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LA MORA SI SVEGLIO' LENTAMENTE, facendo adattare gli occhi alla luce del sole che filtrava dalle tende. Roteò nel letto, scontrandosi con Patrick, mentre lui apriva leggermente gli occhi e sorrideva alla vista della ragazza, così vicino. «ma buongiorno» parlò lui, sorridendole. «buongiorno, mon amour» lui le lasciò un bacio sulla fronte, abbracciandola.

«quando è il tuo riposo?» chiese lui, sedendosi. «perché?» chiese di rimando lei, confusa ma curiosa. «pensavo di portarti fuori a cena, quando puoi?» «mh se me lo dici così potrei anche saltare il lavoro senza dirlo a nessuno» rise la donna, avvolgendo le braccia attorno all'uomo. «ne sono consapevole...» l'uomo si alzò, andando in bagno.

«non ti muovere, vado a fare lo colazione e poi vado al lavoro» l'uomo lasciò un bacio sulla fronte della donna, correndo verso la cucina e facendo riprodurre Fix you dei Coldplay.
Poco dopo lo sentì risalire le scale con un piatto con dentro quattro fette biscottate con la marmellata e due tazze di caffè.
«mi aspettavo... sai quelle colazioni che fanno nei film, ma va benissimo anche questo» rise la donna, prendendo la tazza di caffè.

«non so chi tra noi due cucina peggio» rise Patrick, e Lynn gli tirò un pugno sulla spalla. «non osare paragonare le mie capacità culinarie alle tue» rise mentre si alzava e raggiungeva l'armadio. L'uomo la seguì, fermandosi però dalla porta, appoggiandosi allo stipite della porta. «piani per oggi?»
«devo andare a fare la spesa, poi per pranzo vado dalle ragazze e in pomeriggio ho la lettura dello script. quindi ci vediamo sta sera tardi» la donna buttò sul letto un paio di jeans, un maglione bianco, un cappotto beige e una sciarpa beige e azzurra. In quel periodo nevicava anche tutto il giorno, piano o forte, nevicava e Lynn amava la neve.

Amava svegliarsi la mattina presto e vedere il sole sorgere e illuminare tutta la città ricoperta di neve bianca e fresca. Amava restare a teatro fino a tardi, sperando che la tempesta passasse in fretta, seduta sul palco ad ascoltare There's Nothing Holdin' Me Back e a ballare con gli altri attori. Amava passare le notti abbracciata a Patrick per scaldarsi e a sussurrarsi stupidi giochi di parole che si inventavano loro.

     «va bene, mi cambio anche io e vado al lavoro. ci vediamo sta sera a cena?» Patrick raggiunse il bagno cambiandosi in fretta e arrivando poi in salotto, indossando le scarpe. «certo. ci vediamo dopo» lo salutò con un bacio, e l'uomo corse fuori dall'appartamento con addosso la giacca e un cappello nero.

     Si sedette sul divano a guardare Family Guy mentre mangiava i cereali che si era appena preparata e aspettava che si facessero che nove così che il negozio aprisse e lei potesse andare a far la spesa per casa loro.
Lei e Patrick convivevano insieme da ormai quattro mesi e stavano insieme da due anni.

     Dopo circa quattro episodi, controllò l'ora dal cellulare, si alzò e andò a vestirsi per poi andare a prendere la macchina e andare al supermercato. Tenne i capelli legati e per fortuna il supermercato era praticamente vuoto, a causa dell'orario. Comprò tutto il necessario e tornò a casa, sistemando le cose che aveva comprato. Era seduta sul divano quando decise che doveva pulire la casa, e così fece.
Passò l'aspirapolvere, preparò la lavastoviglie e tolse la polvere dalle foto e dai mobili, sistemò camera loro e cambiò le coperte, facendo parecchie lavatrici e continuando a caricare l'asciugatrice. Portò fuori Taylor, il loro yorkshire terrier che Isabel le aveva regalato.

Alle undici e venticinque preparò l'insalata di tonno che doveva portare a casa delle sue amiche, dove avrebbe mangiato, e poi passato una parte del pomeriggio.
A mezzogiorno e un quarto era in macchina diretta verso la periferia di New York, dove Margot, Daphne e Mia vivevano insieme, in una casa da famiglia.

Bussò alla porta, a cui aprì Mia, tutta sporca di farina. «cosa state facendo?» sbottò la donna, entrando e chiudendo la porta. «mia voleva fare le tagliatelle... ma niente da fare. tu cos'hai portato?» rispose Daphne, buttando nel lavandino alcune ciotole. Evelyn lasciò un bacio sulla guancia di Margot, salutandola e lasciandole tra le mani l'insalata. «tengo la macchina pronta i caso di fuga» le sussurrò all'orecchio, accennando ai soliti litigi che c'erano tra lei e Daphne, o tra quest'ultima e Mia.

«allora belle. come va?» sbottò Evelyn sedendosi a tavola, mentre Mia prendeva quattro birre per loro. «io passo» disse Daphne, quando notò Mia con le bevande. «ci penso io» rise Evelyn, prendo due birre e lasciando le altre due alle altre due ragazze. «qualche dramma?» chiese la mora, guardando le tre. «o avanti, lo so che ce ne sono. con voi ce ne sono sempre» rise la donna, bevendo un po' della birra. «allora io e kai l'altro giorno abbiamo litigato, ma perché lui è troppo possessivo, quasi maniacale però è così sexy...» cominciò a parlare Daphne, facendo ridere Mia ed Evelyn. Margot fece il suono della sirena della polizia.

Poco dopo anche Noah e Steven si aggiunsero alle ragazze, rispettivamente il ragazzo di Margot e di Mia.
Le quattro ragazze si erano conosciute al liceo, per puro caso. E da allora non si separarono mai più. Quando finirono il liceo, decisero di trasferirsi a New York, permettendo a tutte e quattro di seguire i loro sogni: Evelyn poteva studiare recitazione e magari andare a Broadway; Mia studiava giornalismo e lavorava in una piccola caffetteria vicino all'università; Daphne non lavorava ne studiava, aveva i genitori che pagavano l'affitto della casa e le davano i soldi mensilmente; mentre Margot studiava all'università di lingue, francese e tedesco.

Passarono il pomeriggio così, a bere birre, scherzare e a parlare.
Alle tre e mezza, Evelyn si alzò e salutò tutti, dovendo andare a teatro.
«non so quanto ti conviene, hai bevuto almeno sette birre...» le disse Margot, con la testa posata sulla spalla di Noah.
«non posso mancare... quindi ciao e baci a tutti» la mora corse fuori e raggiunse, molto lentamente il teatro non superando i 40 km/h. Entrò e si scusò con tutti.

«di quanto sono in ritardo?» chiese a Micheal, un suo amico. «trenta quattro minuti» rispose, guardando l'orologio che portava al polso sinistro. «capita anche ai migliori» sbottò lei e poi insieme raggiunsero Emma, la coordinatrice per iniziare la lettura.

«ci vediamo la prossima settimana, cominciate a vedere le battute» parlò Emma a tutto il gruppo, prima che il teatro si svuotasse. Evelyn raggiunse la propria macchina, seguita da Micheal che continuava a parlare.
«ci vediamo domani a cena?» parlò l'uomo, aprendo la portiera della propria macchina. «vieni da me?» «porto anche sophia» la donna annuì e si salutarono, separandosi.

La donna tornò a casa alle dieci e venti, stanca e con le gambe pesanti. Raggiunse a fatica il proprio appartamento al terzo piano, salendo piano e battendo i piedi sulle scale. Aprì la porta con un calcio, dopo aver girato la chiave nella serratura.
Entrò in casa e trovò Patrick dietro ai fornelli, intento a cucinare la cena per loro due. «oh cazzo... pensavo arrivassi più tardi» sbottò lui mettendo in due piatti del pollo. «chiudo gli occhi così non vedo niente» rise la donna, coprendosi gli occhi e correndo in camera propria a posare la borsa e a cambiarsi.

«com'è andata oggi?» chiese la donna, buttandosi sul divano, a peso morto. «tutto bene, theodore ha sbagliato a fare alcune fotocopie e allora stephanie ha letteralmente ordinato a me di rifarle... quindi ho praticamente fatto il mio lavoro e quello di theodore. che grandissimo coglione che è» parlò l'uomo, portando i due piatti a tavolo e chiamando la donna per seguirlo.
«puoi prendere il vino?» le chiese, la donna tornò in cucina per prendere la bottiglia quando vide il casino che aveva fatto Patrick.

     «ehm- patrick?» lo chiamò Evelyn, mentre lui la raggiungeva a vedere cosa voleva. «che succede?»
«COSA CAZZO È TUTTO QUESTO?» urlò la donna, indicando tutto il casino. «ehm... pulisco tutto io, non ti devi preoccupare» l'uomo prese la bottiglia di vino e Lynn sottobraccio, spingendola verso il tavolo in salotto.

     Mangiarono insieme, bevendo vino e ridendo. Questa era la loro routine. Andare al mattino dopo aver fatto colazione insieme, lavorare durante il giorno e la sera mangiavano insieme. Si addormentavano insieme, coccolandosi e abbracciati. Per poi ripetere la loro routine, senza mai interromperla o cambiarla.

𝐅𝐀𝐒𝐓 𝐂𝐀𝐑- 𝐜𝐚𝐫𝐥𝐨𝐬 𝐬𝐚𝐢𝐧𝐳Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora