« Ma che ca... » esclamò Fay quando il suo ginocchio destro impattò con pochissima delicatezza contro le pietre affilate del brecciolino del sentiero che conduceva nel cuore di Casa Rollins.
Casa Rollins.
Non poteva credere di essere veramente lì, obbligata da suo padre a fare un lavoro che non voleva fare. E no, non quello di cameriera. Magari si trattasse solo di fare la cameriera. Si stava ancora chiedendo come avrebbe fatto a sopravvivere lì se non era nemmeno in grado di percorrere il viale d'ingresso senza inciampare come una stupida, quando sentì una mano afferrarle con forza l'avambraccio.
« E tu che fai qui, ragazzina? » strepitò una voce di donna palesemente isterica.
« Io.. io... » balbettò Fay, in preda a una confusione così grande da non riuscire a formulare una frase di senso compiuto.
« Tu non dovresti proprio essere qui! Chi diavolo sei? » sbraitò la donna che l'aveva tirata su da terra senza troppi complimenti. Aveva la pelle scura, il viso non più giovane ma nemmeno troppo avanti con gli anni, un fisico asciutto sotto un rigoroso completo blu notte e mani scattanti che non riuscivano a stare ferme, nemmeno dopo averla lasciata.
« Allora ragazzina? Ti hanno tagliato la lingua? » la incalzò. Finalmente Fay si riscosse abbastanza da riuscire a rispondere:
« Sono la nuova cameriera. » disse senza troppa convinzione. Non poteva credere di essersi fatta abbindolare fino a quel punto. Davvero lo scoop del secolo valeva tutto quel teatrino?
La donna la squadrò da capo a piedi, e arricciò il naso come se avesse appena sentito l'odore peggiore del mondo. Fay aprì la bocca per finire di raccontare la storiella che aveva architettato suo padre e che aveva dovuto imparare a memoria - l'aveva fatta esercitare per ore - ma l'altra tagliò corto:
« Se questo è il meglio che offre il mercato...Andiamo muoviti, non hai ancora iniziato e sei già in ritardo. »
Si voltò e cominciò a camminare svelta verso l'imponente portone d'ingresso, ma prima di attraversarlo girò bruscamente a destra. Solo che di questo Fay non si accorse, presa com'era dalla contemplazione del giardino più grande, bello e rigoglioso che avesse mai visto. Altro che lo gnomo dal cappello blu della signora Suki. Quello sì che era un giardino da primo premio! Non aveva mai visto così tanti fiori diversi tutti nello stesso posto e tutti assurdamente perfetti, così perfetti e colorati da sembrarle quasi finti. Ora capiva perché la famiglia Rollins si fosse arricchita tanto con l'arte del giardinaggio.
Quasi non si accorse di aver raggiunto il portone, se lo ritrovò di colpo davanti e spalancò gli occhi per la minuziosità dei suoi dettagli. La porta in sé era già un capolavoro, tutta intarsiata in modo da sembrare un rampicante dai rami argentati, che culminavano in fiori dai mille colori. Ma quello che colpì Fay più di tutto fu il cornicione che la contornava: un tripudio di boccioli in quella che le sembrava ceramica, che con il loro colore rosa tenue spiccavano su un fondale verde salvia. Fece per varcare il portone con il naso all'insù quando si sentì ancora strattonare.
« Dove diavolo pensi di andare? » gracchiò la donna, comparsa di nuovo vicino a lei dal nulla.
« Mi ha detto di entrare, no? »
« Non da qui, razza di stupida! Quando mai la cameriera entra dall'ingresso principale, per giunta nel bel mezzo di un ricevimento? »
« Aspetti, ha detto ricevimento? »
Fay sbiancò, ma non ebbe tempo di spaventarsi per davvero: la donna la stava di nuovo trascinando, stavolta saldamente ancorata al suo polso per essere certa di non perdersela ancora una volta, mentre dalla bocca riversava un fiume di parole che Fay non riusciva nemmeno ad afferrare.
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La Fiera degli Inganni e delle Vanità
FanficLa Fiera degli Inganni e delle Vanità nasce come fanfiction della saga di ACOTAR scritta da Sarah J. Maas e al grido di "NIENTE È MAI TOO MUCH!". Partendo dalla base del primo romanzo, Una Corte di Rose e Spine, viene raccontata la storia di Fay Ad...