21-Se tu muori io non vivo.

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"dobbiamo andare via, la famiglia che sta contro la nostra sta cercando noi e i nostri genitori" disse mio fratello prendendomi per il polso e portandomi alla sua moto.

"Dobbiamo combattere immagino" dissi sbuffando.

"Si, dobbiamo cambiarci andiamo a casa" accelleró sulla moto andando a casa.

Salimmo nelle nostre camere e ci preparammo.
Io mi misi un top di pelle con collo alto e le maniche lunghe e un pantalone di pelle con degli stivali col tacco lunghi sempre di pelle e un cappuccio dove di vedevano solo gli occhi e la bocca, nascondevo i miei capelli all'interno.
Mio fratello aveva una giacca di pelle con una canotta sotto e dei jeans neri con degli stivali con i lacci sopra le caviglie.
E anche lui aveva il cappuccio.

Entrammo nell'auto dei nostri genitori e andammo in una fabbrica abbandonata.

Presi la pistola e iniziai a camminare leggermente sul lato con le gambe piegate mentre giravo sui lati puntando la pistola su tutti i lati.

Si sentì uno sparo da dietro e ci girammo di scatto. C'era una donna un uomo e due ragazzi, anche loro avevano dei cappucci.

Uno dei due ragazzi inizio a sparare e stava per colpire mia madre ma io la tirai e sparai al ragazzo e lui si mise dietro al muro per proteggersi.

Dopo un po' di tempo si spense da luce nella fabbrica e non vedevo più nessuno, iniziai a camminare per un po' fin quando non mi trovai in una stanza.

Iniziai a camminare e dopo un po' sentii la porta chiudersi. Puntai la pistola al vuoto totale e dopo un po' qualcuno mi prese i polsi e me li alzò in aria sbattendomi vicino al muro, sussultai e iniziai a respirare pesantemente, sapevo fosse un ragazzo. Io potevo sentire il suo respiro e lui il mio.

"Ma chi è questa bella ragazzina, una ragazzina non dovrebbe stare qui, è molto pericoloso" disse mentre mi accarezzava il mento.

La voce era familiare ma non tantissimo.

"Lasciami, stronzo" dissi per poi sputargli sul cappuccio.

"Ah si? Vabè adesso scoprirò chi si nasconde dietro a questo cappuccio" disse per poi camminare con i polpastrelli fino all'estremità del cappuccio. Lottai per levarmi la sua mano di dosso ma non vi riuscì, me la tolse.

"COSA?!" Disse urlando e confuso.

Misi le mani attorno al suo collo e gli diedi un calcio alle parti basse facendolo cadere per terra.
Mi sedetti sui suoi fianchi e gli levai il cappuccio.

"KAULITZ, TOM KAULITZ?" mi alzai di scatto da lui e dopo un' po' si alzò anche lui.

"Ah, quindi mi sono scopato la mia 'nemica'" rise alla fine della frase.

"Non è divertente kaulitz" dissi puntando la pistola a lui. Girammo per tutta la stanza puntandoci la pistola a vicenda.

"Prima mi scopi e poi vuoi ammazzarmi" dissi avvicinandomi a lui che abbassó lentamente la pistola.

"Cazzo no, non mi provocare" disse guardandomi un occhio e poi un altro e continuò così.

"Perché seno' che fai?" Dissi mentre gli tiravo la felpa e me lo portavo a pochi centimetri dal mio volto, era il mio piano da vedova nera.

Si buttó aggressivamente sulle mie labbra e io restai attaccata a lui.
Sentimmo dei passi e ci nascondemmo dietro ad un muro Kaulitz stava attaccato a me e io stavo schiacciata tra il muro e il suo petto.

Sentimmo la porta richiudersi e la luce ritornò, ci guardammo negli occhi, eravamo più vicini del solito.
Kaulitz tolse il braccio dal muro e andò via sbattendo la porta.

Ero appena stata nuovamente con Tom kaulitz. Lo avevo baciato, avevo sentito una strana sensazione, come se mi piacesse baciarlo e sentire le sue labbra sulle mie. NO CHE STO DICENDO, IO LO ODIO.

Uscii dalla porta, vidi una cosa che per un attimo mi fece bloccare il cuore. Non c'era più nessuno solo io e Tom, ci fu una macchina che passò a tutta velocità. L'uomo che pensavo di star provando dei sentimenti era lì sulla strada, lì fermo.

"TOM" urlai e lui si voltò e mi guardò.

POV TOM

Aveva pronunciato per la prima volta il mio nome e non il mio cognome. Cazzo ero troppo felice dentro di me, la donna che pensavo di star provando dei sentimenti era lì che mi guardava impaurita.

"TOM LA MACCHINA" non fece in tempo che vidi tutto nero. TUTTO TOTALMENTE NERO.

POV SCARLETT

Lo vidi steso sulla strada. Corsi da lui urlando.

"TOM, NONO CAZZO" iniziai a scuoterlo.

Mi guardai in torno e vidi un muro dietro di lui.
Lo appoggiai al muro e iniziai a scuoterlo. Iniziarono a scendermi delle lacrime lentamente.

"Hey Scarlett, che ti prende, non piangere, piccola" mi guardo Tom e appena pronunciò quelle prime parole i miei occhi si illuminarono, pensavo di averlo perso. Era strano non provavo più quella sensazione di odio puro.

Amavo quell'uomo che mi fece star male all'elementare e anche adesso.

"Tom aprì gli occhi, ti prego" iniziai a prendergli la faccia tra le mie mani.

"Hey piccola, non te lo dovrei dire adesso, ma penso di essermi innamorato, perso negli occhi di una ragazza" mi disse e queste parole mi fecero rabbrividire. Sicuramente non ero io questa cosa mi fece star male.

"Perché me lo dici a me? Cosa c'entro?" Chiesi confusa.

"Cazzo capiscimi, ti amo Scarlett" a quel 'ti amo Scarlett' il cuore si bloccò, l'uomo che amavo stava per morire, NONO.

"Cazzo, no ti prego" dissi abbassando il volto.

"Scusami, so che non ricambi, ma non me ne frega, ormai sarai in stanza pace, Libera, io morirò e ti sarai libera" mi sorrise.

"Cazzo, Tom kaulitz, se tu muori io non vivo, cazzo ti amo kaulitz" dissi e i suoi occhi si illuminarono e io mi buttai tra le sue labbra fin quando non venne un ambulanza che lo portò via.

DOPO DUE SETTIMANE

Sono passate due settimane e io non dimentico quelle sue parole 'ti amo Scarlett'.
Ora stava in coma, suo fratello Bill me lo aveva detto.

"Bill tuo fratello sta bene?" Lo chiamavo sempre di nascosto dai miei genitori stessa cosa faceva lui.

"No, Scarlett, sta in coma" quella parola mi fece crollare il mondo sulle spalle. Era tutta colpa mia, lo avrei dovuto seguire quella sera.

"No..." Dissi un no distrutto fin quando la linea non cadde.

"Cazzo no" dissi lanciando il telefono sul letto.

"Con chi stavo parlando?" Disse mio padre mentre andava in camera sua.

"Con nessuno" dissi semplicemente.

"Vieni ti devo parlare" disse mio padre e io lo seguii.

"Quando Tom kaulitz si riprenderà dal coma, tanto ormai tutti sanno che sta in coma, quest' cosa mi rende sereno, comunque tu dovrai provarci con il fratello e vedremo se lui di ingelosirà così da farmi litigare per poi tramite loro due arrivare ai loro genitori" disse mio padre rigidamente.

"Se non accetti, questa pistola farà PUM PUM sulla tua testolina, puttana" disse mio padre per poi spingermi fuori la porta di camera sua e di mia madre.

DOPO 3 ANNI

Sono passati tre anni e il mio aspetto è cambiato. Ho capelli lunghi più sul marroncino scuro leggermente mossi con ciuffo a tendina e un piercing sul naso, un brillantino.
Adesso ho la vita più stretta rispetto a prima.

L'uomo che amo ancora non si sveglia, sto male ogni giorno, non mangio quasi più. DRIN DRIN suonò il mio telefono e lo presi per vedere chi fosse: era una chiamata di Bill. Risposi.

"SCARLETT...TOM È USCITO DAL COMA" mi disse Bill e queste parole mi fecero rallegrare, mi misi uno dei miei pantaloncini con una maglia e gli stivali e corsi all'ospedale, ovviamente mentendo ai miei genitori.

Una sola promessa-Tom kaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora