Capitolo 9

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Le divise che Spencer è riuscito ad avere, gentile concessione dei presidi delle nostre due scuole, sono troppo grandi sia per me che per Cassidy.

"Pensavo che almeno in occasione del matrimonio Spencer avesse iniziato a usare i due neuroni che si ritrova." Bofonchia Cassidy, alle prese con degli elastici per capelli, nel tentativo di far aderire i pantaloni da football alle sue gambe.

Dire che potremmo sguazzare in queste divise è dire poco, se non nulla. Cassidy è riuscita a mettere le mani su una divisa della Highland, con i suoi classici colori blu e oro, proprio nel momento in cui Spener ci ha annunciato che non potevamo fare parte della stessa squadra.

"Assolutamente no, Elizabeth! Togli le mani da quella divisa, oggi fai parte della Northview! Non possiamo mettere due incapaci nella stessa squadra, non sarebbe giusto." Avrei anche voluto prendermela, ma non potevo non dire che avesse ragione.

Avere me e Cassidy nella stessa squadra significa assicurarsi la sconfitta. Alla fine avevo preso una maglia e un pantalone, la taglia più piccola che potessi trovare, e avevo seguito la mia migliore amica in uno degli spogliatoi.

"Ti avanza qualche elastico anche per me?" Le domando, già impegnata a rendere la maglia più piccola mediante dei nodi sui fianchi.

"Ecco qua." Cassidy mi lancia un paio di elastici e io mi metto all'opera per rendere questi pantaloni a prova di corsa, per evitare che mi calino sulle gambe.

"Vuoi parlare?" Tenta la bionda.

So che cosa sta pensando, o meglio, di chi sta pensando vorrei parlarle. Tuttavia sa anche quanto mi costerebbe, infatti mantiene gli occhi rivolti verso il basso, occupata a legarsi le scarpe ai piedi.

"Parlare di cosa? Non c'è niente da dire." Fisso il secondo elastico, provando una corsetta sul posto per verificare di aver fatto un buon lavoro.

"Credo che ci sia assolutamente qualcosa da dire se ieri non sei quasi neanche riuscita a guardarlo in faccia." Replica lei, stavolta avvicinandosi di qualche passo a me.

"Mi ha colta in contropiede, ecco tutto. Pensavo che sarebbe venuto solo al matrimonio, non ero preparata." Ribatto, un calore improvviso a salirmi sul collo.

"Ti rendi conto che non è normale doversi preparare a rivedere un ex che hai lasciato tu, vorrei ricordarti, cinque anni fa, vero?" Insiste Cassidy.

E' dura con me, ma so che lo sta facendo con buone intenzioni. So che lo fa per aprirmi gli occhi, per permettermi di capire cosa voglio davvero dalla mia vita sentimentale, perché io sono sempre pronta a sabotarla.

"Soprattutto dopo che hai trascorso questi cinque anni a portarti a letto un ragazzo diverso quasi ogni settimana, salvo bloccarlo la mattina dopo. E lo avresti fatto anche con Miles, se io e Avery non ti avessimo pregata di pensarci due secondi in più." Incalza la mia migliore amica.

Sento le lacrime formarsi sugli angoli dei miei occhi, ma le trattengo. Fa male, ma devo sentire queste cose, mi aiuteranno a capirmi meglio, magari a volermi più bene se agirò di conseguenza.

"Pensi che nessuno si sia accorto che non hai mai portato alcun ragazzo al tuo appartamento? E non provare a dirmi che l'hai fatto per non disturbare Avery e Daniel, perché è una cazzata, e lo sai bene."

A questo affondo non ci riesco, qualche lacrime mi percorre silenziosa il volto. Credevo di essere riuscita a nascondere il mio malessere, pensavo che questi dettagli non fossero balzati agli occhi delle mie amiche.

"Ci sono troppi ricordi in quella camera, non ce la faccio." Commento, utilizzando la lunga manica della divisa per asciugarmi il volto.

"E cosa pensi di fare? Continuare a non farci entrare nessuno come se fosse un piccolo tempio dedicato ad Anderson? Perché non ci riesci, te lo sei mai chiesta?" Percepisco la disperazione nella voce di Cassidy, il dispiacere per vedermi così.

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