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HENRY STAVA ANCORA MALE così fu Isabel ad accompagnare Evelyn all'aeroporto.
«fai attenzione» parlava Isabel coke se Lynn fosse una bambina al suo primo giorno di scuola. «si mamma» Evelyn rispondeva come se stesse andando al suo primo giorno di scuola dopo essersi trasferita da un'altro stato.

     «divertiti ma non fare cazzate, ricordati che patrick è quello nel torto. non ti ci mettere anche tu» parlò seriamente la mora, facendo sorridere la donna. «quindi tecnicamente adesso siamo in pausa» sorrise uscendo dal taxi. «CIAO SORELLINA» urlò alla donna, che abbassò il finestrino. «USA I PRESERVATIVI» rispose la donna urlando a sua volta, beccandosi il dito medio della sorella.

     Andò al gate che Max le aveva indicato, trovando l'uscita per il garage e raggiungendo l'aereo in fretta.
«ciao» salutò l'uomo che la stava aspettando. «sei evelyn?» la donna annuì e insieme si incamminarono verso il jet, sul quale la donna salì da sola, trovandosi in una morsa calda e profumata. Si buttò su uno dei divani di pelle, quando una delle hostess la raggiunse. «salve evelyn, max si è raccomandato di darle tante coperte e cuscini. ha detto che probabilmente avresti dormito tutto il tempo. ma se vuoi qualcosa, basta chiedere» sorrise indicando il frigorifero nell'altra stanza.
«no grazie, può bastare una bottiglietta d'acqua e... mh, avete i pop corn?»

     La mora si buttò su una delle tante poltrone, circondata da un piumino bianco, con il computer davanti mentre guardava How To Lose a Guy in 10 Days, mentre mangiava pop corn e nachos.
«evelyn- la chiamò ancora una volta la hostess, targata Tessa- siamo arrivati» la mora scattò in piedi, piegando la coperta e rimettendola a posto. Si rimise le scarpe, sistemandosi i capelli e prese tutte le sue valigie.
«grazie di tutto» urlò, sentendo parecchi grazie a lei e prego.

     Quando i media vennero a sapere dell'arrivo di un'altro vip, corsero tutti in aereo porto. Con fotocamere e registratori pronti.
Evelyn non si aspettava niente di tutto quello che aveva visto dopo neanche cinque minuti dopo lo sbarco.
Lo stesso uomo che l'aveva accolta a New York l'accompagnò fuori dall'aereo porto, coprendola per quanto riuscisse.
La donna sorrideva a tutti e si guardava attorno spaesata, ma a suo agio. Tutti si chiedevano chi fosse quella piccola donna, magra ed esile, che sorrideva e salutava sempre.

     Appena furono fuori, videro una macchina nera, dalla quale uscì Max Verstappen con il suo solito non sorriso, che però cercava qualcuno in tutta quella folla, con un certo interesse.
La mora si sbracciò, urlò e saltò per farsi vedere. Quando entrambi si videro, un sorriso divertito prese posto sul volto dell'uomo, mentre la donna cominciò a correre verso di lui, lasciando in dietro il suo trolley e l'uomo dell'aereo porto.

     «MAX» urlava la donna, in continuazione, come se non fosse vero che finalmente fosse li davanti a lei.
«EVELYN» urlava lui, sorridendo e ridendo nervosamente.
La donna prese la rincorsa, correndo tra le braccia dell'uomo, rischiando di far cadere tutti e due a terra.
«mi sei mancato da morire» gli sussurrò all'orecchio Lynn, facendolo sorridere ancora di più. Max la mise di nuovo con i piedi a terra, in modo da poterla guardare in faccia. Le soffiò sul volto, facendola sorridere sempre di più.
«sei più brutta di quel che ricordavo. è vero che la memoria fa brutti scherzi» rise l'uomo, mentre salivano in macchina.

«vieni al paddock con me o vuoi andare in hotel a posare la roba?» «andiamo prima in hotel, voglio lavarmi e cambiarmi. ma che carini tutti» rise, mentre l'auto si fermava sotto l'hotel dove alloggiava Max e nel quale stava Evelyn.

I due saltarono giù, Max le portava le valigie, mentre la donna si guardava attorno come una bambina.
«evelyn, di qua» la chiamò, indicando l'ascensore. «arrivo» la donna corse da Max, salendo al quinto piano.
«questa è la sua stanza. mentre tu guardavi le nuvole, ho preso io la chiave» rise l'uomo mentre entravano. «carina» sbottò la donna, osservando la vista sul mare e le tende di seta bianca che si muovevano come le onde.

𝐅𝐀𝐒𝐓 𝐂𝐀𝐑- 𝐜𝐚𝐫𝐥𝐨𝐬 𝐬𝐚𝐢𝐧𝐳Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora