Capitolo 16

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Spengo l'auto e tiro fuori la chiave dal blocchetto di avviamento per poi togliermi la cintura e correre fuori dalla macchina. Sarei dovuta essere in classe da venti minuti, ma la sveglia questa mattina ha deciso di abbandonarmi. Nel giro di qualche secondo sto già salendo le scale che dividono il parcheggio dall'entrata della scuola.

"Dove pensi di andare?" La voce di una delle bidelle della Highland mi fa fermare nel mezzo del corridoio principale dell'istituto. Mi giro su me stessa così da incontrare il viso di Abigail, la più anziana tra le bidelle della Highland. Ormai da qualche anno si è tagliata i capelli bianchi che era solita portare lunghi, come sempre intorno al collo indossa la collana che, come mi ha raccontato molte volte, le regalò suo marito prima di partire per il servizio militare, accompagnata da un paio di occhiali da vista che le ricadono sul petto.

"Buongiorno Abigail, mi sono svegliata tardi perché mi si è rotta la sveglia, mi dispiace." Do un sguardo veloce all'orologio attaccato alla parete dietro le sue spalle e vedo che sono già le otto e trentacinque, la professoressa Owen non mi farà mai entrata a lezione così in ritardo.

"Sai che non potrei farti più entrare, ma visto che si tratta di te posso fare uno strappo alla regola, dì alla professoressa Owen che ti ho trattenuta io per un documento richiesto ai fini dell'esame. Mi raccomando, Elizabeth, non lo fare più, almeno non quando hai la Owen." Scoppiamo entrambe a ridere pensando alla mia professoressa di letteratura inglese, entrambi i suoi genitori erano di Londra, ma dopo qualche anno dalla sua nascita decisero di trasferirsi in America per il lavoro della madre e da quel momento in poi non hanno fatto più ritorno in Inghilterra. La professoressa ha un accento britannico per quanto sia cresciuta qui ed è una delle professoresse più severe e intransigenti che io abbia mai avuto, perciò non perdonerebbe mai un ritardo.

"Grazie mille Abigail, sono in debito con te." Abigail mi fa segno con la mano di correre in classe e, dopo averle rivolto un sorriso, seguo il suo consiglio tentando di arrivare il prima possibile in classe. Non appena raggiungo la porta su cui è scritto il nome della mia insegnante sento palpitare il cuore nel petto, con mano decisa busso sul legno bianco e quando sento il suo "Avanti" spingo la porta davanti a me.

Spiego alla professoressa perché io sia in ritardo e lei sembra accettare la storia che Abigail mi ha detto di raccontarle, così mi vado a sedere in fondo alla classe nell'unico posto rimasto libero.

La lezione è iniziata da troppo tempo per riuscire bene a capire di che cosa stia parlando la signora Owen e involontariamente il mio sguardo si concentra sul campo da football che si riesce a vedere dalla finestra alla mia sinistra.

Alla fine non ho seguito il consiglio di Cassidy, non ho avuto il coraggio per affrontarlo di nuovo. Ho troppa paura di sentirmi dire che era tutto finto, che mi ha presa in giro per tutti questi mesi solo per vincere il campionato, ma poi mi ritornano in mente i nostri discorsi sull'università e su come fosse indeciso sul suo futuro perché il nonno gli creava troppa pressione per continuare la sua carriera nel mondo del football e lui non era sicuro che quella fosse davvero la sua strada.

Io credo nel destino e se è destino che io Conrad ci rincontreremo sono certa che avverrà, forse non oggi né domani, ma prima o poi avverrà.

Mancano solo cinque minuti alla fine della lezione e nell'aula si leva un leggero brusio che viene subito messo a tacere dalla Owen. Mi guardo intorno per cercare di capire che cosa sia successo, ma tutto ciò che vedo sono cellulari nascosti sulle gambe e qualche sguardo timido rivolto nella mia direzione.

Senza farmi vedere tiro fuori dalla tasca del giubbotto di jeans il mio cellulare per verificare se mi sia stato inviato qualche messaggio, ma non ho alcuna notifica. Non appena la campanella suona mi alzo dalla sedia e dopo aver raggruppato le mie cose esco dall'aula il più velocemente possibile per cercare Cassidy e chiederle se lei sa qualcosa.

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