xii

167 8 12
                                    




LA MORA AVEVA APERTO IL finestrino della macchina, facendosi investire dalla ventata d'aria che le scompigliò i capelli. Si lasciò uscire una risata felice, pura e semplice.
Carlos si girò a guardarla e non riuscì a non pensare a quanto fosse bella. Aveva i capelli mossi dal vento e un sorriso genuino sul volto.

Parcheggiò davanti al cinema e insieme entrarono. Presero due biglietti per Sunset Boulevard. Lui teneva entrambi i pop corn, dolci e salati, mentre lei le bibite e apriva la porta della sala. Quando entrarono, non c'era nessuno dentro. A parte quelle poche coppie che non prestavano attenzione al cinema. Si sedettero in mezzo, occupando i sedili accanto con giacche e borse.

Carlos non prestava attenzione al film, ma a Evelyn. Aveva steso le gambe sul sedile davanti, con i pop corn sul grembo, talmente presa da non accorgersi che Carlos, accanto a lei, si stava innamorando un po' alla volta ma sempre di più, e in maniera irreversibile.

Quando il film finì, Evelyn scoppiò in un grande applauso, seguita da Carlos e una signora seduta da sola.
I due si alzarono, ed Evelyn continuava a commentare il film, ridendo e saltellando.
Erano arrivati in hotel quando si zittì. «tutto bene?» chiese lo spagnolo, sentendola silenziosa. Aveva appena parcheggiato, e lei era appoggiata alla portiera.
«lynn?» la chiamò. Lei si girò lentamente, sbuffando.
«ti sei veramente addormentata?» rise Carlos, mentre Lynn so stropicciava gli occhi. «hai una guida molto tranquilla» rise la donna, slacciando la cintura.

     La donna uscì dalla macchina, seguita dallo spagnolo.
«e a te invece? è piaciuto il film?» chiese Lynn, prendendolo sotto braccio. «non il mio genere, ma carino» «e quale sarebbe il genere cinematografico di carlos sainz» «mh... azione, poliziesco... mh, dramma e alcuni d'amore» «esempio?» «la la land?» Evelyn sorrise, cercando di non ridere. «vorrei correggerti: quello è un musical» «lo conosci?» chiese l'uomo, guardando la donna, che si allontanò un poco.

     «city of stars... are you shining just for me? city of stars... there's so much that i can't see...» cantò sottovoce Evelyn, facendo sorridere lo spagnolo. «continuerei a cantare io, però canto proprio male... quindi evito» rise Carlos, mentre entravano in ascensore. Non parlavano, ma quel silenzio non era imbarazzante, era semplice silenzio, perché Evelyn era stanca e Carlos non voleva disturbare la sua tranche.
«ci arrivi in camera?» chiese Carlos ridendo. «non sono ubriaca» rise la donna aprendo la porta della propria stanza.

     «bene... eccoci qua» sorrise la donna indicando la stanza. «allora ti auguro una buona notte e sogni d'oro» sorrise Carlos, «'notte carlos» rispose la donna vedendolo allontanarsi. Aprì anche lui la porta della sua stanza e, guardandosi, entrarono ognuno nella propria stanza.

     La mora entrò velocemente e si buttò immediatamente sul letto. Si spogliò in fretta, non andò neanche in bagno per struccarsi o lavarsi, controllò la sveglia per il giorno dopo e si mise sotto le coperte.
Si addormentò nel giro di pochi minuti, sognando un vecchio cinema...

     Carlos, invece, era ancora carico. Andò a lavarsi e poi si costrinse a stare nel letto, considerato la gara imminente del giorno dopo. Nonostante fosse tardi, lui chiamò Lando, che rispose dopo parecchio, con voce assonata e impastata.
«cosa vuoi» «come fai a sapere che sono io? poteva essere tua madre» rispose Carlos, trattenendo un sorriso. «hai la suoneria personalizzata, e adesso cosa vuoi» rispose veloce l'inglese, mentre lo spagnolo raccontò tutta la storia di quella serata, per filo e per segno.

Dopo la chiamata con Lando,non riuscì più ad addormentarsi, quindi si ritrovò a passare tutta la notte in dormiveglia, continuando ad andare a fare pipì e a bere acqua. Si svegliò alle sette precise, vestendosi con calma e per andare a fare colazione al buffet dell'hotel, come faceva spesso.

     Arrivando al piano di sotto trovò Evelyn già seduta con una tazza piena di caffè dentro che fumava ancora.
«pensare che di solito sono io il primo» rise, sedendosi accanto alla donna. «non so perché mi sono svegliata così presto, quasi un'ora prima della sveglia, normalmente io dormo fino all'ultimo» sbuffò, sorseggiando un po' del caffè amaro. «vado a prendere da mangiare, torno subito» lo spagnolo si allontanò e torno poco dopo con due piatti pieni, tra fette biscottate e french toast.
«ci sono i french toast» sbottò la donna scattando in piedi e andando a prenderne due. Uno con fragole e frutti di bosco, e l'altro solo con fragole, cioccolato e panna.

Poco dopo cominciarono ad arrivare anche gli altri piloti, insieme ad altri ospiti dell'hotel.
Charles si sedette con Charlotte vicino alla vetrata, non tanto distante da Carlos e Lynn. Insieme a loro si sedettero Max, Lando e Daniel, che continuavano a lanciarsi parecchie occhiate furtive a vedere i due così vicini. Carlos non se ne era accorto, mentre Evelyn si, ed era sicura che Max avrebbe detto tutto ad Andromeda, che poi lo avrebbe detto a Isabel e a Henry.

«andiamo che siamo già in ritardo» arrivò Charles alle spalle di Carlos, chiamandolo. «si... ci vediamo dopo» salutò tutti raggiungendo l'amico, ma prima di girarsi completamente, lanciò un bacio volante alla donna, che fece finta di prenderlo.
Quando si rigirò verso il tavolo, per finire di bere il suo caffè, trovò davanti a se un Daniel Ricciardo, un Max Verstappen e un Lando Norris molto curiosi.
«e... quello cos'era?» chiese Lando, imitando il bacio di Carlos. «niente» «tu- prese parola Max- mi hai scritto sono con tu sai chi, stai tranquillo, ci vediamo domani. tu sai chi è chi penso o...» «si, siamo andati al cinema ieri sera, dopo che siamo scappati dalla festa. mi ha letteralmente salvata dal tuo caro amico steve» sorrise la donna, ricordandosi della serata che avevano passato insieme.

«vi siete divertiti?» chiese Lando, senza ricevere risposta dalla donna che si era alzata e stava tornando in camera. «dove va» «non ne ho idea» rispose Max, mettendosi in bocca uno spicchio d'uva.

La donna era tornata in camera a rifarsi il trucco e a cambiarsi. Mise un paio di short e una felpa della Red Bull. Lasciò i capelli slegati e tornò al piano di sotto.
Non trovo più Max e gli altri, così decise di andare sulla pista, e vedere cosa avrebbe dovuto vedere per il resto della giornata. Chiamò Max, che le disse che era già in pista.

     Chiamò un taxi e raggiunse la pista anche lei, girando a piedi. Era impacciata, osservava tutti i meccanici e salutava chi conosceva. «sei l'amica di max, vero?» chiese una ragazza avvicinandosi a lei. «mh... si, perché?» «possiamo farci una foto?» chiese tirando fuori il telefono. La donna annuì confusa, sorridendo alla fotocamera.
«grazie» la ragazza si allontanò sorridente, mentre Evelyn entrava nel Box della Red Bull.

Raggiunse Max, con uno strano sorriso sul volto.
«una ragazza mi ha chiesto di fare una foto, solo perché sono tua amica» rise, mentre Max la guardava confuso. «wow... troppi privilegi. vola più basso» la prese in giro Max, sorridendole. «daniel ti voleva parlare» le disse Max, indicando il Paddock Club. La mora lo raggiunse, dove trovò l'australiano intento a bere un cocktail.
«max mi ha detto che mi volevi parlare» «si, ehm... vedo come stai con carlos, lynn. e ho visto come stai quando c'è patrick nei dintorni. e solo per tua informazione, tu a quello stronzo non devi proprio niente se non un calcio nelle palle. max mi ha detto cosa ha fatto. se vuoi glielo posso dare io» la rassicurò l'uomo, abbracciandola. Le lasciò un bacio sulla testa, allontanandosi.

«grazie dan, ma... penso di sistemare le cose con lui. dopo tutto abbiamo sacrificato tanto per noi... e non voglio mandare a puttane tutto» parlò la donna, mentendo. Non era vero che voleva sistemare con patrick. Solo non voleva più sentire quelle storie su di lei e carlos. Aveva bisogno di un'amico nuovo che non conoscesse Patrick, e Carlos aveva tutti i requisiti.

Dopo aver passato almeno altre due ore a scherzare e a ridere con Daniel, raggiunsero il box in tempo per vedere Max che Checo entrare dentro le macchine, per fare il giro di prova.
La mora uscì dal box, guardando gli altri box, prendendo una boccata d'aria fresca, che però odorava di gomma e benzina.

𝐅𝐀𝐒𝐓 𝐂𝐀𝐑- 𝐜𝐚𝐫𝐥𝐨𝐬 𝐬𝐚𝐢𝐧𝐳Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora