19- Le sue calde e dolci labbra.

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"Lo so ti odio anche io Kaulitz e lo farò fino all'ultimo giorno" lo guardai e gli diedi uno spintone.

"Chi era il ragazzo di prima?" Disse incrociando le braccia.

"Che te ne importa kaulitz" mi avvicinai e misi un polpastrello spinto nel suo petto.

"Solo per chiedere" disse e poi guardò i miei occhi.

"È il mio ex ragazzo, si chiama Dylan Rodrigo, mi violentava e cercava di stuprarmi ma non ci riusciva mai, un giorno ha cercato di uccidermi ma non c'è l'ha fatta perché gli ho suonato una delle sue solite bottiglie vuote di birra sulla sua testa facendolo svenire e poi scappare qui in Germania" dissi per poi guarda per terra accarezzandomi con la mano il braccio.

Si buttò su di me abbracciandomi e io sgranai gli occhi di fuori per poi ricambiare l'abbraccio lentamente. Ci staccammo e lui fece dei passi indietro cadendo sulla sedia e portandomi a cavalcioni sulle sue gambe tirandomi per il polso.
Ci guardammo intensamente per un po' fin quando non ti tuffo aggressivamente sulle mie labbra facendomi inchinare all'indietro. Iniziò ad infilare la sua calda lingua nella mia bocca, le nostre lingue iniziarono ad intrecciarsi e io strinsi le sue treccine. Iniziò ad alzarsi prendendomi con lui, avevo le mie gambe intrecciate alla sua vita. Gemetti quando mi appoggiò aggressivamente sulla scrivania e inizio ad infilare la sua mano nel mio interno coscia, le sue labbra erano così morbide che non volevo staccarmi nemmeno per un secondo. Mi prese e si sedette sul bracciolo del divano mettendomi a cavalcioni sulle sue gambe e continuò a baciarmi fin quando non si stese e mi portò con lui abbracciandomi. Dopo un po' mi staccai e mi alzai da lui imbarazzata. Indietreggiai fino la porta e poi mi girai e corsi via.
Non avevo mai provato questa sensazione su una vittima, una vittima per la vedova nera dentro di me.

Presi lo zaino e salii sulla moto pulita e andai a casa.

"Cazzo, cosa mi è successo, io lo odio, lo odio" mi misi le mani nei capelli e andai di sopra, non c'era nessuno a casa, solo io.

Din don. Suonò il campanello e andai ad aprire, DYLAN. Chiusi la porta ma lui la blocco ed entro e io iniziai a correre fino al bagno chiudendomi dentro. Presi la primo cosa asciutta che mi capitò, era una maglia di mio fratello che mi andava leggermente sotto a sedere. Dietro di me qualcuno spacco la finestra e mi voltai, era il fratello gemello di kaulitz.

"Oddio, mi è venuto un colpo" dissi guardandolo e mettendomi un pantalone di tuta sempre di mio fratello.

"Oh, scusa se ti ho fatto spaventare, adesso vieni con me, ti porto in un posto dove sarai al sicuro, riposerai" disse sussurrando per poi darmi una mano a scendere dalla finestra e salimmo sulla sua moto quando Dylan scese e iniziò a sparare ma non ci colpì.

Arrivammo e c'erano anche gli altri due ragazzi che avevo visto scendere da quel furgone, mi guardarono male e mi puntarono la pistola contro.

"Ragazzi ragazzi abbassate la pistola, è una mia amica" si girò e mi fece l'occhiolino e poi sorrise.

"Io la porto in camera in camera a riposare" disse il gemello di kaulitz.

Arrivammo in camera e accese la luce.

"Ecco stai qui, comunque piacere Bill kaulitz" mi sorrise e chiuse la porta.

Dopo un oretta mi svegliai per alcuni strani rumori.

Ci fu la voce di una ragazza che pronunciava "oh sì, si Bill, Bill" iniziai a ridere sotto i baffi di quando non sentii "ahh Gustav" e mi tratti ancora per poco. Sentii un ultimo grido di piacere "Mhhh, ahhh Georg si, si" iniziai a ridere fin quando non entrò in stanza Tom che si baciava aggressivamente Lilly.

Deglutii di imbarazzo, mi trovavo nel letto di Tom kaulitz.

Tom mi vide e si staccò da Lilly.

"Che ci fai qui ragazzina?" Chiese semplicemente.

Una sola promessa-Tom kaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora