolata e non giocavi piu?"
Mi fece lui con tono preoccupato.
"I-io non lo so.....ho v-visto dei segni....no no niente."
"Che?!?! Che hai visto?!?"
"N-niente non preoccuparti."
Lui mi guardò in modo strano, sembrava non convinto di quello che gli avevo detto, poi sospirò.
"Mi sa che a te i videogiochi ti fanno male." -disse voltandosi verso la parete per cercare l'orologio.- "Avrai avuto qualche allucinazione visto che siamo da... molto qui vicino."
Concluse poi, era quasi ora di cena.
Lui chiuse tutto e scendemmo giu, durante il tragitto però stavo ancora pensando a quello che era successo non riuscendo a darmi nessuna spiegazione. Mia madre e mio padre erano gia a tavola, ci sedemmo anche io e mio fratello e cenammo tra varie chiacchiere. Subito dopo con la scusa che ero stanca e di dovermi alzare presto il giorno dopo sali in camera mia, presi le mie cose e mi avviai in bagno per farmi un bel bagno caldo; col freddo alle porte ci voleva proprio.
Mi immersi nell'acqua calda lentamente, i capelli erano al sicuro avvolti in un turbante. Una volta in acqua iniziai a rilassarmi e cercare di scrollarmi quei pensieri di dosso, anche se piu che pensieri erano immagini.

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