ERA UNA SEMPLICE MATTINA FREDDA come le altre. Evelyn era seduta sul divano con le gambe all'aria, mentre studiava lo script; quando ricevette una chiamata inaspettata da una persona ancor meno inaspettata. «pronto?» rispose titubante, e cercando di trattenere un sorriso spontaneo.«ehi, bella» sentì dall'altro capo del telefono, e quel timido sorriso si allargò fino a prenderle tutto il dolce viso. «chi non muore si rivede. come va?» rise la donna, felice di risentire quella voce. La donna spostò tutti i fogli, sedendosi bene sul divano. «se me lo stai seriamente chiedendo, deduco che tu non abbia guardato le ultime gare»
«deduci bene. sai, sono un'attrice emergente, non ho tempo per venti deficienti che corrono in dei cerchi fatti male per due ore, girando per tutto il mondo»
«hai appena sintetizzato il mio lavoro come se tutti potessero farlo» rise Max, sedendosi sul divano di casa sua,«hai da fare questo weekend?» chiese ancora l'olandese. «a parte lavorare? ehm no, perché?» rispose la donna, portandosi una ciocca di capelli sfuggiti allo chignon che si era fatta, dietro all'orecchio, in maniera distratta. «perchè noi saremo a correre a miami quindi pensavo che magari potevi venire a vedermi. tu e... paul?» propose l'uomo, tentando di ricordarsi il nome del fidanzato dell'amica. «patrick, max. si chiama patrick. non capisco perché non ti piaccia» «non è che non mi piace, solo non sono interessato a ricordarmi il suo nome e non capisco come tu possa stare con un'idiota del genere»
Tra i due uomini non scorreva buon sangue a causa di Patrick, e una delle sue battute maschiliste, mentre Lynn provava a sedersi nella macchina di Max.
Max era una persona rancorosa «va bene poteva risparmiarselo però calmati» «non mi piace. devo veramente avere un motivo per chiamarlo di idiota?» rispose l'uomo trattenendo una risata. «comunque, ci vieni alla gara si o no? così mi faccio dare due pass per te e...- Max sbuffò e fece una piccola risata esasperata- patrick» la donna sorrise quando sentì il nome dell'uomo «ti faccio sapere sta sera quando arriva ti faccio sapere va bene?»
Scherzarono ancora per un po', ma poi la donna doveva andare a prepararsi da mangiare e Max doveva andare a vestirsi perché usciva con Kelly e Penelope a pranzo.
La donna si preparò una semplice insalata, che mangiò mentre provava a ripetere le prime scene, ma dopo un'ora decise di guardare la televisione e lasciar perdere. Si addormentò sul divano e quando si svegliò era ormai buio, ma di Patrick non c'era traccia. La mora, preoccupata, lo chiamò più volte al cellulare, al quale rispose solo alla quinta chiamata.
«dove cazzo sei» sbottò incazzata, preoccupata a quasi con le lacrime agli occhi. Patrick non aveva mai fatto tardi, e se lo faceva le mandava sempre un messaggio, avvisandola. Ma quella volta, non c'era nessun messaggio da parte sua, solo da dio fratello e sua sorella, dove raccontavano ì proprio drammi. «a fare benzina. sono da poco uscito dal lavoro. stephanie mi ha chiesto di aspettare che l'uomo delle pulizie uscire, prima di andarmene. secondo lei, ha cominciato a rubare le patatine dal distributore automatico» rispose l'uomo, mentendo alla donna.
In realtà, era rimasto oltre l'orario di chiusura. Si, lasciò il palazzo dopo che l'uomo delle pulizie se ne andò, molto dopo. E anche Stephanie non se ne andò, rimase a lavorare fino a tardi. Ma Evelyn si fidava ciecamente di Patrick.
Non riusciva a vedere le cose ovvie che il destino le stava mostrando. «potevi scrivermi. va bene. mi sono appena svegliata, tra quanto arrivi?» chiese con tono più dolce e tranquillo. «cinque minuti e sono lì»E così fu. Lui tornò a casa loro, nel loro appartamento, posò la borsa sulla sedia della loro cucina, si andò a lavare nella loro doccia, togliendosi di dosso i residui di lei, per poi andare a baciare ed abbracciare Evelyn, che non se lo sarebbe mai aspettato dall'uomo della sua vita.
Erano seduti a tavola insieme, quando Evelyn notò qualcosa di diverso in Patrick. Non parlava e non la guardava neanche. La sera, a cena, Patrick non stava mai zitto, non permettendo alla mora di parlare anche lei, o non la smetteva di guardarla e sorridere, stringendole la mano. Adesso, le loro mani si sfioravano ma lei aveva paura di avvicinarsi e vedere la sua mano allontanarsi. Non ci fece molto caso, continuò a mangiare il pollo che aveva cucinato lui, sorridendogli quando alzò lo sguardo su di lei per la prima volta, guardandola negli occhi, da quando era entrato in casa.
Nessuno dei due si fermò per sedersi sul divano e guardare i film insieme, come facevano sempre. Evelyn non lo fece perché era sempre Patrick a obbligarla a fermarsi dall'andare nel letto e addormentarsi subito. Lui era sdraiato sul divano con il telefono tra le mani, e uno stupido sorriso sul volto.
«notte» lo salutò lei, aspettandosi una piccola corsa da parte sua per lasciarle un bacio o anche soltanto una risposta a voce. Ma lui invece, alzò una mano e la salutò così.La donna raggiunse la camera da letto, sdraiandosi in fretta e dando le spalle alla parte dove dormiva Patrick. Decise che il giorno dopo avrebbe chiamato Henry, suo fratello. e Isabel, sua sorella, per discutere di tutto quello che stava succedendo in quella strana serata.
Poco dopo anche lui raggiunse la camera da letto, si buttò sotto le coperte, dando le spalle anche lui a Lynn, che stava fingendo di dormire.La mattina dopo, quando lei si svegliò, lui non era neanche più in casa. Chiamò subito i suoi più fidati confidenti e consiglieri, per farli invitarli a pranzo e per una giornata di shopping loro tre insieme. Henry accettò titubante, mentre Isabel senza alcun indugio.
«o mio dio» sbottò il biondo. Erano seduti al ristorante cinese a mangiare sushi, mentre lei stava raccontando tutta la storia. «O MIO DIO» urlò Isabel, beccandosi un pugno dalla sorella più piccola.
Isabel era la più grande, la primo genita e la copia esatta di sua madre. Mentre Henry era il secondo. Tra loro due c'erano solo due anni di differenza. Mentre Evelyn era la più piccola, aveva quattro anni di differenza con Isabel e due con Henry, con il quale aveva un rapporto molto più stretto e fraterno. Lynn vedeva Isa come una mamma, più che come una sorella; le diceva sempre cosa fare, come farlo e perché farlo.«ha un'altra» sbottò Isabel mentre Henry disse velocemente come la sorella «non gli piaci più» sbottarono insieme i due fratelli, guardandosi e poi tornando con lo sguardo sulla sorella più piccola. «cosa devo fare?» guardò Isabel, supplicante e quasi con le lacrime agli occhi. Quella mattina, dopo che si svegliò, scoppiò a piangere in preda al panico di perdere Patrick, la sua roccia e il suo miglior amico.
«parlagliene, o magari butta così l'argomento a caso. OH NO ASPETTA, guardate un film sul tradimento e vedi la sua reazione» sbottò Henry, inzuppando il sushi nella soia.
«guarda che non serve che lo affoghi così tanto, cazzo. è già morto» sbottò Isabel togliendoglielo dalle mani.«senti mamma, mi lasci in pace? so cosa sto facendo» sbottò Henry, facendo ridere Evelyn. «ho capito. gli lancio dei messaggi subliminali oppure... ehm- prendiamo una pausa?» propose la mora, ma prima ancora che potesse finire di parlare entrambi i fratelli avevano sbattuto le mani sul tavolo, facendo sobbalzare la sorella. «NO»
«va bene. allora gliene parlerò. adesso però devo andare perché devo portare taylor dal veterinario. sono un paio di giorni che continua ad avere la diarrea... che schifo. CIAO STRONZI» urlò uscendo, lasciando da pagare a loro il proprio pranzo.
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𝐅𝐀𝐒𝐓 𝐂𝐀𝐑- 𝐜𝐚𝐫𝐥𝐨𝐬 𝐬𝐚𝐢𝐧𝐳
Fanfictionevelyn mccarthy aveva tutto. un fidanzato che amava, un cane che amava e un lavoro meraviglioso. ma quando max verstappen la invita a vedere una gara... carlos sainz x oc female !